Titolo: Il mio omicidio • Autrice: Katie Williams • Traduttrice: Costanza Prinetti • Editore: Bollati Boringhieri • N.pagine: 240 • Data di pubblicazione: 13 giugno 2023 • Copertina flessibile € 18,00 • Ebook € 10,99
TRAMA
"Uno. Angela sulla panchina del parco (...)Due. Fern nel carrello della spesa (...)Tre. Jasmine sotto il semaforo (...)Quattro. Lacey sulla giostra girevole (...)Cinque. Louise al limitare del parco (...)"
Una ditta che si occupa di clonazioni, che sta passando un momento di crisi, decide di inserire le cinque vittime in un programma che poi le seguirà nella loro seconda vita, nel quale sono previsti degli incontri tra le cinque donne per l'elaborazione del trauma che risiede nel loro inconscio. Tra loro, Fern, vittima n.2, non riesce a riconoscersi nella Fern di prima e cancella tutto quello che la rappresentava: famiglia, abiti, arredamento, mantenendo solo gli studi che stava compiendo.
Come tutte le vittime, anche la nuova Lou ha conservato tutti i ricordi, tranne i più recenti, tra cui il suo assassinio. Non ricorda nemmeno perché abbia preparato una sacca - verde - con tutto l'occorrente per fuggire e l'abbia poi nascosta in fondo all'armadio. Voleva andarsene? Abbandonare marito e figlia di pochi mesi? Non ci sono oggetti della figlia nella sacca, quindi - se fosse giusta la teoria della fuga - non avrebbe previsto di portarla con sé. Perché abbandonare quella creatura che sente di amare con ogni cellula del suo corpo e dalla quale brama attenzioni che fatica a ricevere? Perché se la vita che ricorda era serena?
Questi sono i pensieri che occupano tutte le giornate di Lou. "Perché volevo fuggire?" e "Perché l'assassino ha scelto proprio me?" Pensa a quell'uomo e alla sacca verde più di quanto pensi al marito e alla figlia. O a sé stessa.
La narrazione va avanti aggiungendo mistero al mistero, interrogativi a interrogativi e anche quando l'identità del serial killer sarà nota, le domande di Lou non troveranno risposta. Fino ad arrivare a pag. 134 dove scoppia la bomba, tutto viene rimesso in discussione e le domande senza risposta si moltiplicano.
Quella che sarà la conclusione l'avevo intuita forse già prima di quel colpo di scena, e non credo per la mia spiccata perspicacia, molto probabilmente era nel preciso intento dell'autrice, perché questo non ha minimamente inficiato la voglia di andare avanti, di conoscere la storia della Lou di prima e scoprire meglio la nuova Lou. In questo romanzo, infatti, il caso, la ricerca del movente, i tasselli sparsi, sono solo una faccia di una medaglia che racconta molto di più: racconta la solitudine della società odierna, dove le persone pagano per avere un abbraccio (questo è il lavoro che fa Lou, in una ditta che si occupa di sopperire ai bisogni emotivi dei propri clienti), per sentirsi accolte e confortate, per parlare liberamente di sé stesse senza temere un giudizio.
Racconta la voracità della depressione in generale e della depressione post-partum in particolare, di come una neo mamma senta il peso di dover essere performante, grata alla vita per aver avuto il grande dono della maternità, di come non si senta in diritto di desiderare dei momenti di solitudine, lontano dal frutto del proprio grembo. Di come la fatica psicologica sia completamente sottovalutata, se non ignorata. Di come a una donna venga data solo l'illusione di poter scegliere, mentre i vincoli invisibili siano più tenaci di quelli visibili.
È una lettura che ho molto apprezzato proprio perché questo sentire può essere riconosciuto e valorizzato da chi lo sta provando o lo ha provato in passato.
Ciliegina sulla torta, a venti pagine dalla fine, si svela un particolare inaspettato che mi ha fatto venir voglia di tornare indietro a leggere tutti i brevissimi capitoli che si alternano ai capitoli veri e propri, per gustarli con l'occhio della consapevolezza.
Veramente una gran bella lettura (e viva i libri che attendono pazienti sulle nostre mensole)
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