Fai qualcosa! - Fabio Geda

 

Trama. Una città sul mare, la primavera che avanza, la scuola. Questo è il mondo di Matteo, Anita, Zahira e Luca, quattordicenni che, all'improvviso, capiscono che il modo in cui si gestiscono le cose, lì in mensa, a loro proprio non piace: è la plastica, il problema. È troppa, inquina e sembra che a nessuno importi. Così decidono di mettere in piedi una protesta, ma chi avrebbe l'autorità di ascoltarli non muove un dito e, anzi, qualcuno prova a sabotarli, tanto tra i compagni quanto tra gli insegnanti. E poi c'è lei, la professoressa di Storia con una misteriosa cicatrice sulla fronte, che un giorno racconta di quando aveva vent'anni e protestava al G8 di Genova, nel 2001. E se quella cicatrice arrivasse da lì? Forse lei avrà voglia di ascoltarli e di capire quello che, per i ragazzi come loro, conta come non mai: agire subito, perché un altro mondo è ancora possibile.

Questo libro è stato scossa e rivelazione. Lo ascoltavo su Audible e non ero che all'inizio che già sentivo il bisogno di aver con me anche le sue pagine, il libro fisico da sottolineare e da rileggere. Dalla sedia a sdraio in spiaggia, al secondo giorno di ferie, mi emozionavo e già pensavo a come farlo passare di mano in mano, a come trasmetterlo ai ragazzi, parole come luci da accendere all'interno delle coscienze. Avrei voluto comprarne immediatamente 10 copie per lasciarle sugli zerbini di alcune porte di casa con il biglietto LEGGIMI. Di pari passo con il mio entusiasmo si faceva strada anche un discreto imbarazzo e un pochino di vergogna nel farmi una domanda: alla mia non verdissima età cosa ho fatto per il bene comune e quanto ho difeso la mia idea del mondo, con l'esempio e l'azione? Quanto sono ignorante o meglio quanto è approssimativa la mia conoscenza di alcuni aspetti della storia recente e quanto ho ancora da studiare e da approfondire? Tantissimo, ma non al punto di arrivare a pensare che oramai non valga la pena provarci. 
Procediamo con ordine, tanto per non sembrare una figura un pochino ridicola: la donna di mezza età che sogna la rivoluzione comodamente stesa sul proprio lettino da spiaggia.
La trama ci racconta di come alcuni ragazzi diventino consapevoli del fatto che i cambiamenti non si possono subire e attendere dall'alto, ma siano invece il frutto di scelte individuali e al contempo condivise. Scelte minime, ma che fanno la differenza. L'impegno inizia con un io che diventa noi.
Il leone vede il colibrì andare verso la foresta in fiamme con una goccia d'acqua nel becco. Gli dice "Ma che fai?". E lui risponde "Faccio la mia parte"

Il campo d'azione dei ragazzi protagonisti riguarderà l'ambiente e in particolare il trovare un'alternativa,  nel servizio della propria mensa scolastica, all'utilizzo di materiali di plastica non riciclabile. Uno spunto minimo, tra l'altro nato a seguito di una lezione impartita alla classe da un esperto chiamato dalla stessa scuola. Una questione di coerenza e di quanto alla teoria debba seguire sempre un esempio virtuoso. Puoi insegnare a dei giovani quanto sia dannoso un certo comportamento e poi come istituzione fare esattamente il contrario di quanto hai spiegato? No. Andiamo a vedere in quante mense si usano piatti, bicchieri, posate e altro materiale di plastica? In quanti uffici i bicchierini del caffè non sono riciclabili? 

Matteo, Anita, Zahira e Luca scopriranno subito che prezzo abbia perseguire un bene comune, quando costi guardare la luna e non il dito che la indica e come sia complicato e frustrante mettere a nudo le ipocrisie del mondo adulto. Per raggiungere un piccolo obiettivo sperimenteranno l'ingiustizia, la rabbia e la tristezza nel vedere le buone intenzioni sporcate da chi vuol distruggere e non costruire e da chi minimizza ogni cosa per l'incapacità di mettersi in gioco. Dalla loro professoressa di storia, la Carati, impareranno una lezione ancora più dura. Lei, testimone delle giornate dal G8 del 2001, racconterà loro una verità quasi impossibile da accettare.

Sai non si tratta di sentirsi chiedere scusa. Non mi interessa perdonare, e meno che mai voglio che qualcuno si senta assolto per il fatto di essere stato perdonato. Mi interessano le responsabilità e le intenzioni. Mi interessano le connessioni tra potere e violenza. Per evitare che si ripeta.

Questo romanzo pone delle domande profonde, mette il lettore di fronte a delle scelte. Non è possibile chiuderlo e non pensarci più. Ci si sente in dovere di essere migliori, di fare veramente qualcosa. Di essere quel colibrì con la goccia d'acqua nel becco.

In quanto bibliotecaria la mia goccia d'acqua sarà portare questo libro al maggior numero di lettori e di lettrici. Perché sono sufficienti 4 studenti in una scuola di 300 a mettere in moto un cambiamento, a fare qualcosa.

Ringrazio dal profondo l'autore per questo romanzo che definirei con un solo termine: necessario.

 





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