Klara e il sole - Kazuo Ishiguro

 

Trama: Dalla vetrina del suo negozio, Klara osserva trepidante il fuori e le meraviglie che contiene: il disegno del Sole sulle cose e l'alto Palazzo RPO dietro cui ogni sera lo vede sparire, i passanti tutti diversi, Mendicante e il suo cane, i bambini che la guardano dal vetro, con le loro allegrie e le loro tristezze. Ogni cosa la affascina, tutto la sorprende. La sua voce, cosí ingenua ed empatica, schiva e curiosa quanto quella di un animale da compagnia, appartiene in realtà a un robot umanoide di generazione B2 ad alimentazione solare: Klara è un modello piuttosto sofisticato di Amico Artificiale, in attesa, come la sua amica Rosa e il suo amico Rex, e tutti gli altri AA del negozio, del piccolo umano che la sceglierà. A sceglierla è la quattordicenne Josie. E fin dalla sua prima visita al negozio, nonostante l'ammonimento di Direttrice sulla volubilità dei bambini, Klara sente di appartenerle, e per sempre. Josie è una ragazzina vivace e sensibile, ma afflitta da un male oscuro che minaccia di compromettere le sue prospettive future. Per lei Klara è pronta ad affrontare la brusca autorevolezza di una madre cupa e indecifrabile, l'ostilità spiccia di Domestica Melania e gli scherzi cattivi dei compagni speciali che frequentano con Josie gli «incontri di interazione», e che mal sopportano i diversi. Quando la malattia di Josie colpisce piú duramente, Klara sa che cosa fare: deve trovare colui da cui ogni nutrimento discende e intercedere per la sua protetta, anche a costo di qualche sacrificio; deve impegnarcisi anima e corpo, come se anima e corpo avesse. Nel primo romanzo dopo il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura, Ishiguro torna ai temi esplorati in Non lasciarmi per offrirci una nuova meditazione indimenticabile e struggente sul valore dell'amore e del sacrificio e sulla complessità del cuore umano, composito e sfaccettato come i riquadri in cui si fraziona la vista dell'androide Klara.

Titolo: Klara e il sole
Autore: Kazuo Ishiguro
Casa editrice: Einaudi
Anno pubblicazione: 2021
Pagine: 250 


Di Ishiguro avevo letto Non lasciarmi mentre ero in attesa del mio primo figlio ed era stata una lettura totalizzante, intensa e indimenticabile. Per me Ishiguro sa raccontare la malinconia e lo struggimento come nessun altro. Sono passati gli anni senza che io leggessi altri romanzi di questo scrittore e nel frattempo gli è stato assegnato il Nobel. Pur essendo curiosa non mi sono fatta tentare dal Gigante sepolto, perché non sentivo affinità verso la tematica del libro e poi pochi mesi fa BOOM (ho scritto proprio boom)! Durante uno scambio di opinioni in un gruppo su Facebook che si occupa di letteratura, la moderatrice, persona che stimo molto, scrive di aver trovato il Gigante un libro scritto male (o una cosa simile...considerato che non riesco a ritrovare il post). Io drizzo subito le orecchie (di lettrice) e provo un po' di contrarietà, ma ovviamente (ovviamente per me!) non mi esprimo al riguardo perché sono sostanzialmente pigra e dialogare in questi gruppi a volta richiede un'energia che preferisco indirizzare altrove, ma ci penso e ripenso e mi pare impossibile. Mi sembra di dover fare qualcosa al riguardo, ma non ho voglia di leggere il libro incriminato e infine trovo su Audible  Klara e il sole, libro che per l'ambientazione mi fa pensare a Non lasciarmi, e lo leggo ascolto. Questa lunga introduzione per rassicurarvi: Ishiguro è un grande autore, scrive meravigliosamente e soprattutto attraverso la sua scrittura interroga il mondo e lo rende più ricco! 
Klara e il sole è un libro che pone molti interrogativi e non offre alcuna risposta o almeno non lo fa in modo esplicito. E' una narrazione che ti lavora dentro e che spesso lascia interdetti, in dubbio sull'aver ben compreso le dinamiche che legano i vari personaggi. Talvolta il nitore della scrittura ti regala una sensazione di illusoria tranquillità mista a freddezza ed è invece in questa contrapposizione, un magma di sentimenti che ribolle che viene invece raccontato in modo quasi asettico, che si innesta una nota stonata, dissonante.
Klara è un robot umanoide ad alimentazione solare, non di ultima generazione, ma particolarmente sensibile ed adatto a fare da compagnia ai ragazzi. Per questa sua particolare propensione all'osservazione e per la dedizione che sa dimostrare verrà scelta come androide di Josie, una ragazzina con seri problemi di salute.
Siamo in un futuro prossimo, non meglio definito, certi aspetti ci ricordano la nostra vita, altri rimandano ad altro, una  fantascienza che sta proprio dietro l'angolo. Chiamiamola distopia, ucronia o come preferite, ma si tratta di un domani abbastanza vicino in cui andremo in negozio a comprare i nostri amici, per lasciarli a fissare il muro quando il loro intervento non sarà richiesto. Androidi come bambole da dimenticare in soffitta quando avranno le pile scariche.
Tutta la narrazione è come se scorresse in bilico, sul punto di svelarci qualcosa di fondamentale, ma che non riusciamo ad afferrare. Josie, come prima di lei sua sorella che è morta, si è ammalata perché ha accettato di farsi potenziare? Che ruolo hanno in tutta la vicenda la madre, l'amico Rick e l'ambiguo artista che le sta facendo un ritratto su commissione a Josie?
Klara osserva tutto, cerca di comprendere e vuole aiutare, fino a raggiungere livelli di vera abnegazione che pare impossibile appartengano ad un robot, tanto che spesso sembra lei la sola persona umana del libro.
Quella sua fiducia incrollabile nel sole spesso si confonde con una vera e propria FEDE, scritto proprio così, a lettere maiuscole.
Mentre Ishiguro narra il lettore si sente al sicuro, ma erroneamente, perché protetto dal nitore dalla sua scrittura, mentre come ho scritto anche sopra è proprio dalla contrapposizione tra la forma e quanto è raccontato che scaturisce una fortissima inquietudine, che mantiene sul filo tutta la narrazione quasi si trattasse di thriller. Arrivati alla fine invece la soluzione e ancora più incredibile, umana, inspiegabile e commovente.
Un romanzo che interroga e si interroga su tutta una serie di questioni etiche fondamentali. La scienza, la fede, il progresso e in fondo la selezione.
Quanto resta alla fine è lo sguardo limpido, curioso e mai sazio di Klara, capace di non chiedere nulla in cambio di tutto.
Una chiusa di brivido, una finestra dalla quale malinconici osservare il mondo e la nostra stessa fine, senza rassegnazione, ma con struggente emozione. Io lo definirei sublime.












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