Tutte le cose che non cambieranno mai - Rebecca Stead

 

Trama: Quando i suoi genitori si separano, la vita di Bea cambia. Ora ha due case, due camerette, due finestre dalle quali osservare la luna; il lunedì è del papà, il martedì della mamma... Bea ha due famiglie, entrambe felici e che la amano. È questo che scrive nel suo prezioso taccuino: un elenco di cose bellissime che non cambieranno mai, e che nessuno potrà portarle via. Fino a che suo padre non decide di risposarsi. Beatrice è elettrizzata all'idea di condividere la stanza con una ragazzina della sua stessa età, Sonia, di avere un secondo papà e un cane. Non tutto però va come vorremmo, e Sonia non sembra altrettanto entusiasta di avere una sorella e condividere la nuova vita che la aspetta. Ma se c'è qualcuno che non si scoraggia davanti ai cambiamenti è Bea, che non ha paura di chiedersi che cosa siano le relazioni e non vede differenza tra due persone che si amano. Ed è convinta che la sua lista di cose che non cambieranno mai è solo destinata ad allungarsi.

Titolo: Tutte le cose che non cambieranno mai
Autore: Rebecca Stead
Casa editrice: DeA
Anno pubblicazione: 2021
Pagine: 236

All'inizio questo libro mi ricordava moltissimo Tu non mi conosci, ma di Meg Woolizer e Holly Goldberg Sloan che ho recensito sul blog lo scorso agosto (qui la recensione) e che mi è piaciuto moltissimo. La trama presentava delle similitudini in quanto aveva al centro le vicende di due  ragazzine destinate a diventare amiche-sorelle grazie al matrimonio dei rispettivi padri. Via via che mi addentravo nella lettura però mi rendevo conto che i due romanzi differivano in diversi punti. Innanzitutto  le protagoniste di Tu non mi conosci, ma erano figlie di padri sempre dichiaratamente e apertamente gay, mentre qui il coming out avviene quando le figlie sono più grandi e hanno vissuto in una famiglia "classica" composta da madre-padre. Inoltre in questo libro la protagonista è una sola, Bea, mentre la futura sorella Sonia resta molto sullo sfondo. La vita di Bea è scandita in giornate che lei trascorre a casa di uno o dell'altro genitore. E' presente tutta la tristezza rappresentata da una madre, lasciata dal marito all'improvviso, e che ancora sicuramente ne soffre. Ci sono anche le reazioni della famiglia (zii, cugini), dei compagni di scuola e della stessa Bea, che frequenta una psicologa una volta a settimana per venire a patti con certe difficoltà che il lettore scopre capitolo dopo capitolo. 
Più leggevo e più mi rendevo conto che l'autrice aveva una sua voce, che si differenziava  da quella delle altre due scrittrici. Eppure, nel rispetto delle peculiarità dei due libri, mi è impossibile non confrontarli per l'interessante quadro d'insieme che presentano se accostati. In Tu non mi conosci, ma siamo di fronte a tematiche che vengono trattate con naturalezza e umorismo, non sminuite, ma vissute con una certa verve da una comunità che non rappresenta lo standard. In Tutte le cose che non cambieranno mai invece è come se il tutto fosse capitato a noi, noi che comunque cerchiamo di affrontare le svariate esperienze con il nostro bagaglio di umanità e di empatia, ma che ugualmente ne restiamo destabilizzati se esulano dal nostro vissuto.  Non può lasciare indifferenti vedere la propria mamma soffrire perché forse ancora innamorata di un papà che ama un altro uomo e che cerca disperatamente di non far sentire questa tristezza alla figlia, perché in tutti i modi vuol regalarle una famiglia serena. E allo stesso tempo, Bea pur volendo bene al padre e al nuovo compagno, si sente divisa, come potrebbe sentirsi divisa per una qualsiasi separazione, ma al tempo stesso deve affrontare battute e atteggiamenti critici e derisori che investono la scelta del proprio padre. Non è facile e ancora sicuramente non è una situazione che la società riconosce. La Stead ha un tocco lieve e delicato, ma riesce ad andare a fondo e a portare alla luce tanti comportamenti di Bea, il perché della rabbia che ogni tanto si sfoga, come quell'eczema che le produce incessante prurito che non riesce a gestire.
C'è anche la sua solitudine inconfessabile nel vedere i posti consueti, come la casa delle vacanze al mare, senza gli oggetti della madre, le abitudini andate in pezzi senza aver ancora trovato un nuovo terreno condiviso. Segnano le battute crudeli dei cugini, che pur volendole bene sono adolescenti e non riescono ad affrontare emotivamente la situazione.
Infine c'è Sonia, la sorella del nuovo compagno del padre, che Bea vorrebbe come amica, come vera sorella, ma che meno di lei riesce (o vuole) gestire un contesto familiare pur così simile al suo. Ci sono tanti silenzi che fanno male e tante parole che fanno bene e alla fine un matrimonio che sarà perfettamente imperfetto a modo suo.
La Stead ha raccontato con grande veridicità una situazione possibile, vissuta tra persone che vogliono dare il meglio, sempre, perché sono belle persone, aperte al cambiamento e decise a non scadere mai nel rancore. Un libro in definitiva, seppur meno brioso di quello che ho citato all'inizio, credo decisamente più realistico. Andrebbero letti entrambi, perché si completano e si parlano, approfondendo aspetti diversi e complementari.
Un romanzo pieno di piccole rivelazioni e grandi, immensi, gesti  di reciproca comprensione ed accettazione, che ti parla di un tipo di amore speciale, quello che ti chiede di essere nessun altro, se non te stesso.
Una lettura che alla fine sprigiona tutta la sua forza, senza mai alzare la voce.










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