Premio Bancarella - La regina del Silenzio - Paolo Rumiz

Oggi sarò io, Stefi, a parlarvi di uno dei sei finalisti al Premio Bancarella 2018, e cioè de "La Regina del Silenzio" di Paolo Rumiz, edito da La nave di Teseo.

Titolo: La Regina del Silenzio • Autore: Paolo Rumiz • Editore: La nave di Teseo • N.pagine: 214 • Anno di pubblicazione: 2017 • Copertina rigida € 16,00 • Ebook € 9,99

TRAMA
Il malvagio re Urdal scende da Nord, invade col suo esercito la pianura dei Burjaki e proibisce loro ogni forma di musica. Con tre mostri - Antrax, Uter e Saraton - terrorizza la popolazione. Eco, il mago dai lunghi capelli bianchi che suscita i suoni della terra, viene fatto prigioniero e nella terra dei Burjaki cala il silenzio assoluto. Mila, la figlia del valoroso cavaliere Vadim, ha il dono innato della musica e cresce ascoltando la melodia della natura. Con il suono della sua voce sfida il divieto di Urdal e decide di cercare il bardo la Tahir, l'uomo che le ha insegnato il canto, per guidare insieme la battaglia più importante, nel nome della musica e della libertà.


Dopo l'approfondita analisi fatta dalla mia socia Lea delle vicende che hanno portato Rumiz alla scrittura di questo romanzo (qui), io cercherò di riportarvi le mie personali considerazioni, scaturite dalla lettura di questa fiaba. Parto proprio da qui: ciò che è racchiuso tra queste pagine è una vera e propria fiaba, che si presta molto bene alla lettura ad alta voce, nata dall'esigenza dell'autore di elevare la scrittura su un piano orale, dando sonorità alla prosa, come lui stesso racconta presentando questa storia.
Non mi soffermerò a raccontarvene la trama, che potrete leggere qui sopra, vi dirò invece quali messaggi mi ha portato questa lettura, messaggi potenti che andrebbero veicolati il più possibile attraverso un linguaggio universale, quello della musica.


La musica è il fulcro di questa narrazione, l'autore racconta infatti di una punizione estrema inflitta alla popolazione di Burjaki da una regina malvagia, e cioè l'eliminazione e la distruzione di tutto ciò che è musica, comprese le vocali nelle parole, colpevoli di conferire sonorità al parlato.
Ma quello che la terribile Ubidaga, la Regina del Silenzio, non può fare è silenziare i suoni della terra, della natura. 
La protagonista, Mila, nasce quando già vige questo divieto e cresce riconoscendo tutti i suoni che la circondano come una melodia di vita.

"Mila cresceva e sentiva ogni cosa: il mormorio del torrente, il formicolare degli insetti, il ticchettio della pioggia leggera, il canto del vento tra i rami dei pruni e degli albicocchi, il frullo d'ali delle farfalle, il richiamo siderale dei lupi, persino lo scricchiolio impercettibile delle stelle più lontane."

Questo, forse, è ciò che sta accadendo anche intorno a noi, presi dalle mille incombenze quotidiane e dagli infiniti stimoli artificiali, abbiamo smesso di ascoltare la natura, abbiamo smesso di riconoscere il suono della vita che ci attraversa, interrompendo pian piano l'ascolto, di noi stessi e degli altri, e con esso di comunicare in modo autentico.
Come accade nella storia di Paolo Rumiz, però, abbiamo a nostra disposizione una risorsa fondamentale: la musica, il linguaggio universale che ci permette di abbattere ogni barriera, sia essa linguistica o culturale, compiendo il miracolo di renderci liberi da qualunque oppressione e facendoci sentire figli di un'unica terra.

Un messaggio potente ed inequivocabile, che abbiamo il dovere di consegnare alle nuove generazioni, alle quali lasciamo un compito gravoso ma non impossibile, quello di abbattere le barriere che la nostra generazione e quelle prima di noi, hanno innalzato.

Un libro che a livello grafico è un piccolo gioiellino, impreziosito dalle bellissime illustrazioni di Cosimo Morelli e dalle calligrafie di Pietro Porro (delle quali vi ho dato un piccolo assaggio) e una storia che può essere letta accompagnando ogni capitolo ad un preciso brano musicale eseguito dalla European Spirit of Youth Orchestra, un'orchestra di giovanissimi musicisti europei che si riforma ogni anno con elementi diversi e che è stata musa ispiratrice di questa storia (all'inizio del libro trovate infatti una guida con l'elenco dei brani abbinati al relativo capitolo).
A me non rimane che augurarvi buon ascolto.




Commenti

  1. Sai che non lo avevo neanche notato, nella lista?
    Male, malissimo. :)

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    1. E invece c'è ;)
      Rumiz la definisce una favola per bambini da 8 a 13 anni, ma ascoltando le sue presentazioni si possono cogliere i messaggi rivolti agli adulti. Oltretutto si legge in un soffio.

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  2. Lo leggerò a breve, sempre più curiosa

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