Trama: Il malvagio re Urdal scende da Nord, invade col suo esercito la pianura dei Burjaki e proibisce loro ogni forma di musica. Con tre mostri – Antrax, Uter e Saraton – terrorizza la popolazione. Eco, il mago dai lunghi capelli bianchi che suscita i suoni della terra, viene fatto prigioniero e nella terra dei Burjaki cala il silenzio assoluto. Mila, la figlia del valoroso cavaliere Vadim, ha il dono innato della musica e cresce ascoltando la melodia della natura. Con il suono della sua voce sfida il divieto di Urdal e decide di cercare il bardo Tahir, l'uomo che le ha insegnato il canto, per guidare insieme la battaglia più importante, nel nome della musica e della libertà.
Titolo: La Regina del Silenzio
Autore: Paolo Rumiz
Casa editrice: La nave di Teseo
Anno edizione: 2017
Pagine: 214
Insolito questo libro che si presenta, con le parole dell'autore, come una fiaba per ragazzi dagli otto ai tredici anni e invece impegna il lettore adulto su più livelli. Quanto più una storia sembra semplice, tanto più, a volte, nasconde stratificazione di significati. E allora prima di parlarvene, dopo aver letto il libro effettivamente con grande facilità, mi ritrovo ad ascoltare interviste rilasciate da Rumiz per confrontare le miei impressioni più immediate a quello che lui dichiara. Mentre ascolto la voce dell'autore mi perdo in considerazioni, affascinata da questo scrittore viaggiatore che mi parla dell'incanto dell'Oriente, inteso come dimensione dello spirito, perché ad Oriente nasce il sole.
Paolo Rumiz è uno scrittore triestino che si definisce figlio della frontiera e che ha sempre sentito la profonda diversità di quei luoghi limitrofi e preclusi. Per lui l'Altrove era a pochi passi, desiderabile e vicino. Addentrandosi nell'Europa di mezzo sente di ritrovare i volti di ciò che è stato, come se andasse a ritroso percorrendo il proprio albero genealogico per arrivare al fulcro di se stesso. Una visione ricca ed interessante che lo ha portato alla stesura di questo romanzo, che è un fantasy incentrato sul potere della musica. In una terra medievale, contrassegnata da pianure e fiumi, arriva dal Nord un invasore malvagio che ne riduce in schiavitù la popolazione, vietando il canto e la musica. La sua terribile madre è La Regina del Silenzio del titolo. Sarà una giovane donna armata solo del suo violino, affiancata da un bardo che suona la tambùriza, a riportare la libertà e a sconfiggere l'invasore. La musica intesa come portatrice di alti valori e di civiltà, arte che innalza i cuori e le menti. Dietro a tutto il sogno di un'Europa che pur così diversa e composita può trovare un suo fulcro nel confronto e nello scambio, così come accade ogni anno quando 70-80 giovani provenienti da diversi paesi europei danno vita alla European Spirit of Youth Orchestra. Una magia possibile, che si ripete di anno in anno in modo sempre diverso. Rumiz canta un sogno, che non appartiene ai pazzi, ma ai savi che credono che l'Europa possa essere un edificio che si costruisce giorno dopo giorno.
Le stratificazioni di cui parlavo all'inizio si impongono con forza. La Regina del Silenzio è un fantasy che celebra il potere della musica e dell'arte. Oppure è un fantasy che ci parla di come l'Europa, mille volte dilaniata dall'esterno e dell'interno, resti sempre e comunque la nostra terra, intensamente amata e di come ci sia ancora speranza di poterla vedere forte ed unita.
L'autore pensa che oramai la scrittura sia una forma "debole" rispetto all'oralità e ci consegna una storia che va letta ad alta voce ed ascoltata, ad ogni capitolo, con un accompagnamento musicale specifico dell'Orchestra che ho citato.
Questo è un altro aspetto originale del libro, un tentativo riuscito di legare la forma scritta al racconto orale e alla musica, per tornare al passato e dare forza nuova alle storie e alle parole.
Vi saluto lasciandovi il link relativo alla presentazione che ho ascoltato unito alle belle parole che Rumiz dedica al bambino che è in lui:
"L'orchestra ogni anno si scioglie e come l'Araba Fenice ogni anno rinasce dalle proprie ceneri. Mi piacerebbe tanto che la patria in cui siamo nati, l'Europa, assomigliasse a questa orchestra."
Paolo Rumiz è uno scrittore triestino che si definisce figlio della frontiera e che ha sempre sentito la profonda diversità di quei luoghi limitrofi e preclusi. Per lui l'Altrove era a pochi passi, desiderabile e vicino. Addentrandosi nell'Europa di mezzo sente di ritrovare i volti di ciò che è stato, come se andasse a ritroso percorrendo il proprio albero genealogico per arrivare al fulcro di se stesso. Una visione ricca ed interessante che lo ha portato alla stesura di questo romanzo, che è un fantasy incentrato sul potere della musica. In una terra medievale, contrassegnata da pianure e fiumi, arriva dal Nord un invasore malvagio che ne riduce in schiavitù la popolazione, vietando il canto e la musica. La sua terribile madre è La Regina del Silenzio del titolo. Sarà una giovane donna armata solo del suo violino, affiancata da un bardo che suona la tambùriza, a riportare la libertà e a sconfiggere l'invasore. La musica intesa come portatrice di alti valori e di civiltà, arte che innalza i cuori e le menti. Dietro a tutto il sogno di un'Europa che pur così diversa e composita può trovare un suo fulcro nel confronto e nello scambio, così come accade ogni anno quando 70-80 giovani provenienti da diversi paesi europei danno vita alla European Spirit of Youth Orchestra. Una magia possibile, che si ripete di anno in anno in modo sempre diverso. Rumiz canta un sogno, che non appartiene ai pazzi, ma ai savi che credono che l'Europa possa essere un edificio che si costruisce giorno dopo giorno.
Le stratificazioni di cui parlavo all'inizio si impongono con forza. La Regina del Silenzio è un fantasy che celebra il potere della musica e dell'arte. Oppure è un fantasy che ci parla di come l'Europa, mille volte dilaniata dall'esterno e dell'interno, resti sempre e comunque la nostra terra, intensamente amata e di come ci sia ancora speranza di poterla vedere forte ed unita.
L'autore pensa che oramai la scrittura sia una forma "debole" rispetto all'oralità e ci consegna una storia che va letta ad alta voce ed ascoltata, ad ogni capitolo, con un accompagnamento musicale specifico dell'Orchestra che ho citato.
Questo è un altro aspetto originale del libro, un tentativo riuscito di legare la forma scritta al racconto orale e alla musica, per tornare al passato e dare forza nuova alle storie e alle parole.
Vi saluto lasciandovi il link relativo alla presentazione che ho ascoltato unito alle belle parole che Rumiz dedica al bambino che è in lui:
"L'orchestra ogni anno si scioglie e come l'Araba Fenice ogni anno rinasce dalle proprie ceneri. Mi piacerebbe tanto che la patria in cui siamo nati, l'Europa, assomigliasse a questa orchestra."
Bellissima recensione!!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaCiao Lea,
RispondiEliminasopresa: leggi fantasy italiano?
A parte la De Mari, bene inteso!
Eco... che felice combinazione 😁
La Nave di Teseo, Trieste... segno!
Buona giornata!, Marina
Leggo di tutto, basta che siano romanzi! Per i saggi ci devo lavorare. ;-)
EliminaCredo non faccia per me, ma ti ho letta, come sempre, con piacere!
RispondiEliminaE io ti ringrazio.
EliminaCome Tessa, non credo sia il mio genere, eppure potrebbe non essere una cattiva idea di lettura :)
RispondiEliminaÈ anche una bella idea di Europa. :-)
Eliminasono molto curiosa di leggerlo, speriamo!
RispondiEliminaAscolta anche tu l' intervista Chiara!
EliminaSono molto curiosa di leggerlo! L'ho adocchiato alcuni mesi fa e adoro che sia incentrato sulla musica, credo davvero che me ne innamorerò :D
RispondiEliminaÈ bello tutto il progetto che lo ha ispirato. Ciao :-)
Elimina