Titolo: La bambina nel buio • Autore: Antonella Boralevi • Editore: Baldini+Castoldi • N.pagine: 593 • Anno di pubblicazione: 2018 • Copertina flessibile € 20,00 • Ebook € 9,99
TRAMA
1985. In una splendida villa della campagna veneta, Paolo e Manuela festeggiano i loro venti anni di matrimonio. Hanno una bambina dolcissima di undici anni, Moreschina. Tutta la buona società di Venezia è accorsa alla loro festa. Camerieri in guanti bianchi, champagne nei calici di cristallo, danze, flirt, pettegolezzi, allegria. Eppure, dentro la gioia, vibra una nota di inquietudine. Un'ansia che cresce a ogni pagina. La festa finirà con una tragedia indicibile. 32 anni dopo, una inglesina di trent'anni, Emma Thorpe, sbarca a Venezia. Si porta dietro un segreto. E finisce in un Palazzo sul Canal Grande, che nasconde più segreti di lei. Il proprietario è il conte Bonaccorso Briani. Un uomo durissimo, solitario e misterioso. Il destino mette sulla strada di Emma un seducente commissario siciliano, incallito sciupafemmine. Indagano insieme in una Venezia affascinante e insolita, avvolta dalla nebbia, frustata dalla pioggia di novembre. In un crescendo di tensione e colpi di scena, il mistero di tanti anni prima trova finalmente soluzione. È il mistero del buio che tutti ci abita.
Quando mi è stato proposto questo romanzo ho avuto qualche tentennamento perché (ammetto la mia enorme ignoranza) non conoscevo Antonella Boralevi in veste di scrittrice, ma la sinossi mi intrigava parecchio e il fatto che fosse ambientato parte nella campagna veneta, nella quale sono cresciuta, e parte a Venezia, scenario a mio avviso ideale per un romanzo dalle atmosfere cupe, mi ha fatto capitolare. Mai scelta fu più felice! Ho trovato un romanzo che a dispetto della notevole mole, scorre come l'acqua nei canali veneziani, portandosi dietro angosce, paure, sospetti e intrighi, come solo un romanzo di buon livello sa fare. Quando il lettore si ritrova ad avere la sensazione di essere spiato o seguito, quando sente rumori inesistenti, durante la lettura, allora l'autore ha centrato il bersaglio.
Confesso di aver temuto più volte di voltarmi e trovarmi di fronte Edna, l'enigmatica governante di Palazzo Briani, colei che serve da una vita con immensa dedizione il Conte Briani Bonaccorso, emergere come un fantasma dalle nebbie veneziane.
E di aver spesso provato la sensazione di "respirare acqua" esattamente come quando ci si ritrova a passeggiare tra le calli veneziane in una giornata di nebbia fitta.
Ma andiamo con ordine.
Il romanzo prende il via con il racconto della festa per il ventesimo anniversario di matrimonio di Manuela e Paolo Zanca, due parvenu entrati nel mondo dei ricchi e degli aristocratici grazie alle ricchezze accumulate, con la costante necessità di dimostrarsi all'altezza e di ostentare la perfezione della loro vita. La festa che ha luogo nella villa recentemente acquistata è l'occasione perfetta per dimostrare alla crème dell'alta società veneta di essere loro pari.
E la crème de la crème veneta non perderà occasione per indossare la propria maschera, dietro la quale si celano i pensieri più bassi, i desideri più gretti e i pensieri più meschini, camuffati da sorrisi smaglianti, abiti di alta sartoria, abbracci e baci di circostanza per dar vita allo spettacolo dell'ipocrisia.
Quella sera però non verrà ricordata per l'ottimo prosecco, il delizioso buffet o la meraviglia dei fuochi d'artificio, ma rimarrà impressa nella memoria di tutti per la tragedia con la quale si concluderà, la misteriosa sparizione della figlia undicenne degli Zanca, Moreschina, della quale non si avranno mai più notizie.
Trentadue anni dopo, una giovane ragazza inglese, figlia di amici del conte Briani, arriva a Venezia per respirare aria nuova e cercare di superare un dolore che la sta sopraffacendo. Le spettrali pareti di Palazzo Briani la accoglieranno sussurrandole segreti che non le appartengono, quasi chiedessero aiuto a lei per portarli finalmente alla luce.
In un susseguirsi di congetture e nuove scoperte che sovvertono le ipotesi formulate fino a quel momento, il lettore sarà accompagnato in una sorta di turbine ovattato, tra le calli veneziane, passando attraverso le mura silenziose di un convento veronese, per tornare ogni tanto nei luoghi e nell'epoca della sparizione di Moreschina, in un'aura cupa e tetra che mi ha ricordato molto le atmosfere del film "The others", pur essendo una storia completamente diversa. Fino ad arrivare ad un finale inaspettato, duro, doloroso e agghiacciante, che fa quadrare un cerchio fatto delle peggiori perversioni che l'animo umano possa abitare.
"Tutto il dolore è uguale"
dice Antonella Boralevi, ma non per tutti i dolori c'è redenzione.
Ringrazio Baldini e Castoldi per la copia cartacea di questo bellissimo romanzo, del quale consiglio vivamente la lettura. Ora vado a cercare gli altri titoli di questa autrice, perché ho decisamente intenzione di leggere altro di suo.
Nonostante il numero di pagine e il prezzo, che intimoriscono sì, intuisco sia una lettura che urge: roba mia. Recensione, come sempre, impeccabile. :)
RispondiEliminaAssolutamente roba tua! Un libro che divorerai. E, come sempre, grazie :)
EliminaCara Stefania, le tue parole mi intrigano e non poco. Avevo già appuntato il titolo ma, dopo aver letto la tua recensione, sento il bisogno di leggerlo al più presto. Credo proprio di poterlo apprezzare :)
RispondiEliminaCiao Anna. Credo anch’io che apprezzeresti molto questo romanzo, ne sono quasi certa ;)
EliminaArrivato questa mattina, giusto in tempo per diventare il primo libro da leggere a maggio!
RispondiEliminaInizia proprio bene maggio!
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