Trama: La vita di un professore non è mai facile: la
noia nello sguardo degli studenti, la loro smania di guardare i
cellulari durante la lezione, l'aria che, tra ormoni e finestre chiuse,
si fa ben presto irrespirabile. E in più la consapevolezza che "gli
studenti che vanno bene avrebbero buoni voti con qualunque insegnante;
quelli che vanno male invece vanno male con te".
È così anche per il protagonista di questo romanzo, un professore di
Lettere, cinquantenne, vedovo, solitario, che da tempo ha perso la
fiducia nell'incanto del suo lavoro.
E di incanto non c'è nemmeno l'ombra nella rivoluzione messa in atto
dalla nuova Dirigente scolastica, Lisa Bardella – un passato politico
aggressivo –, decisa a razionalizzare la scuola in base ai più moderni
criteri di valutazione e a renderla una vera e propria "Scuola della
Felicità". Obiettivo principale è aumentare la "Fil", ovvero la Felicità
interna lorda, ma anche, o forse soprattutto, recuperare iscritti.
Nel frattempo, nell'istituto cominciano a verificarsi strani
avvenimenti: chi si intrufola in piena notte per dipingere sulle pareti
enigmatici murales di protesta? E perché gli studenti si sono divisi in
due fazioni concorrenti, i Marci, contrari a quello che considerano un
degrado dell'istituzione scolastica, e i Benesserini, sostenitori invece
della Dirigente e dei suoi metodi?
Il professore, ormai abituato a tenersi a debita distanza dagli affari
della scuola, si ritroverà suo malgrado coinvolto quando alcuni suoi
alunni lo chiameranno in piena notte chiedendogli aiuto.
Titolo: Scuola di felicità
Autore: Gian Mario Villalta
Casa editrice: Mondadori
Anno pubblicazione: 2016
Pagine: 183
RECENSIONE: Mi metto seduta tranquilla, immersa nel silenzio di un orario con una sola cifra e penso a cosa scrivere, perchè a questa recensione ci tengo molto e ci tengo per due motivi: perchè è un bel libro e perchè il suo autore è un mio concittadino. Posso vantare con lo stesso una conoscenza molto superficiale che mi consente un cenno di saluto e a volte una breve battuta quando lo incontro in Libreria (in città ne abbiamo una sola con l'iniziale maiuscola). Attenzione però... siamo friulani e ogni forma di entusiasmo e di interesse andrà accuratamente dissimulata e circoscritta all'interno di un comportamento cortese, ma mai espansivo. Gian Mario Villalta qui a Pordenone è molto conosciuto: come scrittore, come professore e infine come direttore artistico del festival Pordenonelegge. Io fino ad oggi non avevo mai letto un suo libro e ora me ne domando il motivo. Poi questa meravigliosa copertina mi ha chiamata e la trama mi ha intrigata. Ne sono stata pienamente ricompensata: una storia di scuola, ambientata nella mia città, tra le vie, i paesaggi e i modi di pensare che conosco e nei quali mi riconosco. Una geografia che è anche dell'anima ed una prosa pulita, che mi portava a rileggere alcuni passaggi per assaporarli maggiormente, quasi le parole racchiudessero una melodia segreta. La scuola, i professori, gli alunni e i genitori degli alunni: tutti messi a nudo, ma non giudicati, piuttosto descritti e analizzati, ma non dall'esterno.
"Per me va così: faccio i conti ora per ora. "Siamo stati bravi." "Abbiamo fatto schifo." "Oggi non avevamo lo sprint." Uso il plurale perchè ci sono io, certo, e però soprattutto ci sono loro. Mica posso fare lezione da solo. In quel brodo di coltura. Non si fanno le conferenze là dentro. E' chiaro che sono tutte singole personalità, ognuna diversa, va bene. Faccio quello che posso per conoscerli meglio come individui, anche per agire meglio, per ognuno, secondo le sue necessità. Ma poi è vero che sono studenti. Studenti: chi non lo sa cosa vuol dire? E hanno quell'età. E, soprattutto, alla fine, loro sono un gruppo. Etologia elementare: un branco. Io invece di altra specie, e solo."
Dei fatti strani accadono all'interno dell'istituto, piccoli atti sovversivi che vedono contrapposte due diverse fazioni. Non aspettatevi un giallo, troverete piuttosto un modo per parlare ancora di scuola e di come è cambiata. Nessun attimo fuggente, nessun carpe diem che riesca a dare una scossa alla realtà. "Poi siamo rientrati nei ruoli. Sono ruoli più aperti, è vero, ma io credo nei ruoli, e trovo giusto che ognuno abbia il suo.". Della scuola, epoca di ideali e di grandi decisioni, alla fine resta solo un ricordo:
"La scuola finisce presto, e poi ognuno va per la sua strada. Proprio quando si inizia...è ora di lasciarsi per sempre. La scuola è una follia."
Una follia che i professori sono destinati a rivivere ciclicamente visto che loro invecchiano e gli altri, la classe, resta eternamente giovane.
Un romanzo che ha un grazia particolare; è garbato, ma acuto, è ironico, senza mai essere caustico. Esemplare il racconto della fuga di una studentessa che ha dei genitori talmente preoccupati di riconoscerle un'autonomia, economica e affettiva, da arrivare all'assurdo di non accorgersi nemmeno della sua scomparsa. E lei li inganna pur desiderando, senza confessarlo nemmeno a se stessa, che tutta questa fiducia venga revocata in cambio di una normale rivendicazione di autorità genitoriale e di un bel ceffone. Ma dove sono finite le regole che i genitori dovrebbero dare ai propri figli? Privi di guida questi ragazzi non hanno nemmeno più il gusto della trasgressione e devono arrivare, per tutelarsi, ad autocensurarsi.
Mi sono dilungata perchè volevo comunicarvi la mia ammirazione per un libro che nasce proprio qui, dalla mia terra che amo, fortemente, anche nel suo umido grigiore.
Se fossi Mr Ink ora vi consiglierei di ascoltare, come colonna sonora, una canzone dei Tre allegri ragazzi morti che si intitola "Prova a star con me un altro inverno a Pordenone". E se invece fossi Lea, come in realtà sono, rientrando nel mio ruolo farò quello che è anche il mio mestiere e pertanto proporrò questo romanzo a moltissime persone e poi con un po' di emozione ne aspetterò il giudizio, certa che se un lieve difetto può esserci è solo quello di un eccesso di riserbo, compensato dall'eleganza di un concetto semplice, espresso con intelligenza.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali della mia ammirazione, sicuramente l'autore può stare tranquillo: continueremo con il garbato saluto in Libreria. Però lo ribadisco qui: un romanzo di valore che mi è piaciuto molto.
Voto: 4

"Per me va così: faccio i conti ora per ora. "Siamo stati bravi." "Abbiamo fatto schifo." "Oggi non avevamo lo sprint." Uso il plurale perchè ci sono io, certo, e però soprattutto ci sono loro. Mica posso fare lezione da solo. In quel brodo di coltura. Non si fanno le conferenze là dentro. E' chiaro che sono tutte singole personalità, ognuna diversa, va bene. Faccio quello che posso per conoscerli meglio come individui, anche per agire meglio, per ognuno, secondo le sue necessità. Ma poi è vero che sono studenti. Studenti: chi non lo sa cosa vuol dire? E hanno quell'età. E, soprattutto, alla fine, loro sono un gruppo. Etologia elementare: un branco. Io invece di altra specie, e solo."
Dei fatti strani accadono all'interno dell'istituto, piccoli atti sovversivi che vedono contrapposte due diverse fazioni. Non aspettatevi un giallo, troverete piuttosto un modo per parlare ancora di scuola e di come è cambiata. Nessun attimo fuggente, nessun carpe diem che riesca a dare una scossa alla realtà. "Poi siamo rientrati nei ruoli. Sono ruoli più aperti, è vero, ma io credo nei ruoli, e trovo giusto che ognuno abbia il suo.". Della scuola, epoca di ideali e di grandi decisioni, alla fine resta solo un ricordo:
"La scuola finisce presto, e poi ognuno va per la sua strada. Proprio quando si inizia...è ora di lasciarsi per sempre. La scuola è una follia."
Una follia che i professori sono destinati a rivivere ciclicamente visto che loro invecchiano e gli altri, la classe, resta eternamente giovane.
Un romanzo che ha un grazia particolare; è garbato, ma acuto, è ironico, senza mai essere caustico. Esemplare il racconto della fuga di una studentessa che ha dei genitori talmente preoccupati di riconoscerle un'autonomia, economica e affettiva, da arrivare all'assurdo di non accorgersi nemmeno della sua scomparsa. E lei li inganna pur desiderando, senza confessarlo nemmeno a se stessa, che tutta questa fiducia venga revocata in cambio di una normale rivendicazione di autorità genitoriale e di un bel ceffone. Ma dove sono finite le regole che i genitori dovrebbero dare ai propri figli? Privi di guida questi ragazzi non hanno nemmeno più il gusto della trasgressione e devono arrivare, per tutelarsi, ad autocensurarsi.
Mi sono dilungata perchè volevo comunicarvi la mia ammirazione per un libro che nasce proprio qui, dalla mia terra che amo, fortemente, anche nel suo umido grigiore.
Se fossi Mr Ink ora vi consiglierei di ascoltare, come colonna sonora, una canzone dei Tre allegri ragazzi morti che si intitola "Prova a star con me un altro inverno a Pordenone". E se invece fossi Lea, come in realtà sono, rientrando nel mio ruolo farò quello che è anche il mio mestiere e pertanto proporrò questo romanzo a moltissime persone e poi con un po' di emozione ne aspetterò il giudizio, certa che se un lieve difetto può esserci è solo quello di un eccesso di riserbo, compensato dall'eleganza di un concetto semplice, espresso con intelligenza.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali della mia ammirazione, sicuramente l'autore può stare tranquillo: continueremo con il garbato saluto in Libreria. Però lo ribadisco qui: un romanzo di valore che mi è piaciuto molto.
Voto: 4

Che ti è piaciuto molto si capisce, eccome. Bellissima recensione e bellissimo l'amore per la tua terra. E, ovviamente, tienimi da parte il libro ;) !
RispondiEliminaBuon lunedì, socia
Grazie cara la mia Stefi!
EliminaAh, ti ringrazio per la citazione, Lea! Sul libro: non lo conoscevo, ma ora mi ispira moltissimo. :)
RispondiEliminaRicordo quando ti leggevo le prime volte e mi sembravi diversissimo da tutti gli altri. Ancora adesso lo penso.
EliminaPer il libro chissà...lo sento più di molti altri, sarà che si respira l'aria di casa (mia).
LEa
Ti è decisamente piaciuto! Ricordo un mese fa, preciso preciso, quando mi dicevi che volevi leggerlo. Brava Lea, hai fatto incuriosire anche me!
RispondiEliminaDicevo che volevo leggerlo perchè Villalta aveva moderato benissimo l'incontro Marone-De Silva e mi è nata la voglia di approfondire. ;-)
EliminaGrazie di essere passata.
Lea
Ciao Lea! Mia mamma legge molti autori nostrani e penso che andrò a spulciare tra i suoi libri per vedere se ha anche questo titolo.
RispondiEliminaCiao Elisa,
Eliminaora io vado alla ricerca del suo penultimo libro, tanto per farmi un'idea più articolata.
Ciao da Lea
Che bella recensione! e che belle parole per descrivere la tua terra e la sua gente.
RispondiEliminaIl libro lo metto in WL. A te, come sempre, faccio i miei complimenti. Baci.
Grazie Tessa, quando vedo il tuo commento mi sento sempre bene. Sei un'ospite sempre graditissima.
EliminaLea
Sublime, questa recensione è meravigliosa e coinvolgente. Si respira tanto dalle tue parole e soprattutto si capisce benissimo l'effetto che ha avuto su di te questo romanzo. Io lo aggiungo in WL subitissimo proprio a dimostrarti che l'intento di Lea (che poi saresti tu) di consigliarlo a più persone è riuscitissimo! Un bacio
RispondiEliminaAnna!!! Come direbbe Laura...Maestà le Sue parola mi onorano.
EliminaUn bacio
Ciao Lea, caspita, hai scritto una recensione "di pancia", piena di sentimento e ammirazione. Complimenti, contiene entusiasmo contagioso. Non conoscevo l'autore e nemmeno il libro e adesso mi hai incuriosita parecchio. Sono subito andata su Youtube e mentre ti scrivo ascolto Tre allegri ragazzi morti. Un abbraccio
RispondiEliminaGrazie Baba! E come ti sembrano i Tre allegri? Sai che hanno scritto anche una canzone "Quasi adatti" che potrebbe portarci tra le pagine di un libro di Hoeg?
EliminaUn saluto
ciao Lea, che belle parole, sono stata rapita. E capisco quando dici che leggere storie ambientate nella propria città aggiunge quel qualcosa in più che lo fa apprezzare maggiormente. E niente, non sono friulana ma piemontese e rido lo stesso per la reazione da mantenere
RispondiEliminaCiao Chiara, ho come l'impressione che voi piemontesi abbiate dei punti in comune con noi friulani o sbaglio?
EliminaPenso che potrei risolvermi a farmi avanti, con molta difficoltà, solo con Genovesi...o forse no.
;-)
Una recensione bellissima e molto curata! Come al solito mi è venuto voglia di leggerlo!!!
RispondiEliminaGrazie Lidia! Te ne devo parlare durante una delle nostre telefonate.
Eliminaun bacio
Eccomi qui! È tardi lo so, ma oggi ho fatto shopping e tu mi perdoni per l'ora, vero? La recensione, che dire? Magistrale!!! Di pancia, sentita, voluta. Brava Leuccia mia! Io, però, su questo libro per adesso passo, ma una nota in agenda la metto, eh!
RispondiEliminaIo ti perdono tutto, soprattutto se hai fatto shopping in libreria.
EliminaUna nota in agenda è sempre una bella cosa, soprattutto dopo che mi hai scritto delle cose tanto belle.
Veleggio.
Baci
Ritrovare sé stessi tra le pagine per noi lettori credo sia il massimo dell'appagamento,profumi, parole, azioni, scorci e tutto quello che ci ha fatto divenire ciò che siamo. Trovo che tu abbia espresso il tuo parere con sincerità, senza favorire il tuo concittadino e questo credo sia sinonimo di un animo da nobile friulana, che ha saputo aprire un varco in me, come sempre affascinandomi con il pensiero virtuale. Bravissima Lea!
RispondiEliminaMa grazie Cuore! Sapessi quanto mi è costata questa recensione: ci avrò impiegato tre ore, scrivevo e cancellavo. Una sofferenza unica. So che anche per te, a volte, è così e che mi capisci. Più ti è piaciuto il libro e più è difficile scriverne.
EliminaOra vado a leggere la tua recensione di oggi.
Buona notte ;-)
Mi succede molto, ma molto spesso, ti capisco perfettamente :-)
EliminaMi sono sempre chiesta cosa si provasse a stare dall'altra parte della cattedra e, dopo la tua bellissima recensione, penso che questo libro possa fare al caso mio in quel senso. Bravissima Lea, baci ;)
RispondiEliminaCiao Cecilia, dall'altra parte della cattedra la vita è dura. Insegnare è proprio un mestiere difficile.
EliminaLea
Non conoscevo questo libro ma mi ha incuriosita tantissimo. Me lo segno. Bellissima recensione, si vede che ti è piaciuto
RispondiEliminaGrazie mille! Sono proprio felice di averti incuriosita.
Eliminaun saluto da lea