Titolo – Stanza, letto, armadio, specchio
Autore -Emma Donoghue
Traduttore - Spallino Rocca C
N° pagine - 339
Data pubblicazione - 2 novembre 2010
Editore – Mondadori
SBN-13: 978-8804603214
TRAMA
Jack ha cinque anni e la Stanza è l'unico mondo che conosce. È il posto dove è nato, cresciuto, e dove vive con Ma': con lei impara, legge, mangia, dorme e gioca. Di notte Ma' chiude al sicuro nel Guardaroba, e spera che lui dorma quando il Vecchio Nick va a fare loro visita. La Stanza è la casa di Jack, ma per Ma' è la prigione dove il Vecchio Nick li tiene rinchiusi da sette anni. Grazie alla determinazione, all'ingegnosità, e al suo intenso amore, Ma' ha creato per Jack una possibilità di vita. Però sa che questo non è abbastanza, né per lei né per lui. Escogita un piano per fuggire, contando sul coraggio di Jack e su una buona dose di fortuna, ma non sa quanto potrà essere difficile il passaggio da quell'universo chiuso al mondo là fuori...
RECENSIONE
Amici lettori, oggi vi apprestate a leggere una recensione diversa dal solito: una recensione doppia, ma questa volta le due voci sono di una Lettrice QP (Stefi) e di...fiato alle trombe! (si parla di strumenti musicali, ovviamente) Laura Libridinosa!!! Potrete distinguerci dal colore (oltre che dal livello di minchionaggine): Laura in nero e Stefi in viola. Buona lettura!
Amici lettori, oggi vi apprestate a leggere una recensione diversa dal solito: una recensione doppia, ma questa volta le due voci sono di una Lettrice QP (Stefi) e di...fiato alle trombe! (si parla di strumenti musicali, ovviamente) Laura Libridinosa!!! Potrete distinguerci dal colore (oltre che dal livello di minchionaggine): Laura in nero e Stefi in viola. Buona lettura!
Ho
questo libro sul mio Kobo da tempo immemore. Eppure non mi sono mai
decisa a leggerlo, quasi spaventata da una sinossi che mi prospettava
una storia decisamente forte, dura da affrontare, qualcosa che, nel mio
immaginario, mi avrebbe spezzato il cuore.
A chi? Per spezzare il cuore a te, manco Ercole...
Ho
anche visto il trailer del film e il conseguente riaffacciarsi del
libro, con la solita (orrenda) copertina che riproduce la locandina;
eppure io continuavo a starne lontana nonostante le decine di recensioni
positive che fioccavano on-line.
Fioccavano, come i corn flakes che mangia Jake: 100, precisi!
Finché,
qualche settimana fa, la Bacci mi ha detto che aveva intenzione di
leggerlo. E io mi sono detta: “Perché no? Magari leggendolo assieme a
lei (che fa la cretina!) l’atmosfera sarà più leggera!”.
E
la cretina ha detto “Una lettura condivisa nientepopodimeno che con la
vippa Libridinosa?” E chi si faceva sfuggire un’occasione così succosa!
Così,
d’accordo, abbiamo deciso di leggerlo contemporaneamente, di
confrontarci durante la lettura e di scrivere un post a quattro mani (o
due tastiere, come preferite!).
E un neurone e mezzo (sì, il mezzo è il mio).
La storia ci viene raccontata da Jack, 5 anni, recluso dalla nascita in una stanza di 11 mq assieme alla madre.
Ma’
(così la chiama lui) aveva 19 anni quando è stata rapita e reclusa
nella Stanza. Noi li troviamo lì, dove ogni oggetto ha un nome, dove
bisogna inventarsi dei giochi, dove il mondo non è mai entrato se non
attraverso lo schermo della tv.
Jack
non sa che fuori c’è la vita, ci sono le persone, i giochi, la scuola,
il sole, il mare. Jack ha il suo piccolo universo che è fatto da Ma’,
Letto, Porta, Dondolo, Tavolo…
E
Jack ha i suoi rituali, sempre uguali, giorno dopo giorno, perchè gli
danno sicurezza e in certi momenti gli danno la possibilità di
estraniarsi da quello che succede dentro Stanza. Come quando arriva Old
Nick, la sera, e fa cigolare le molle di Letto, allora Jack conta i suoi
denti, che sono venti, non uno di più e non uno di meno e quando ne
conta diciannove è quasi sollevato perchè può ricominciare a contarli.
Ecco,
tutto ciò, raccontato dalla voce di un bambino, avrebbe dovuto
intenerirmi, straziarmi, commuovermi. Io, invece, ho trovato tutta la
prima parte del libro assolutamente pesante, ripetitiva, noiosa. Credo
sia ovvio pensare che l’autrice abbia voluto rendere tutto così
reiterato per trasmettere al lettore le sensazioni che Ma’ e Jack
provavano: quella quotidianità fatta sempre degli stessi gesti,
circondati sempre dagli stessi oggetti, giornate con orari stabiliti per
ogni cosa.
Io,
purtroppo, non sono riuscita ad empatizzare con lo stile di Emma
Donoghue e con i personaggi e questo modo di descrivere le loro giornate
mi è risultato assai pesante, a volte fastidioso, tanto che spesso ho
avuto voglia di mollare lì il libro e passare ad altro.
Ho
proseguito, invece, sperando che la storia avesse una svolta. E la
svolta c’è stata. Ma ha portato tutto ad una forzatura della narrazione a
tratti eccessiva.
Ma’ e Jack rimangono, per me, due personaggi assolutamente estranei, con i quali non sono riuscita a creare alcun legame.
La storia in sé è forte, ma non al punto tale da farmi battere il cuore.
Insomma, per quanto mi riguarda, un libro di cui potevo tranquillamente fare a meno.
Io
invece ho empatizzato molto con JackerJack, l’eroe di Ma’, quel bimbo
che con la sua nascita ha salvato questa ragazza permettendole di non
impazzire avendo come priorità la sua crescita, il suo benessere e le
sue necessità. Di non impazzire? Io se mi ritrovassi chiusa in una stanza di 11 mq e per di più con un infante, sai che fine farei?
Ho
trattenuto il fiato durante la fase della liberazione, quando Mister
Cinque (Jack) aveva sulle sue piccole spalle tutta la responsabilità
della riuscita del loro piano di fuga, dalla quale dipendeva la loro
vita, sia in senso metaforico che fisico.
Ho anche pianto (togliti quella smorfia dalla faccia: sì, ho pianto TU.HAI.PIANTO? *libridinosa sconvolta*) quando il loro piano stava per fallire.
Mentre
ho trovato un po’ tirata la seconda parte del libro, il racconto del
loro ritorno nel Fuori, nella vita vera, odiando a più riprese la figura
della nonna. La nonnna deve schiattare soffrendo!
Proprio in virtù di questo calo nella seconda parte il mio voto è un quattro pieno. E se non calava quanto gli davi? Beh, almeno un quattro e mezzo
VOTO
Chissà
quali meccanismi scattano dentro di noi quando leggiamo un libro, per
cui la stessa storia ci tocca in modi diversi. In questo caso per me
l’empatia con un cinquenne potrebbe (e sottolineo il condizionale)
dipendere dalla mia grande maturità… Vecchiaia,
Bacci, si chiama vecchiaia! E comunque, tutta questa empatia deriva dal
fatto che sei immobilizzata a casa e dipendi da tua figlia, che non ha 5
anni, ma è pur sempre una ragazzina!!
Lascio a te le conclusioni, ringraziandoti per la bella opportunità che mi hai dato.
Ah io devo concludere? Una cosa completa potevi pure farla!
Vabbè,
diciamo che la Bacci stavolta ha ragione: ci sono tanti motivi per cui
la stessa lettura può soddisfare una persona e far storcere il muso ad
un’altra.
Io,
ormai è risaputo, con i bambini ho poco feeling. Diciamo che mi
piacciono quando sono molto molto piccoli, ma appena proferiscono parola
è meglio che mi stiano a distanza. Inizio a prenderli nuovamente in
considerazione quando superano i 10 anni e ci si può parlare come se
fossero pseudo-audulti. Quindi forse è proprio per questo che ho fatto
fatica ad empatizzare con Jack (non che sua madre mi abbia fatto
impazzire, eh!).
adesso non so che fare! lo prendo non lo prendo!!!! ahahaha! brave donne!!! vi amo!
RispondiEliminaBel dilemma eh Sonia? Per me è stata una lettura molto coinvolgente e la consiglio. Magari poi ci dici con chi concordi!
EliminaBaci, Stefi
Stefi benvenuta nel club di chi è sopravvissuto con La Libridinosa! A breve ti arriverà a casa la tessera socio che da diritto ad un cavoletto di niente e il peluche della nostra simpatica mascotte, l'Armadillo Libridinoso!! XD
RispondiEliminaMi fai morire!!!!
EliminaLea
Tu ricordati che a settembre qua devi venire! Qua: sotto il mio tetto, nella mia casa a nutrirti del mio cibo, cibo cucinato da me, con le mie sante manine :D
EliminaVi ho voluto bene...
EliminaLaura 2.0: confermi che l'armadillo è solo un peluche? Perché io non ci metto niente a traslocare eh! E come indirizzo: casella postale e ciaone!
EliminaAnche noi ti abbiamo voluto tanto bene: al funerale va bene se ti metto l'armadillo sulla bara?
come ho già scritto a Laura è un'idea molto molto carina la vostra. E ora sono curiosa di leggerlo per sapere se sono più in sintonia con te o con lei
RispondiEliminaGrazie Chiara! Sono curiosa anch'io di sapere cosa ne penserai tu.
EliminaBaci
Grazie Chiara! Sono curiosa anch'io di sapere cosa ne penserai tu.
EliminaBaci
Recensioni a quattro mani ne ho lette. Ma una recensione a quattro mani con due pareri discordanti, ragazze belle ... questa mi mancava proprio!
RispondiEliminaAllora, io avevo già deciso che il film l'avrei visto, sicuro, al 1000%. Col libro che facciamo? Mumble mumble ...
Secondo te era mai possibile che io e Laura fossimo d'accordo?
EliminaIo ho apprezzato il libro e ieri sera ho anche guardato il film (che ha poche parti dissimili dal libro): come spesso mi accade, sapendo cosa mi aspettava piangevo preventivamente.
Chissà cosa deciderai di fare 😉
La recensione a due tastiere è una bella trovata! Per quanto riguarda il libro, per il momento passo. Tanto lo hai letto tu Stefi..e a me pare di essere a posto.
RispondiEliminaUn bacione daa Lea
Che tu sia a posto, da quando mi frequenti è un po' meno vero...comunque i libri vanno letti solo se se ne ha voglia. E su questo siamo d'accordo.
EliminaBacioni socia
Buongiorno!! Ohhh bene bene :-) Premetto che non credo che leggerò questo libro, non mi ispirava e leggendo due pareri che non vanno d'accordo, credo che passerò. PErò siete belle, simpatiche e brave. Clap clap Clap!!!!!
RispondiEliminaMa buongiorno!
EliminaSe già non ti ispirava passa oltre, anche se a me è piaciuto molto.
Passerei oltre anche sul belle...grazie e bacioni
Bellissima questa recensione a due tastiere ;) Io sono molto curiosa di leggere questo libro anche se temo, effettivamente, che possa prospettarsi come una lettura un pò pesante e dura.. vedremo ;)
RispondiEliminaGrazie! Il fatto che la voce narrante sia quella del bambino lo rende meno pesante, anche se pensando a quello che c'è dietro al racconto mi prendeva il magone. Buona lettura!
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