"Casa dolce casa" di Andrea Kerbaker: dolce, divertente, malinconico

 


Titolo: Casa dolce casa • Autore: Andrea Kerbaker • Editore: Guanda • N. pagine: 144 • Data di pubblicazione: 12 settembre 2025 • Copertina flessibile € 16,00 • Ebook € 9,99

TRAMA

Da tempo George, quasi novant’anni, vedovo, due figlie sparse per il mondo, la memoria che viene e va, è ospite in una casa di riposo inglese. Per quanto il posto sia gradevole e a suo modo accogliente, e lui dotato di un senso dell’ironia che lo aiuta a sopportare qualsiasi situazione, George si sente solo, prigioniero di una realtà che non gli corrisponde. Ha un unico desiderio: fare ritorno a casa, per ritrovare la libertà. Perciò architetta una fuga articolata e precisa. Quando finalmente riesce a mettere in atto il piano, il breve viaggio verso la casa, dolce casa, si rivelerà ricco di incontri imprevedibili e sorprendenti. A volte allegri, quasi goliardici, in altri casi più malinconici; per fortuna, l’umorismo sostiene George in tutte le tappe. E la libertà che assapora durante la fuga ha il gusto prezioso dell’avventura.




Un racconto malinconico sulla vecchiaia, la perdita della dignità nelle "residenze per anziani", la sensazione di essere messi da parte per non intralciare, mentre si vorrebbe fare almeno il minimo che il fisico consente. Vivere, con le limitazioni inevitabili, una vita degna di questo nome, e non sopravvivere in attesa della morte.

"Ma allora chi sei? Un vecchio, ecco la verità; un vecchio superato da tutto, e non c'è linguaggio edulcorato che ti definisca anziano o over qualche cosa che possa rimediare a questa condizione desolante."

George non ne può più di questa non vita.
Rinchiuso tra le mura della Residenza "Bella Vita" che è bella solo per chi paga la retta per non avere pensieri, passa le sue giornate tra l'osservazione delle umiliazioni che subiscono gli ospiti e la progettazione di una fuga, passando le dita stanche sulla superficie delle sue chiavi di casa, nascoste in tasca, unico oggetto che è riuscito a trattenere della sua vita quando ancora poteva chiamarsi così.
Quando finalmente il suo piano riesce e George si dà alla fuga, il racconto prende le sfumature di un giallo.

Seguiamo George al cimitero, mentre fa visita alla moglie e trova dei fiori freschi, i preferiti da lei: chi ce li avrà messi? Le sue figlie vivono lontane...
Assistiamo poi all'incontro con il nuovo reverendo che lo chiama pernome: e chi l'aveva mai visto? Chi gli ha raccontato di George?
Quando, stranito, decide di concedersi una birra (quanto tempo è passato dall'ultima volta che ha goduto di questa gioia?) al pub dove si recava abitualmente, incontra Hugh, che gli dice di averlo visto pochi giorni prima. Come è possibile? E poi... chi è Hugh? George sa di conoscerlo, anche piuttosto bene, ma proprio non riesce a dargli una connotazione.
Tra una situazione tragicomica e l'altra impariamo a conoscere George, il suo mondo, quello che lui fatica a riconoscere, fino ad una conclusione dolce amara che profuma di libertà, ma che stringe il cuore.

"E lì seduto sul grande sasso quadrato ridi, e ridi, e l'umorismo compensa la mancanza di energie che ti impedisce di alzarti e ripartire. Pazienza, le forze torneranno e tu riprenderai a correre, perché ormai lo sai bene: c'è una sola cosa fondamentale, ed è andare via, via via."

Una lettura dolce, divertente e malinconica, per chi, come me, ama entrare in punta di piedi nelle vite vissute a lungo e con intensità e sbirciarne la loro parte più complicata.
 


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