La pila dei libri non letti: l’horror che abita in casa tua
Quando i libri ti guardano (e giudicano) dal comodino, mentre tu fingi di non vederli
Ah, quella sensazione… sapete, quella di essere osservati.
Non da un essere umano — magari, almeno quello potresti mandarlo a quel paese — ma da loro.
Sì, loro: i libri.
Siete finalmente rientrati a casa dopo una giornata pesaaaante, dove tutti quelli che avete incontrato ci hanno messo del loro per farvi agognare di vivere in una grotta in cima a un monte, vi sono arrivate settordici telefonate di maledetti call center, alle quali avete risposto perché aspettavate una telefonata importante, che - ovviamente - è l’unica che avete perso, perché proprio in quel momento stavate spiegando alla signora Coriandoli che non stavate saltando la fila, non eravate nemmeno in fila, ma dovevate solo arrivare al cestino per buttare il volantino che vi avevano cacciato forzatamente in mano.
Aprite la porta di casa, saltate il gatto che stava appostato davanti alla porta pronto a insultarvi perché le crocchette non erano quelle della Boutique del Gatto, gettate il giubbotto sulla prima sedia che incontrate e vi buttate sul divano a stella, vuotando i polmoni da aria e imprecazioni rimaste nel gozzo, e lì, proprio in quel momento, sentite che uno sguardo si sta poggiando sulle vostre spalle… vi girate di scatto e… no, non c’è nessuno, neanche il gatto - che al momento sta grattando dentro la lettiera per sottolineare il concetto che quelle crocchette non sono il massimo -.
Vi alzate guardinghi, controllate tutte le stanze, e respirate di sollievo: nessuno era appostato pronto ad assalirvi.
Andate in bagno pensando “Magari è la vescica piena”, ma quella sensazione non vi abbandona.
Vi guardate intorno e lì, infilato tra il cestino dei deodoranti e quello del pout-pourri c’è lui, il libro che avete desiderato fin dall’annuncio dell’uscita, tre mesi prima, preordinato e abbracciato appena avuto tra le mani, rimirato, aperto e riposto lì al suono di “Torno da te appena finisco il libro in lettura”. Peccato che ne abbiate letti altri tre nel frattempo, perché “vi chiamavano più forte.”
Tornati in soggiorno girate lo sguardo e l’ansia vi attanaglia la gola: sono tutti lì, a fissarvi e ora sentite distintamente anche le loro voci
“Ora tocca a te, dicevi. Ora… era cinque mesi fa!”
“Non vedo l’ora di leggerti, dicevi. Cambia orologio e pure calendario, che è passato un anno, ormai!”
“Finalmente sei tra le mie mani, dicevi. Mani di pastafrolla, visto che mi hai lanciato sulla pila dei da leggere… quando lo sa solo Iddio”
Scappate in camera e avete la netta sensazione che il carrellino - colmo fino all’orlo - dei “da leggere subito” vi venga incontro minaccioso, e mentre lo osservate vedete spuntare la costa di quel libro preso al Festival di Mantova otto anni fa, che volevate leggere subito e che in casa ha già cambiato quindici location, sempre orgogliosamente in cima a tutta la pila dei libri da leggere.
Lo prendete in mano, lo accarezzate e gli dite, con gli occhi a cuoricino, che è “quasi” giunto il suo momento, appena finirete il libro in lettura!
Vi spostate in cucina con il vostro tesoro in mano: dopo aver capito che le uniche entità che attentano alla vostra vita sono sprovviste di arti, avete tirato un sospiro di sollievo e pensato che un caffè adesso ci sta proprio bene. Prima di prendere la caffettiera poggiate il libro sul tavolo, e… oooohhh! Il nuovo romanzo della vostra autrice scandinava preferita è lì, sopra a quello del vostro autore australiano preferito e a quello dell’autore amico del vostro autore italiano preferito. E niente, quello del Festival dovrà aspettare…
In quel momento suona il campanello: è il corriere, con l’agognata copia del vostro autore horror preferito! “Eccola la mia prossima lettura!”
Dietro di voi, dai quattro angoli della casa, si leva un coro di “Eccheminchia!”



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