Cuore Nero di Silvia Avallone



Titolo: Cuore Nero • Autrice: Silvia Avallone • Editore: Rizzoli • N.pagine: 368 • Data di pubblicazione: 22 gennaio 2024  • Copertina flessibile € 20,00 • Ebook € 10,99

TRAMA
L’unico modo per raggiungere Sassaia, minuscolo borgo incastonato tra le montagne, è una strada sterrata, ripidissima, nascosta tra i faggi. È da lì che un giorno compare Emilia, capelli rossi e crespi, magra come uno stecco, un’adolescente di trent’anni con gli anfibi viola e il giaccone verde fluo. Dalla casa accanto, Bruno assiste al suo arrivo come si assiste a un’invasione. Quella donna ha l’accento “foresto” e un mucchio di borse e valigie: cosa ci fa lassù, lontana dal resto del mondo? Quando finalmente s’incontrano, ciascuno con la propria solitudine, negli occhi di Emilia – “privi di luce, come due stelle morte” – Bruno intuisce un abisso simile al suo, ma di segno opposto. Entrambi hanno conosciuto il male: lui perché l’ha subito, lei perché l’ha compiuto – un male di cui ha pagato il prezzo con molti anni di carcere, ma che non si può riparare. Sassaia è il loro punto di fuga, l’unica soluzione per sottrarsi a un futuro in cui entrambi hanno smesso di credere. Ma il futuro arriva e segue leggi proprie; che tu sia colpevole o innocente, vittima o carnefice, il tempo passa e ci rivela per ciò che tutti siamo: infinitamente fragili, fatalmente umani. Con l’amore che solo i grandi autori sanno dedicare ai propri personaggi, Silvia Avallone ha scritto il suo romanzo più maturo, una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe più buie e profonde dell’anima per riempirle di compassione, di vita e di luce

Emilia ha fatto qualcosa.
Qualcosa di terribile.
Qualcosa che vorrebbe cancellare.
Qualcosa che tutti conoscono.
Emilia ha pagato il suo debito con la giustizia. 
Se per la legge il suo è un capitolo chiuso, per Emilia non lo sarà mai.  
Emilia non vuole dimenticare, ma vorrebbe che il mondo la dimentichi, per questo si rifugia a Sassaia, un borgo in mezzo al bosco, dimenticato da Dio e dall'uomo, raggiungibile solo a piedi e in salita, in una casa che offre un tetto e un camino come unici comfort, perché Emilia non pensa di meritare altro.
Emilia quando ride lo fa solo con la bocca, i suoi occhi rimangono spenti, un buco nero sul suo abisso interiore.

Bruno ha subìto qualcosa.
Qualcosa di terribile.
Qualcosa per cui vorrebbe riavvolgere il nastro.
Qualcosa che tutti conoscono.
Bruno pensa che la giustizia non abbia fatto il proprio corso.
Se per la legge il suo è un capitolo chiuso, per Bruno non lo sarà mai.
Anche Bruno si nasconde a Sassaia, per poter rimanere immerso nel proprio dolore. L'unica concessione che si fa è il rapporto con i suoi alunni, i suoi bambini.

Due solitudini, due posizioni opposte, che si incontrano.
Emilia non sa niente di Bruno e Bruno non sa niente di Emilia, ma in qualche maniera i loro abissi si riconoscono, si attraggono. I loro corpi parlano lo stesso linguaggio, quello della disperazione, e inevitabilmente si attraggono.
I loro cuori rifuggono la felicità, non se ne sentono degni, ma le loro anime volano al di sopra, si cercano, si intrecciano. 

"Siamo chiaroscuri.
Buchi pieni di buio da cui escono, a volte, fortuiti tagli di luce. E tu sei buono, l'ho visto subito. Sei arrbbiato, asserragliato in te stesso come un intrico di spine, ma sei buono. A differenza mia."

Una nevicata eccezionale segna il confine tra il loro rapporto fatto di sesso senza un vero legame e la necessità di Bruno di portarlo su un piano più concreto, di conoscenza reciproca.
Fin dall'inizio è Bruno a raccontare: la loro storia, la propria e quella di Emilia e dalle sue parole esce tutta la disperazione di chi non riesce ad oltrepassare l'ostacolo del giudizio.

In questo lungo racconto Bruno ci parla anche di Marta, che ha condiviso con Emilia l'esperienza più dura,  riusciremo a intuire il motivo che l’ha condotta tra le mura del “Convento” - il Minorile di Bologna -, mentre di Emilia conosceremo solo alla fine quale male ha abitato il suo corpo, quale motivo l’ha costretta a trascorrere lì la sua giovinezza.
Ci parla di Basilio, il vecchio imbianchino che abita nell'unica altra casa di Sassaia, che sta restaurando i dipinti della chiesetta di Alma, paesino ai piedi del borgo e che prenderà Emilia a lavorare con sé.
E poi ci presenta Riccardo, il papà di Emilia, un uomo che, dopo aver perso la moglie si troverà a dover affrontare quello che ha fatto la figlia, un uomo illuminato, il padre che ogni figlia meriterebbe. Uno dei personaggi più positivi incontrati nel mio percorso di lettrice, che per certi versi mi ha ricordato il papà di Oliva Denaro, pur avendo vissuto esperienze diametralmente opposte.
Nel racconto di Bruno ci sono anche persone illuminate, come la professoressa Pandolfi, insegnante di Marta ed Emilia al "convento",  e persone meschine, come Patrizia, collega di Bruno, abitata dall'invidia.

Durante la lettura mi è capitato di vedere una pubblicità con protagonista una restauratrice e il mio pensiero è corso a Emilia e alla carta di riso applicata con minuziosa cura sul Giudizio Universale, mi si è stretto il cuore. Questo significa aver raggiunto il lettore nel profondo, questo significa averlo immerso totalmente tra le sue pagine.

Un romanzo che parla di relazioni, di famiglia, che a volte salva, a volte distrugge, altre volte fa entrambe le cose, di violenza domestica e di sentimenti, soprattutto.

“È giusto che il buio sia consegnato unicamente a chi si ama.”

Per tutto il romanzo Avallone ci dà modo di conoscere Emilia, di entrare nel suo cuore, nei suoi pensieri e una volta svelata la sua colpa, decidere se e come giudicarla.
Io ho provato a non giudicarla e ho fallito. Non solo nel senso che non sono riuscita in questo caso specifico, ma proprio nel senso di fallimento personale. Mentre stavo leggendo (e giudicando) mi sono chiesta quanto questo possa essere determinante nel costruire una società civile, che abbia come obiettivo il contenimento di determinati comportamenti: la risposta è stata dolorosa, per me. Ci sto già lavorando. Per questo ringrazio di cuore Silvia Avallone.

E spero che questo romanzo faccia lo stesso per molte altre persone.


                                            

Commenti