Il caso di Miss Beatrice Cade - Emma Flint

 

Trama: Londra, primo dopoguerra . Il mondo sta tornando alla normalità, e anche Beatrice, come tutte le sue coetanee, sente nell'aria la voglia di ricominciare. Peccato che, per lei, di strade ce ne siano poche: essendo sulla trentina, è ormai troppo vecchia per un marito, e non è parte della schiera di donne eroiche che hanno tenuto insieme la famiglia mentre gli uomini erano al fronte. Poi un giorno arriva il sorriso sornione di Tom Ryan a distoglierla da tutto: nuovo agente di commercio nella ditta in cui lei lavora come segretaria, in poche mosse ben congegnate Tom comincia la sua opera di seduzione, e ben presto Beatrice cade tra le sue braccia, pur sapendolo sposato. Ma il loro idillio non dura a lungo. Quando il corpo di Beatrice viene rinvenuto, fatto a pezzi, in una valigia, Tom si ritrova sospettato del più orrendo dei crimini. Eppure, è un padre di famiglia attraente e rispettabile, un uomo pieno di fascino, mentre Miss Cade… lei era solo una zitella decisa a rovinare una bella famigliola. Tra pettegolezzi, maschilismo e pregiudizi, il processo - realmente avvenuto, un sensazionale scandalo nell'Inghilterra bigotta degli anni Venti - va avanti, finché la chiave della sua risoluzione finirà in mano a una sola persona: Kate Ryan. La moglie. Quella che più di tutti dovrebbe odiare Miss Beatrice Cade, la rovinafamiglie.
 
Titolo: Il caso di Miss Beatrice Cade
Autore: Emma Flint
Casa editrice: Piemme
Anno pubblicazione: 2023
Pagine: 375

Sulla copertina, in basso a sinistra, si legge la scritta Thriller. Francamente non so se possa essere definito un thriller, ma di certo è un bel libro a prescindere dal genere nel quale si decida di collocarlo.
La storia è tutta descritta nella trama che ho riportato qui sopra e quando iniziamo a leggere già sappiamo che per Beatrice la strada è segnata da un epilogo violento, eppure ci appassioniamo ugualmente, cerchiamo di evitare di arrivare a quel punto. L'autrice ci racconta un tragico evento utilizzando due diverse voci: quello della vittima Beatrice (ovviamente prima della sua morte!) e quello della moglie tradita, Kate, durante il processo per omicidio nel quale suo marito è imputato. Due donne molto diverse ed empatizziamo con entrambe. Beatrice è una donna sola che si mantiene grazie al proprio lavoro di impiegata. E' una donna che ha passato la trentina e che vive in una residenza per sole donne. Un luogo che non può essere definito casa e che sembra piuttosto un triste studentato per ragazze invecchiate, senza prospettive di reale miglioramento. 
Kate invece è una donna, che ugualmente lavora, ma che ha una figlia e un marito. 
Il punto di raccordo tra le due è proprio il marito di Kate, Tom, un uomo attraente e apparentemente affascinante che viene assunto nella ditta di Beatrice e in pochi mesi ne stravolge la vita.
Questo non è un thriller che può piacere a chi ama le scene forti e l'azione, ma al suo interno viene condotta un'indagine a mio avviso molto interessante che non indaga solo l'omicidio e le sue cause, ma parla in modo profondo, approfondito e coinvolgente della stessa condizione femminile negli anni Venti in Inghilterra. Emma Flint si è ispirata ad un famoso caso di cronaca nera realmente accaduto, ma quel che ne ha fatto è farlo diventare letteratura, un libro che trascende i fatti per andare a fondo nella mente delle due donne. 
In quel periodo una donna sola era alla mercè della società, il non avere una propria famiglia alle spalle la rendeva doppiamente vulnerabile, rispetto a quanto invece lo era un esponente di sesso maschile. Questo è un fatto, senza giri di parole. Un marito ti rendeva "rispettabile" e ti proteggeva anche quando lui stesso rispettabile non lo era. Il personaggio di Tom viene tratteggiato con una miriade di sfumature, ora dalla moglie, ora da Beatrice e alla fine il suo ritratto è qualcosa di difficilmente accettabile,  di moralmente mostruoso. 
Un romanzo che attraverso le parole di Beatrice ci descrive il risveglio dei sensi di una donna che per tutta la vita precedente era, in un certo senso, stata invisibile anche nella propria percezione. Questa sua nuova sensualità la rende pericolosa, perché una donna consapevole e decisa a conquistarsi la felicità non è tollerata. Non lo era allora e non lo è neppure adesso, in un certo senso, visto che  alcuni fatti di cronaca vengono descritti dalle testate giornalistiche con toni da Medioevo. Perché la donna è sempre vittima della dicotomia santa/puttana, madre/rovinafamiglie e via discorrendo. Questo libro ci racconta un altro secolo pur restando attuale e le due voci contrapposte, pagina dopo pagina, diventano parte di uno stesso canto che svela un'ipocrisia. La sfortunata Beatrice troverà solo in Kate la vera e tardiva comprensione, ma il suo sacrificio non andrà sprecato in quanto porterà a qualcosa di nuovo.
Effettivamente nelle prime righe del mio pensiero su questo libro  ho sbagliato:  questo è un thriller nel quale il lettore può assistere ad un'indagine unica, appassionante. Fino all'ultima pagina, fino all'epilogo che credevamo di conoscere, ma del cui orrore ci rendiamo conto solo nell'istante finale. 







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