Il secondo piano - Ritanna Armeni


 

Trama: In un convento francescano di periferia, tra i profumi del giardino e un nuovo quartiere in costruzione, suor Ignazia e le sue sorelle si trovano nella surreale situazione di ospitare al piano terra un'infermeria tedesca e al secondo alcune famiglie sfuggite per miracolo al rastrellamento del Ghetto. A separarli, solo una scala e l'audacia mite di chi non esita a mettersi in gioco fino in fondo. Roma, nell'ultimo anno di guerra, non è «città aperta». I tedeschi, a un passo dalla sconfitta, la stringono in una morsa sempre più spietata, gli alleati stentano ad arrivare, i romani combattono pagando con il sangue ogni atto di ribellione. In una città distrutta dalla fame, dalle bombe, dal terrore, gli ebrei vengono perseguitati, deportati, uccisi, come il più pericoloso e truce dei nemici. E la Chiesa? Mentre in Vaticano si tratta in segreto la resa nazista e il pontefice sceglie, più o meno apertamente, la via della cautela, i luoghi sacri si aprono ad accogliere – sfidando le regole e perfino alcuni comandamenti – chi ne ha bisogno. È così che Ritanna Armeni, con l'entusiasmo rigoroso e profondo di sempre, attraversa un passaggio cruciale della nostra Storia e dà corpo a una vicenda esemplare, che parla di coraggio e sorellanza, di forza e creatività, di gioia, paura, resistenza.


Titolo: Il secondo piano

Autore: Ritanna Armeni

Casa editrice: Ponte alle Grazie

Anno pubblicazione: 2023

Pagine: 278




Ho letto questo libro a fine febbraio e poi l'ho tenuto da parte, ripensandoci di tanto in tanto, riflettendo su tutte le storie che non conosco all'interno della Storia che studiamo sui libri a scuola. Storie piccole, ma significative che vanno riscoperte e raccontate. Sembra poco eppure è molto in un'epoca storica come la nostra in cui basta citare per sentito dire, a volte colpevolmente, per inquinare una fonte. Non mi riferisco al mettere in discussione  la veridicità di un evento con notizie sicure, testimonianze, citazioni di libri, di saggi, ma solo dicendo "pare che", banalizzando e fuorviando.  Mentre la mia pigrizia mi faceva procrastinare la recensione del libro, ecco che a fine marzo parte degli gli eventi in esso narrati  sono diventati oggetto di discussione su social e televisione per delle "considerazioni" (chiamiamole gentilmente così) pronunciate dell'attuale Presidente del Senato. Nel romanzo vengono narrati i fatti  sia dell'attentato di Via Rasella che della rappresaglia delle Fosse Ardeatine. Io che ne avevo appena letto nel libro mi sono stupita e rattristata nel vedere con quanta poca cognizione di causa si potesse parlarne, per quanto chi lo ha fatto avrebbe tutti gli strumenti per poterlo fare in modo preciso e puntuale,  ossia, ad esempio, attraverso i verbali dei processi. Però al tempo stesso mi sono incuriosita e sono andata a cercare altre notizie e mi sono imbattuta in un interessante e coinvolgente intervento di Alessandro Barbero, tra l'altro del 2017 quindi pronunciato diversi anni fa,  che racconta l'attentato nei minimi dettagli.

In questo intervento  (che potete trovare qui) Barbero ad un certo punto dice "Ma noi viviamo in Italia dove i fatti contano meno delle ideologie e dove ognuno si reinventa la storia come piace a lui" a proposito di alcuni falsi storici che da subito circolarono sul noto attentato e la successiva rappresaglia. Questa frase credo abbia colto nel segno e io ho pensato che è necessario sempre mantenere alta l'attenzione, leggere e documentarsi, studiare e avere  un atteggiamento critico su tutto, ragionando su quanto ascoltiamo e leggiamo, per non accettare ogni cosa in modo pigro e passivo. Soprattutto sento anche il dovere di consigliare delle letture che aiutino a contrastare questo brodo primordiale di indifferenza e disinformazione in cui tutti sembriamo immersi.  Questa è una semplice premessa, per quanto dolorosa e per me totalmente scoraggiante, ma il libro è qualcosa di più e di diverso e merita attenzione.

Il secondo piano è infatti una storia di fede, di speranza e di carità. Una storia poco conosciuta del coraggio  di un gruppo di donne che l'autrice riporta alla luce. Pare infatti che suore e monache durante l'occupazione nazista di Roma abbiano nascosto e di fatto salvato tra i 4000 e i 5000 ebrei, Lo hanno fatto in totale autonomia perché non ci sono stata da parte del Vaticano direttive precise in questo senso. Questo è un dettaglio non trascurabile sul quale all'interno del libro ci si sofferma e l'autrice indaga l'atteggiamento del Pontefice Pio XII. Si trattò di pavido silenzio il suo o prudenza accorta? Lo si potrà appurare in futuro, quando tutto il materiale degli Archivi Vaticani sarà studiato.

Ad inizio del romanzo Madre Ignazia, superiora del convento, nel decidere di ospitare un gruppo di ebrei scampati al rastrellamento del ghetto si chiede se stia facendo la cosa giusta, soprattutto perché teme di poter nuocere alle consorelle, ma poi si risponde 

L'accoglienza dei perseguitati è per noi che siamo consacrate, l'unica strada da percorrere

La bellezza di questa risposta! Quella che ti riconcilia con la Fede, con il significato più vero del cristianesimo. Una scelta soprattutto di carità, che alla fine risulta più forte della fede e anche della speranza.  Nel convento, al secondo piano, vivono quindi degli ebrei che le monache nascondono anche con dei bambini piccoli quando all'improvviso, al primo piano, le stesse sorelle si trovano a dove ospitare anche un gruppo di nazisti che chiedono alla madre superiora l'uso di alcune stanze e a volte della cucina. Questa impossibile convivenza viene portata avanti, giorno per giorno, sul filo del rasoio, attraverso omissioni se non vere proprie bugie, sotterfugi, anche per riuscire ad avere maggiori quantità di cibo attraverso i tedeschi stessi. La lettura è coinvolgente per tensione continua, per il pericolo costante, ma anche e soprattutto per il tumulto interiore di queste donne che si trovano a dover rispondere a se stesse, alla propria coscienza e alla propria fede.

L'autrice intermezza la narrazione con delle parti storiche, molto interessanti e che nulla tolgono al flusso della narrazione,  che raccontano Roma "città aperta" nell'attesa dell'arrivo degli alleati. Ci sono i fascisti delatori e Mussoliani convinti, come Remo il sacrestano, dai quali bisogna nascondersi perché denuncerebbero subito e poi ci sono quelli che si schierano sempre e comunque a favore degli oppressi, per contrastare una persecuzione inumana. Tra le pagine l'orgoglio di aver dato filo da torcere agli occupanti, la fierezza di persone che non hanno atteso una liberazione, ma hanno concorso a liberarsi.

Leggendo si scopre un mondo in cui partigiani, gap e monache lavoravano di concerto, queste ultime ovviamente non nella battaglia, ma nella difesa degli innocenti fino ad arrivare alla vera e propria falsificazione dei documenti per permettere loro di scappare. Me le immaginavo con la loro stamperia clandestina e la mia ammirazione per loro è grande.

Ci sono tanti episodi che mi sono rimasti impressi, in particolare l'eccidio del Ponte dell'Industria (andate a cercarlo) e mi è rimasto dentro desiderio di approfondire, di colmare le lacune della mia ignoranza, di avere la conoscenza necessaria per poter liquidare certi commenti "ideologici" e non storici, con parole ben assestate e soprattutto documentate. Studiare significa essere un soggetto difficile alle suggestioni e pertanto libero. Per questo la lettura è sempre strumento di conoscenza e di democrazia.

Un libro attuale, ben scritto e documentato che racconta, come dice l'autrice,  una vicenda straordinaria che  non era stata narrata. Un romanzo che posso consigliare a chi ama le vicende storiche, ma anche a chi ha voglia di riflettere sul vero significato della fede, della speranza e della carità.

Ringrazio Ritanna Armeni per l'ottimo lavoro svolto e Alessandro Barbero per essere quel che è, storico, divulgatore, affascinante oratore. Sono queste le persone di cui la nostra Repubblica ha bisogno. E ovviamente ha bisogno anche di semplici lettori come noi! ;-)






Commenti