Avevo tanti compiti tra cui scegliere, ma scelsi di fregarmene e di dedicare invece il mio tempo alla ricerca delle caccole. Era la scelta giusta, perché dopo un po' di scavo tirai fuori una caccola verde e viscida con una coda lunghissima. A essere sinceri sembrava una ranocchia. Una ranocchiola. Ma io non sono quasi mai sincera, quindi attaccai la ranocchiola sotto il letto insieme ad un mucchio di altre caccole e ranocchiole rinsecchite, oltre a un bel po' di cose segrete. Sotto il mio letto c'erano tantissime schifezze, per l'esattezza quattro sacchetti di Chokladpuffar, due doppi Daim, un sacchetto di Ferrari alla Coca Cola, diversi tipi di liquirizia senza zucchero (bleah), mezzo sacchetto di patatine rustiche, due sacchetti di Polly al gusto di caramelle Pilar. C'erano anche quattordici paia di mutande sporche, la sciarpa preferita di Miriam che le aveva regalato il suo ex, gli orecchini di Miriam con le pietre azzurre, l'annuario scolastico di Miriam, l'elefante di peluches di Miriam chiamato Nasone (che in realtà vuole ancora quando dorme) e il diario di Miriam. Non avevo ancora letto neanche una pagina del diario. Non mi piace leggere.
Forse il brano è un po' lungo, ma valeva la pena riportarlo tutto perché ci dice cose importanti su Jonna. Ci dice che non è particolarmente amante della pulizia (eufemismo), che si abbuffa di nascosto dai genitori di schifezze (chi non lo ha fatto?), che non è quasi mai sincera e che sottrae (altro eufemismo) diversi oggetti alla sorella Miriam, anche se non sa poi che farsene.
Sono indizi importanti, come il fatto che non le piaccia leggere. La sorella più grande, Miriam, è la classica golden girl bella, intelligente e dotata, sempre disposta ad assecondare genitori ed insegnanti. Mentre Jonna è....Jonna è Jonna, la sorella di Miriam. Nella prima parte del libro vengono messe in evidenza le differenze tra di loro, le difficoltà di Jonna a scuola e la fatica di avere una sorella tanto brillante. Sulla famiglia aleggia lo spettro dell'eredità genetica di zia Debbie, la sorella della mamma, una ex tossicodipendente e zia preferita di Jonna, un personaggio unico, ma che spaventa. E se Jonna avesse preso da lei?
Un discrimine fondamentale, il punto di rottura ci sarà quando una notte Jonna taglierà i capelli a Miriam per invidia, richiesta di attenzioni o forse per semplice dispetto. Da questo momento in poi il libro prenderà una piega inaspettata. Succederà qualcosa che non posso svelare, ma che al tempo stesso renderà Jonna finalmente un personaggio che piace e che saprà farsi amare non per i suoi cambiamenti o per la sua maturazione, ma proprio per quel suo restare caparbiamente quella che è: sgradevole, ma coraggiosa, strafottente, ma in grado di mettere in luce le ipocrisie degli adulti. I genitori, che sembrano non comprendere a pieno quella che sta accadendo, sono comunque due persone belle, affettuose, disposte a mettersi in gioco per cercare di tutelare le proprie figlie. Parte del personale scolastico, soprattutto quello che dovrebbe rappresentare l'autorità ne esce invece malissimo.
L'autrice non si perde in recriminazioni, la sua denuncia è doppiamente forte perché schietta, diretta, emerge dai fatti narrati, ma il suo tocco personalissimo è ben rappresentato dal discorso finale di Jonna che suona proprio come una pernacchia (*). Che bello questo libro maleducato e divertente che ci racconta di quanto ci si possa amare anche al di fuori degli stereotipi, non come famiglia del Mulino Bianco, ma come famiglia a basta.
Alla fine, credetemi, Jonna vi piacerà molto. Quanto vorrei fosse la mia musa in certe situazioni!
Ringrazio Camelozampa per avermi inviato la copia cartacea del libro. Fortunati e lungimiranti loro ad avere la Jackert nel loro catalogo! Garanzia di qualità.
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