Ogni tanto, anche se sempre meno spesso, di sera impongo a me stessa l'abbandono del divano e del libro o dell'ultima serie Netflix e mi pianto davanti al pc, per scrivere il mio messaggio in bottiglia con la speranza che arrivi a qualcuno. Di questo libro ho l'obbligo morale di parlarvi, non solo perché è un bel libro, ma perché è un libro da contrabbandare. In piena luce, ovviamente, visto che nessuno ha più tempo di leggere, ma cercano tutti il riassunto dei propri pensieri sui social, serviti pronti e disinnescati, violenti e al contempo innocui. Celeste Ng ci consegna un testimone da far girare, da leggere e meditare, prima nel silenzio e poi da rielaborare nel modo che ad ogni persona risulterà più congeniale. Ed io sono qui nel mio doppio ruolo, di lettrice e bibliotecaria, per mettere nelle vostre mani un dubbio, una domanda e un'inquietudine sulla quale riflettere.
L'unità aveva bisogno di un nemico comune. Un contenitore in cui raccogliere tutta la loro rabbia; un fantoccio che impersonasse di volta i volta tutte le loro peggiori paure
In uno stato divenuto di fatto di polizia il nemico è impersonato dalle persone di origine asiatica. La Crisi viene imputata alla Cina e alla sua egemonia economica e tutte le persone dai tratti orientali sono sorvegliati speciali: la loro fede nei PACT deve essere assoluta, altrimenti rischiano di essere incarcerati e che i proprio figli vengano loro sottratti e ricollocati in altre famiglie. Stesso destino per i figli di chi dubita, di chi dichiara o lascia solo intendere che lo stato attuale delle cose sia antidemocratico. Ultimamente, a proposito delle elezioni di casa nostra condite da varie considerazioni, ho letto una frase che mi ha fatta riflettere, ossia che la democrazia non si misura dal consenso, ma da come viene gestito il dissenso. Sembrerebbe ovvio, ma non lo è. Il dissenso non viene spesso gestito con la forza con la giustificazione che siamo in uno stato d'eccezione? Io stessa a questo proposito sto riflettendo sul passato recente per analizzarlo con maggior freddezza, cercando maggior obiettività. Non è facile.
Tornando al libro Bird vive solo con il padre in quanto la madre, Margaret Miu di origini asiatiche, se ne è andata tre anni prima e sembra sia a capo di un movimento di resistenza, che organizza dei piccoli atti di contestazione, pacifici, ma molto d'effetto. Parliamo di guerrilla art, altro motivo per il quale questo romanzo mi ha lasciata con il fiato sospeso. All'interno della storia, in un ruolo non secondario, ci sono anche i bibliotecari che
E' parte del nostro lavoro, sai: ci occupiamo di informazioni. Le raccogliamo. Le conserviamo. Aiutiamo le persone a trovare quello di cui hanno bisogno. Noi cerchiamo solo di tenere traccia di tutto.
Presto Bird intraprenderà un viaggio e seguiremo a ritroso nel tempo le vicende di sua madre fino ad arrivare ad un punto di congiunzione delle due storie e il ritmo si farà incalzante e ci terrà con il fiato sospeso. Nel frattempo avremo modo di assistere a molti episodi di delazione, violenza e crudeltà che vengono perpetrati da una parte della popolazione nei confronti di altre persone, senza la minima scalfittura, senza che il loro sistema di valori ne venga compromesso. E' agghiacciante e per farcelo comprendere l'autrice, senza dover indugiare in scene forti, metta a nudo la totale assuefazione acritica ad un sistema. Mi preme sottolineare il fatto che Margaret Miu sia una poetessa, la cui raccolta "I nostri cuori perduti", senza che nemmeno lei lo volesse e ne fosse consapevole, è diventate la voce della protesta e l'emblema del dissenso. Allo stato di polizia si può rispondere con la poesia? Il contrasto parla da solo, ci colpisce una volta di più che le parole, di pace e di amore, possano rappresentare l'unica arma efficace per opporsi ad una semi-dittatura. (Interessante a questo proposito la nota finale dell'autrice da leggere e rileggere)
Il finale è doloroso e semplicemente meraviglioso e ti fa sciogliere in un pianto liberatorio. Non ci sono sconti o consolazioni che sfuggano al realismo della narrazione, solo una grandissima fede nelle storie, nel potere della memoria, nella possibilità di interiorizzare dentro di noi la testimonianza di ciò che è stato. Incarnare il verbo, farlo diventare voce. Creare una biblioteca di libri viventi.
A questo romanzo io attribuisco il voto più alto perché è monito e racconto, sofferenza e speranza.
Ascolta. Da qualche parte, là fuori, dire finalmente agli altri: Sentite, quello che sta succedendo non va bene.
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