Le sette morti di Evelyn Hardcastle - Stuart Turton

Titolo: Le sette morte di Evelyn Hardcastle • Autore: Stuart Turton • Traduttrice: Federica Odora • Editore: Neri Pozza • Data di pubblicazione: 28 marzo 2019 • N.pagine: 526 • Copertina flessibile € 18,00 • Ebook € 9,99

TRAMA

Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell’alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento – la morte del giovane Thomas Hardcastle – ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d’artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell’attimo in cui esplodono nell’aria i preannunciati fuochi d’artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell’acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L’invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell’acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l’assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House…

Quando ho visto l'anteprima di questo romanzo ho subito pensato "Ma che fügata! Lo devo leggere" e spinta dalla mia proverbiale compulsività l'ho acquistato appena uscito e messo sullo scaffale.

Man mano che uscivano le recensioni (tuuuuutte entusiastiche) il mio entusiasmo rallentava, perché avevano tutte un tratto comune: parlavano della complessità degli intrecci, dell'elevato numero di personaggi e della necessità di prendere appunti durante la lettura per potercisi raccapezzare. Tutto ciò ha un po' frenato i miei entusiasmi e il libro è rimasto sullo scaffale.

Il settembre successivo Turton era ospite di Pordenone Legge e sentire dalla sua voce la genesi del romanzo e le varie elucubrazioni che avevano accompagnato la stesura, aveva riacceso i miei entusiasmi, placati immediatamente dalla ripresa frenetica della quotidianità.

Complice la rubrica #bookswiffer, con la quale io, La Libridinosa e La Biblioteca di Eliza rispolveriamo libri acquistati e poi abbandonati nelle nostre librerie, finalmente sono approdata alle sue pagine.

La storia ormai la conoscete, un povero cristo del quale conosceremo solo il nome, Aidan Bishop, ma che non è dato sapere chi sia  e perché si trovi nel maniero degli Hardcastle, vive un'esperienza a dir poco bizzarra: ogni mattina si risveglia in un corpo diverso con il solo scopo di risolvere un omicidio che avverrà la sera stessa, quello di Evelyn, la figlia dei proprietari nonché ospite d'onore alla festa che si tiene appunto quella sera. 

La data non è scelta a caso, si tratta infatti dell'anniversario della morte del rampollo Thomas Hardcastle e pare che sia destino festeggiare con un nuovo cadavere.  

Nel momento in cui accade qualcosa al corpo "preso a prestito" Aidan si risveglia in un altro corpo, che potrà essere una new entry come anche una vecchia conoscenza: infatti si risveglierà più volte all'interno dello stesso corpo, continuando la giornata esattamente da dove l'aveva interrotta (abbiate pazienza, meglio di così non riesco a spiegarlo). Il tutto con un fantomatico lacchè alle calcagna che cerca di far fuori l'ospite di turno e un misterioso Medico della Peste che si aggira tra i corridoi con una pesante maschera in porcellana sulla faccia dispensando enigmatici indizi (Porello, in carenza di ossigeno e con le piaghe da sfregamento, provate voi a mettere insieme un discorso coerente!).

Il meccanismo per cui tutte le persone presenti sono potenziali colpevoli non è cosa nuova, ci aveva già pensato la nostra cara zia Agatha, l'elemento soprannaturale invece dà una svolta particolare e interessante.

Ma si rivela anche un'arma a doppio taglio, perché gestire così tante personalità filtrate da un occhio comune, rendendole comunque riconoscibili, non è compito semplice. E al buon Turton non è riuscito del tutto bene, a mio avviso. 

Innanzitutto non ho avuto la necessità di prendere appunti perché la stessa vicenda viene raccontata più o meno allo stesso modo per ogni reincarnazione, aggiungendo via via qualche piccolo particolare. E se da un lato questo può aiutare a memorizzare, dall'altro mi ha fatto più volte alzare gli occhi al cielo esclamando "Ecccheppalle..."; riconoscere i vari personaggi non è molto semplice, ma per destreggiarsi tra i vari nomi viene in aiuto l'invito alla festa stampato all'inizio del romanzo; la lettura spazia tra un momento di noia e pesantezza e un risveglio neuronale per l'apparire del nuovo indizio; le ultime cinquanta pagine prendono poi un'improvvisa accelerazione e la situazione (non del tutto libera dalle nebbie della confusione) subisce almeno un paio di completi ribaltamenti.

Insomma, più di una volta ho avuto la tentazione di affogare con le mie mani Evelina, il signor Bishop e il malefico medico della peste con le sue frasette enigmatiche!

Concludendo, non posso dire che sia una brutta storia, le potenzialità ci sono, come ci sono almeno 150 pagine di troppo che hanno appesantito non poco la lettura. 

Ho letto in rete che Netflix starebbe realizzando la serie tv: sicuramente la guarderò, sperando in un prodotto più godibile e ritmato rispetto al romanzo.





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