La gazza - Elizabeth Day

Titolo: La gazza • Autrice: Elizabeth Day • Traduttrice: Chiara Ujka • Casa Editrice: Neri Pozza • N.pagine: 390 • Data di pubblicazione: 21 giugno 2022 • Copertina flessibile € 19,00 • Ebook € 9,99

TRAMA

La porta grigia, i mattoni del colore delle nocciole tostate, la strada alberata e silenziosa per Londra, il quartiere ben frequentato: una casa perfetta per Marisa, illustratrice di libri per ragazzi, il rimedio a tutto ciò che nella sua vita chiede di essere riparato. Come lo è Jake, naturalmente, confortante come una pietra calda sul palmo della mano. Certo, quando la signora dell’agenzia immobiliare ha aperto la vetrata sul giardino, un uccello è volato dentro. Una gazza bianca e nera, che ha sbattuto contro le pareti prima di sfrecciare fuori, mandando in frantumi un vaso. Per Marisa, però, quell’apparizione improvvisa ha prodotto soltanto una lieve punta di disagio. Nessun segno infausto può offuscare il suo sogno di vivere con Jake e formare con lui una famiglia. Nei mesi successivi trascorsi in quella casa, la vita si svolge perciò, per la giovane illustratrice, come una vera e propria commedia romantica in cui le basta un semplice sguardo di Jake per capire che quell’uomo, cosí poco espansivo nei gesti e nelle parole, è la persona con cui condividere il resto dei suoi giorni. Finché un mattino arriva Kate, l’inquilina destinata a occupare la stanza di sopra, dato che i soldi non bastano mai. Bruna e disinvolta – l’esatto opposto di Marisa nell’aspetto –, trentaseienne critica cinematografica, Kate fa subito suo lo spazio comune della casa, abbandona le scarpe all’ingresso, si intrufola in ogni angolo, lascia lo spazzolino da denti accanto al loro anziché nel bagno di sopra, rivolge indelicate domande sul loro desiderio di avere un figlio, lancia sguardi insistiti a Jake. La sua invadenza si fa via via insopportabile per Marisa. Jake tenta di rassicurarla, ma nemmeno la notizia della sospirata gravidanza riesce a distogliere Marisa dalla sensazione sgradevole di avere un ospite ingrato in casa. Qualcosa non va in Kate: quella donna coltiva qualche oscuro disegno e non si fermerà finché non l’avrà realizzato.

Cose che capitano quando hai delle aspettative troppo alte.

Ho approcciato questo libro sull'onda di pareri più che positivi di lettrici che hanno gusti affini ai miei, leggendo poi la quarta di di copertina dove si parla di "Thriller ad alta tensione" mi sono preparata ad una lettura che mi avrebbe lasciata col fiato sospeso.

Come forse avrete intuito, non è andata così.

Non posso dire che sia stata una brutta lettura, ma sicuramente niente di memorabile o particolarmente sorprendente. Sicuramente, a mio avviso, è sbagliato parlare di Thriller psicologico, perché in nessun momento della lettura sono stata presa dall'angoscia o mi è capitato di sentire la necessità di andare avanti freneticamente per saper cosa sarebbe successo. Proprio no. Un romanzo psicologico sì, ma con qualche riserva.

Senza addentrarmi troppo nella trama, per evitare spoiler grandi come case, "La gazza" è una storia che parla di rapporti tossici, di desiderio di maternità, di ossessioni, e in alcuni passaggi l'ho trovato puntuale, con dei buoni approfondimenti. Per esempio ho trovato molto ben descritto un passaggio nel quale si affronta l'approccio della società rispetto alla maternità.

"Kate trovava straordinario quanti diritti sentissero di avere gli estranei sul suo utero. La gente che aveva appena conosciuto immaginava di conoscere la sua età, le sue inclinazioni sessuali e le sue pulsioni materie. C'era un presupposto, implicito nella domanda, che tutte le donne dovessero desiderare di avere figli e che quelle che non ne volevano avessero delle lacune."

Tra queste righe ho ritrovato tutte le volte in cui mi veniva rivolta la domanda "Figli? Ancora niente?"
Ecco, approfitto di questa occasione per fare nuovamente questo appello a chiunque mi legga: se, quando vi trovate di fronte a una donna o a un uomo senza figli, vi venisse voglia di fare quella domanda, contate fino a dieci, poi ricominciate da capo e poi di nuovo, finché la voglia non vi sia passata. Pensate che dietro a quella che per voi è una "assenza" può esserci un mondo: scelte personali, problemi oggettivi, lutti non confessati, e ogni volta per quella persona significa rivendicare un diritto o rivivere un dolore. Non fatelo.

Pausa pippone conclusa, torniamo a quello che dovrei fare tra queste righe: parlarvi del libro che ho letto.

Ho trovato ben sviluppato anche il racconto del rapporto tossico tra Jake e la madre, una persona egocentrica e accentrista che tiene il figlio sotto il suo giogo usando il sentimento filiale come l'arma più potente e subdola. 
In altre parti invece ho notato una sorta di freddezza nella narrazione, e in generale non sono riuscita ad empatizzare con nessuno dei personaggi, nonostante nei racconti di uno di loro abbia rivissuto una parte importante e complessa della mia vita.
Come ho trovato molto semplicistica la rappresentazione ed evoluzione del disturbo mentale di uno dei personaggi.

Per quanto riguarda il finale devo dire che non l'ho trovato molto credibile, non per l'evoluzione dei personaggi, che ci può benissimo stare, ma per come questa avvenga in un tempo brevissimo, in seguito a un singolo episodio. 

Le mie conclusioni? Un romanzo piacevole e scorrevole adatto a quei momenti in cui si ha bisogno di una lettura che ci intrattenga senza altre pretese.







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