Il compito - Liza Wiemer

 

Trama: Nella cittadina di Riviere, New York, durante la lezione di storia, il professor Bartley assegna ai suoi studenti il compito di inscenare la Conferenza di Wansee, nella quale i vertici del partito nazista delinearono la Soluzione Finale della questione ebraica, i campi di sterminio. Il fine è apparentemente nobile: far capire ai ragazzi la portata tragica di quell'evento. Tra gli schiamazzi dei più superficiali e l'interesse di alcuni ragazzi razzisti e violenti, Logan e Cade si rifiutano di pensare che sia giusto anche solo impersonare per finzione i più importanti criminali nazisti, difenderne le parole e i pensieri e trovare un senso alla follia criminale che portò a milioni di vittime. I due ragazzi non sanno che la loro protesta per il compito aprirà un dibattito prima, e una vera e propria lotta poi, che coinvolgerà le famiglie, la scuola e l'intera cittadina. ISPIRATO A UNA STORIA VERA.

 Titolo: Il compito

Autore: Liza Wiemer

Casa editrice: Il Castoro

Anno pubblicazione: 2022

Pagine: 333


Avevo già iniziato a scrivere quando, zac, ho buttato tutto. Un evento legato alla mia vita privata, mi ha destabilizzata, un'emozione potente e in parte negativa chiede di essere espressa qui per cercare di ricondurre il marasma che ora mi agita ad un livello più accettabile e obiettivo. Un libro, se è un buon libro, è una guida e un incoraggiamento, un modo per tenere sempre monitorato il proprio comportamento, la propria etica. Una sfida continua per cercare di essere migliori, a costo di qualche perdita.

Ora, visto che questa volta sono totalmente e visceralmente me stessa voglio sottolineare anche una seconda cosa prima di tornare al tema centrale. Per regola scrivo solo dei libri che mi sono piaciuti. Spesso questa scelta mi è stata rimproverata, come se fosse troppo facile scrivere o parlare solo di quanto piace. Vorrei diplomaticamente rispondere "Col caxxo che lo è". Sarebbe per me molto più comodo raccontarvi dei libri che non mi hanno convinta: da inizio gennaio ne ho letti ben 5. Sarebbe divertente metterne in risalto le debolezze, le falle nella trama o il tiepido entusiasmo che mi hanno suscitato. Non mi mancherebbero le parole, credetemi. Ma io penso "A che pro?"  Perché buttare il mio tempo per descrivere un libro del quale il prossimo anno avrò solo un vago ricordo? Solo per compiacermi del mio raffinato gusto, del mio latente snobismo (alcuni di questi libri erano abbastanza buoni, ma solo abbastanza)? Per farvi risparmiare 18 euro? A me non interessa. Voglio consigliare dei libri belli, significativi. Ogni volta ci metto l'anima ed è una dannatissima fatica.

Sottolineato questo arrivo al fulcro della questione: Il compito è un libro assolutamente da leggere, di bruciante attualità perché è in grado di metterci di fronte a temi sui quali dobbiamo riflettere. Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, ma ogni giorno è il Giorno della Memoria. Ogni anno ci dobbiamo riflettere di più e non di meno, con maggior consapevolezza e razionalità, senza dimenticare la nostra umanità.

Questa sera sullo stato di un'amica ho letto una cosa vergognosa, vile, inqualificabile. Sul momento ho sentito un gran caldo e ho avuto un improvviso mal di testa, il respiro mozzo. Sono una persona impulsiva e collerica che cerca di tenere a bada la propria rabbia e le proprie emozioni ogni giorno, a costo di grandi sacrifici. Cosa aveva scritto questa  amica che evidentemente conoscevo meno di quanto credessi? Paragonava la Shoah a quanto sta subendo lei in quanto non vaccinata. Non lo faceva attraverso proprie parole, ma il senso era che la Giornata della Memoria in questa situazione non serve a nulla. 

Premetto che le mie idee su Green Pass e Super Green pass non sono esattamente in linea con quelle messe in atto, anche perché in tanti casi danneggiano più le attività che sono obbligate a richiederlo che chi non lo possiede e parlo con cognizione di causa, visto che in quanto bibliotecaria sono stata una delle prime a doverlo controllare con tutte le problematiche connesse. Posso comunque dire, senza timore di essere smentita, che dal primo giorno mi sono prodigata per prestare i libri anche a chi non poteva accedere, portando i libri all'esterno dello stabile anche in tempi brevi. I libri della biblioteca sono per tutti e tutti devono poterli prendere in prestito e questo principio l'ho sempre onorato, anche sentendo i commenti divertiti di chi aspettava all'ingresso e rideva del fatto che io dovessi far su è giù per il corridoio per portare i volumi da visionare. Almeno la bibliotecaria sovrappeso fa un po' di movimento, no? (Divertentissimo) Come ho ascoltato, se sommo i minuti da agosto ad oggi, ore di blateramenti sull'argomento senza mai esprimere il mio parere o palesare la mia disistima per chi preferisce affidarsi a Povia piuttosto che a Telmo Pievani (per dire eh? ... per me Telmo Pievani tutta la vita!). Non giudico, cerco sempre di venire incontro a tutti, ma se paragoni le vittime della Shoah a quelle del Green Pass per me significa che hai perso il senso della Storia e delle proporzioni, ma soprattutto hai perso un pezzetto prezioso di ciò che sei. Sei un "io" gridato forte in un mare di "noi" silenziosi, sei il tuo individualismo più sfrenato che non ha più senso del decoro. Io mi sento mortificata, ma anche indignata. 

Il romanzo di Liza Wiemer è un libro importante e potente perché ci ricorda di quanto sia fondamentale che le istituzioni, Scuola e Stato mantengano sempre l'attenzione alta e vigile sulla Storia. La condanna a razzismo, omofobia, a tutte le brutture del passato non può mai essere data per scontata. Le istituzioni devono esserci sempre in quanto nelle loro dimenticanze o falle si annida sempre il disastro, l'odio che cresce in un istante in una società smodatamente individualista, fuori controllo e pronta ad implodere. 

I protagonisti di questo romanzo, studenti di scuola superiore, un giorno si trovano di fronte ad un dilemma etico di difficile soluzione. Il professore di storia chiede loro di inscenare la Conferenza di Wansee, nella quale i vertici del partito nazista delinearono la Soluzione Finale della questione ebraica, i campi di sterminio. Il fine sembra essere quello di far comprendere ai ragazzi la portata tragica di quell'evento, ma Logan e Cade intuiscono subito che in quel compito si nasconde qualcosa di insidioso e inaccettabile. Non puoi impersonare un nazista e metterti nei suoi panni perché se impersoni il Male il Male ti contamina. Provano coraggiosamente ad opporsi, ma il professore e poi il Preside si infastidiscono per la loro "supponenza". E' interessantissimo nel romanzo osservare come l'autorità si irrigidisca quando viene contestata dal basso e come tale fastidio renda miopi sulla portata a lungo termine di tale decisione. Logan e Cade non si arrenderanno e proseguiranno a rimarcare il loro dissenso, ma oramai la miccia è innescata e nella loro cittadina il cambiamento diverrà tangibile. Il razzismo e tutte le cose peggiori divampano come un fuoco quando le istituzioni voltano la testa altrove. Tutti i ragazzi della classe rimarranno coinvolti. Il Compito alla fine interrogherà la coscienza di ognuno di loro, rivelandone i lati luminosi od oscuri.

Sarebbe stato più facile per i due ragazzi far finta di nulla e svolgere il Compito? Sicuramente, ma una brava persona deve esigere da se stessa quanto di migliore in se stessa coltiva


Ho giurato di non rimanere mai in silenzio davanti ad un essere umano costretto alla sofferenza e all'umiliazione. Dobbiamo sempre prendere posizione. La neutralità favorisce l'oppressore, ma la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato

 Ellie Wiesel


Un libro potente, coinvolgente, importante per ragionare sulla Storia e anche sul Potere e le Istituzioni e sulla capacità del singolo di farsi cambiamento, non per gridare "IO", ma per ricordarci l'importanza del NOI.












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