TRAMA
Può il memoriale di una giovane donna sconvolgere a tal punto, da turbare persino coloro che si avventurano abitualmente nei recessi più oscuri della mente? È quanto accade in queste pagine, nelle quali Margherita B. narra dei fatti accaduti nel 2018, quando prende servizio, stando alle sue parole, come istitutrice presso una famiglia aristocratica, gli Ordelaffi, in una magnifica villa progettata da un celebre architetto alle porte di Roma: la casa di vetro. Il compito che le viene affidato è prendersi cura delle gemelline Lucrezia e Lavinia. Nella casa di vetro, tutto sembra meraviglioso quell’estate. Ogni cosa è scelta con gusto, con garbo, con dedizione. Le gemelle, identiche, sono una meraviglia di educazione e di talento. Lucrezia ama il pianoforte, Lavinia l’equitazione. Ma pochi giorni dopo l’arrivo di Margherita cominciano a rivelarsi presenze terrificanti. Sono loro, dicono le bambine, gli antichi ospiti della casa, tornati per riportare in luce l’orrore. "Loro" rivisita le ossessioni che da anni segnano la narrativa di Roberto Cotroneo: il tema della verità e dell’ambiguità, del bene e del male, della violenza, del sacro e della felicità, quando brucia fino a farsi cenere. Le sue pagine, oscure e strazianti, si muovono per territori sinistri, e indagano soprattutto quella terra di nessuno che è la nostra mente. Un romanzo che, nel suo finale del tutto imprevedibile, è un omaggio alla grande letteratura e, nello stesso tempo, un racconto nitido che si muove dentro uno scenario torbido e sa guardare oltre l’ignoto. Alla fine, a prevalere saranno il fallimento di ogni ragione e il trionfo di un mondo che non è di questo mondo. Perché, come ha scritto Nietzsche: «quando scruterai in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te».
Margherita è una ragazza come tante, in un periodo della sua vita in cui non sa bene che direzione prendere, ha bisogno di chiarirsi le idee sul suo futuro, di prendersi una pausa, ed è per questo che accetta un lavoro come istitutrice presso una famiglia aristocratica.
Dovrà occuparsi di due gemelle di dieci anni, insegnare loro due lingue e impartire lezioni di pianoforte a una delle due. Fin dal primo incontro a Margherita pare di scorgere qualcosa di indefinito ma inquietante nel modo in cui le gemelle interagiscono tra loro e con gli altri: capaci di esplosioni di allegria, tanto quanto di chiudersi in un ostinato silenzio e comunicare tra loro solo attraverso sguardi.
Fin dall'inizio di questa storia sappiamo che Margherita, tra le mura di villa Ordelaffi, ha vissuto un'esperienza sconvolgente, che in seguito a ciò è fuggita in Australia senza portare con sé niente se non la sua paura, perché lo racconta lei stessa nell'incipit, dove spiega al lettore che le pagine che seguono lo porteranno all'interno di un abisso dal quale lei non è certa di essere completamente uscita
"Ho corretto poche frasi: qualche data errata, qualche riferimento inesatto. Nient'altro. Glielo affido con la speranza che la sua saggezza possa rischiarare le tenebre di questo orrore"
Sappiamo anche che Gaetano, il giardiniere della villa, ha un passato oscuro e che gioca un ruolo primario nella vicenda che ha sconvolto Margherita e che tutto ciò culminerà in una notte terribile, dove gli eventi precipiteranno. Sappiamo molte cose, ma in realtà non sappiamo nulla, né cosa sia realmente accaduto né come ci si sia arrivati.
Con non poca inquietudine ci avventuriamo tra queste pagine, raccogliendo indizi e scrutando tra le righe, dove la suggestione più grande proviene dal non detto, dalle sensazioni che ogni personaggio trasmette, suggestione che sembra uscire dalle pagine e avvolgere il lettore in un gioco di specchi dove tutto è al contempo possibile e impossibile.
Durante la lettura mi è capitato più volte di staccare gli occhi dal libro e guardarmi intorno per accertarmi di non essere a Villa Ordelaffi. Difficile anche credere che questa storia sia ambientata ai giorni nostri a Roma, anziché nella campagna inglese dell'ottocento, tanto le atmosfere ci riportano a celebri racconti del passato.
Un po' richiamando "Il giro di vite" di Henry James, un po' il film "The Others", con "Loro" Roberto Cotroneo prende per mano il lettore, lo accompagna al centro dell'abisso per poi scaraventarlo fuori con un finale imprevedibile, consegnandoci un romanzo che, alla resa dei conti, rimane comunque uguale solo a sé stesso.
Deve essere molto particolare e inquietante dalla tua recensione. Un libro che non lascia indifferenti
RispondiEliminaUn libro che inquieta durante tutta la lettura per poi spiazzarti nelle ultime quattro pagine
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