Trama: Heaven indaga l'esperienza e il significato della violenza e il conforto dell'amicizia. Bullizzato per il suo strabismo, il protagonista del romanzo soffre in silenzio. La sua unica tregua è l'amicizia con una ragazza, Kojima, anche lei continuamente vittima dei dispetti delle coetanee per via della trasandatezza con cui si presenta a scuola. Kojima invita il ragazzino protagonista a un fitto scambio epistolare innocente e pieno di sogni, dove non c'è posto per l'angoscia del bullismo. Le lettere si susseguono a gran ritmo, riempiendo fino all'estremo la custodia del dizionario dove il ragazzino le nasconde, nonché diventando l'unico motivo di gioia delle giornate dei due ragazzi, che a scuola tendono a eclissarsi, anche agli occhi l'uno dell'altra. Ci sono molti segreti, cose che secondo la piccola e intelligente Kojima, non potranno mai essere comprese dai compagni di classe, i quali non sanno fare altro che sfogare le loro debolezze su di lei e sul suo amico. Ma qual è la vera natura della loro amicizia se è il terrore ad alimentare il loro legame?
Titolo: Heaven
Autore: Mieko Kawakami
Anno pubblicazione: 2021
Casa editrice: E/o
Pagine: 252
Voglio essere diretta nello scrivere di questo libro: è un pugno nello stomaco. Pensavo di aver letto altri romanzi che trattavano del bullismo, ma in realtà erano solo passi che mi avrebbero portata fino a qui. Qualche volta ho pensato di chiudere il volume ed abbandonarlo, ma poi non potevo, mi pareva esserci una necessità superiore per continuare...primo perchè era scritto bene e secondo perchè non potevo voltare la testa davanti a quelle pagine così dolorose.
I due giovani (troppo giovani) protagonisti si cercano e si trovano perchè all'interno della stessa classe sono ambedue vittime di feroci persecuzioni da parte dei compagni. Feroci persecuzioni è proprio il termine giusto. Lui soffre di strabismo e lei, Kojima, è molto trasandata. Bastano questi due particolari a renderli i bersagli perfetti della cattiveria dei compagni. E' ripugnante assistere a quali livelli si possa arrivare, a come si possa infierire in modi diversi, chi non facendo nulla, come spettatore ugualmente colpevole e chi partecipando attivamente, anche solo con una risata.
La vita dei due ragazzi è un inferno, ma è Kojima la chiave di volta del libro, tanto che dell'altro ragazzo nemmeno viene palesato il nome. E' di lei la decisione di avvicinarsi al protagonista mandandogli bigliettini giornalieri, accuratamente nascosti sotto il banco, così come è lei a definire gli incontri e una strana idea del perchè proprio loro due siano destinati a sopportare le tribolazioni quotidiane. E' molto filosofica la sua interpretazione, al punto che sembra quasi assumere le connotazioni del martirio. Attraverso le mortificazioni che vivono ogni giorno sono destinati a raggiungere una verità superiore. E' proprio quando Kojima esplicita questa sua idea che il libro ha uno scatto in avanti a livello di originalità. Si resta attoniti e quasi affascinati davanti a questo punto di vista e si intuisce che la storia avrà uno sviluppo inaspettato.
Ma deve esserci un significato, deve esserci un motivo per cui subiamo le loro prepotenze. Come posso spiegarti? Ah, sì, è come se fosse una grande prova: dopo aver sopportato tutto, alla fine, ci aspetta un luogo o un evento speciali, qualcosa in cui non ci saremmo mai imbattuti se non avessimo sopportato tutto e resistito fino alla fine. Io ne sono convinta. Tu no?...Loro, i nostri compagni di classe, non capiscono niente. Non capiscono il senso di ciò che fanno. Non hanno mai riflettuto sulle conseguenze che le loro azioni provocano negli altri, sulla sofferenza enorme che il loro comportamento scellerato può generare.
Oltre a Kojima un altro personaggio fondamentale è Momose, uno dei bulli, che non partecipa quasi mai attivamente, ma osserva tutto in modo distaccato. Momose ad un certo punto spiegherà la sua visione del tutto. La sua interpretazione è praticamente opposta a quella di Kojima
Non c'è nessun significato profondo [...] Ti fanno quelle cose solo e unicamente perché hanno voglia di fartele, o almeno è così che la penso. Prima di tutto in loro nasce un desiderio, dopo di che agiscono in base al caso. E nel momento in cui quel semplice desiderio appare non ci sono nè bene nè male. E' solo grazie a una fortuita serie di casualità che viene a crearsi una situazione favorevole alla realizzazione del loro desiderio. Senza l'intervento del caso, quel desiderio resterebbe irrealizzato. Tu, in poche parole, rappresenti la loro situazione favorevole, è il caso che ti mette davanti a loro. Ed ecco che, per soddisfare il desiderio, passano all'azione e ti sottopongono alle loro sevizie.
Il finale, in un crescendo di tensione, sarà in pari misura oscuro e rivelatorio e finalmente il protagonista diverrà realmente tale... del libro e della storia stessa.
Mi sento di fare un unico appunto al romanzo: i due ragazzi parlano in modo non verosimile per la loro età, come si può notare dai due estratti che ho riportato. Non mi è sembrato rilevante, vista l'intensità della scrittura, ma ci ho fatto caso.
Un romanzo interessantissimo, mai banale, feroce, ma anche delicato nella descrizione dei sentimenti dei due ragazzi. Mi ha messo addosso una grandissima tristezza unita alla consapevolezza di aver impiegato bene il mio tempo leggendolo.
Il paradiso del titolo si rivelerà solo alla fine, ma non per tutti. Non per tutti.
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