La mia vita dorata da Re - Jenny Jägerfeld

 

Trama: Per Sigge è arrivata la grande occasione della sua vita di dodicenne: dimenticare gli insuccessi sociali accumulati a Stoccolma e rifarsi una reputazione nell'anonima cittadina in cui abiterà. Con la mamma, le due sorelle e il cane Einstein si è appena trasferito al Royal Grand Golden Hotel Skärblacka, che del grand hotel ha solo il nome ed è gestito dall'esuberante nonna Charlotte, tutta paillettes, auto sportive e animali impagliati. A nulla vale constatare che c'è chi pur conservando la sua stravaganza se la cava alla grande, come Charlotte, appunto, o Majken, la sorellina che invece di parlare urla ma riesce sempre a farsi degli amici: Sigge è determinato a sfruttare i 59 giorni di vacanze estive che restano per ripulirsi delle stranezze che lo fanno sentire un alieno, così tutti faranno finalmente a gara per scattarsi un selfie con lui. Il piano per raggiungere la popolarità è pieno di regole da seguire con metodo: nascondere l'occhio un po' strabico, offrire sigarette di cioccolato, imparare a fare domande e battute e a parlare di sé. Ma dietro l'angolo c'è sempre un imprevisto, e ogni imprevisto è un'avventura. In una narrazione scoppiettante di arguzia e comicità, Jenny Jägerfeld crea un mondo di personaggi indimenticabili per accompagnare Sigge nel suo percorso a ostacoli verso una nuova idea di amicizia, in cui essere «diverso» e «unico» significa solo essere se stesso.

Avete voglia di leggerezza condita con tanta intelligenza? Che ne dite di entrare in un libro popolato da personaggi strampalati, indimenticabili e al contempo tanto, tanto umani? Io a distanza di un mese ancora rido nel rileggere alcune scene. A casa oramai quando parliamo di BANANE inevitabilmente diciamo "Posso tentarti con una pisciabanana?". Non sono impazzita, ma nemmeno posso ampliare troppo il concetto senza finire nel girone infernale di quelli che spoilerano. Fidatevi e basta.
E' un dato di fatto: la collana  I miniborei di Iperborea è piena di gioielli, di libri di altissima qualità. Cito ad esempio tutti i libri di Ulf Stark, tanto per partire da un autore che non mi ha mai delusa e che amo tantissimi. Ed ora Jenny Jägerfeld ci regala questo romanzo che è il primo di una trilogia. Lo trovo perfetto da leggere ad alta voce, magari ad una classe prima della scuola secondaria. Mi immagino i volti dei ragazzi e i loro sorrisi, a volte le risate e i cenni di assenso. In qualche modo devo portarlo fino a loro, di sicuro lo includerò tra i libri consigliati nella giornata annuale dedicata alla lettura (a fine ottobre) che in qui in Friuli chiamiamo Un libro lungo un giorno.
Addentriamoci nella trama: Sigge 12 anni ha una mamma in crisi, un padre che non ha conosciuto, un patrigno che non è malaccio, ma decisamente uno scansafatiche (e per questo ora ex della madre), una sorellina piccola adorabile e una sorella meno piccola e PESTIFERA. Lo scrivo in maiuscolo perché la suddetta sorella parla solo GRIDANDO. Poi Sigge ha anche una nonna abbastanza insolita (a dir poco), presso la quale ora vive insieme alla famiglia (patrigno escluso che è rimasto a Stoccolma) in attesa che la madre si rimetta in senso e trovi un nuovo lavoro. Hanno lasciato la capitale dove a Sigge le cose non andavano molto bene a dirla tutto , visto che a scuola veniva bullizzato, principalmente per il suo strabismo e anche per la sua passione per il pattinaggio artistico.
A casa della nonna ha però la possibilità, data dal periodo estivo, di reinventarsi presentandosi nella nuova scuola ammantato di una popolarità tutta da costruire.
Ovviamente sarà un disastro, un disastro divertentissimo nel quale ci sono gnomi da giardino che vengono rapiti e poi aprono il proprio canale Instagram e mandano cartoline (Il favoloso mondo di Ameliè dopo 20 anni crea ancora meravigliose suggestioni), animali veri e animali impagliati, una vicina di casa dai capelli azzurri, un pensionante della nonna logorroico che si chiama Krille Meringa e ha sempre idee improbabili per la trama di un film e molto, molto altro. Una lettura spassosissima, frizzante e mai banale.
I problemi della famiglia di Sigge sono tanti, ma vengono affrontati con umorismo e speranza, senza mai piangersi addosso. Trovo questa capacità degli autori svedesi o comunque del Nord (penso a Cilla Jackert) di affrontare e spiegare la vita attraverso pagine di un libro, senza mai farti la morale o essere didascalici o, per carità, formativi,  una qualità fantastica. Li ammiro ed invidio tantissimo. Ti raccontano di stereotipi e di luoghi comuni da scardinare con una levità contagiosa, che ti fa venir voglia di rispondere a certe stupide provocazioni solo con una scrollata di spalle e la frase "Ti posso tentare con una culobanana? o con una scoreggiabanana?".  
Non vedo l'ora di leggere il secondo libro delle avventure di Sigge per sentirmi ancora leggera e per avere ancora quella tentazione birichina di fare uno boccaccia alle mie insicurezze. 
Consigliatissimo e persino terapeutico.






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