Tre gocce d'acqua - Valentina D'Urbano

Titolo: Tre gocce d'acqua • Autrice: Valentina D'Urbano • Editore: Mondadori • Data di uscita: 1 giugno 2021 • N.pagine: 369 • Copertina rigida € 19,00 • Ebook € 9,99

TRAMA
Celeste e Nadir non sono fratelli, non sono nemmeno parenti, non hanno una goccia di sangue in comune, eppure sono i due punti estremi di un'equazione che li lega indissolubilmente. A tenerli uniti è Pietro, fratello dell'una da parte di padre e dell'altro da parte di madre. Pietro, più grande di loro di quasi dieci anni, si divide tra le due famiglie ed entrambi i fratellini stravedono per lui. Celeste è con lui quando cade per la prima volta e, con un innocuo saltello dallo scivolo, si frattura un piede. Pochi mesi dopo è la volta di due dita, e poi di un polso. A otto anni scopre così di avere una rara malattia genetica che rende le sue ossa fragili come vetro: un piccolo urto, uno spigolo, persino un abbraccio troppo stretto sono sufficienti a spezzarla. Ma a sconvolgere la sua infanzia sta per arrivare una seconda calamità: l'incontro con Nadir, il fratello di suo fratello, che finora per lei è stato solo un nome, uno sconosciuto. Nadir è brutto, ruvido, indomabile, ha durezze che sembrano fatte apposta per ferirla. Tra i due bambini si scatena una gelosia feroce, una gara selvaggia per conquistare l'amore del fratello, che preso com'è dai suoi studi e dalla politica riserva loro un affetto distratto. Celeste capisce subito che Nadir è una minaccia, ma non può immaginare che quell'ostilità, crescendo, si trasformerà in una strana forma di attrazione e dipendenza reciproca, un legame vischioso e inconfessabile che dominerà le loro vite per i venticinque anni successivi. E quando Pietro, il loro primo amore, l'asse attorno a cui le loro vite continuano a ruotare, parte per uno dei suoi viaggi in Siria e scompare, la precaria architettura del loro rapporto rischia di crollare una volta per tutte. Al suo settimo romanzo, Valentina D'Urbano si conferma un talento purissimo e plastico, capace di calare i suoi personaggi in un'attualità complessa e contraddittoria, di indagare la fragilità e la resilienza dei corpi e l'invincibilità di certi legami, talmente speciali e clandestini da sfuggire a ogni definizione. Come quello tra Celeste e Nadir, che per la lingua italiana non sono niente, eppure in questa storia sono tutto.


"Tre gocce d'acqua" è un romanzo che definirei complicato.
Non nella narrazione, che è sempre lo stesso affilato bisturi con il quale Valentina D'Urbano arriva al cuore malato dei rapporti tra esseri umani, con frasi corte, secche, incisive che si depositano sulla pelle e pian piano entrano in profondità.
Non nella struttura della storia, che è molto lineare e pur nel suo andare avanti e indietro nel tempo mantiene sempre il lettore nel punto in cui deve stare.
È un romanzo complicato per le vicende che vi si svolgono, per la natura dei sentimenti che riempiono le sue pagine, per la difficoltà dei suoi protagonisti di vedersi e riconoscersi.
"A forza di cercare la sorgente delle cose, finisci per trovarla, e se sei costretto a bere non è detto che ti piaccia.
O che non possa avvelenarti."
Celeste, Pietro, Nadir, tre fratelli non fratelli, un legame che ricorda una treccia alla francese, tre vite che si intersecano una sull'altra senza soluzione di continuità, senza mai sollevarsi dalla loro origine; tre persone che non possono evitare di abbeverarsi alla sorgente del loro rapporto, perché è la sostanza stessa di cui sono fatti. Guardando la bellissima copertina di questo romanzo si ha esattamente la percezione del loro rapporto.
Celeste e Pietro, fratelli da parte di padre, Pietro e Nadir, fratelli da parte di madre, Celeste e Nadir, un legame che non ha un nome nel nostro vocabolario e che cerca disperatamente un'identità per poter essere vissuto.
Perché non c'è condanna peggiore di un sentimento che non ha conformazione, che si impone contro la volontà dei suoi protagonisti, che si insinua nelle loro menti contro la loro volontà.
Sono come due pezzi di puzzle storti, Celeste e Nadir, perfetti quando tra di loro si trova Pietro, per il quale provano un sentimento infinitamente puro, alla continua ricerca di un incastro quando Pietro manca.
Pietro è forte, un animo altruista che segue un ideale, combatte per i diritti di chi viene calpestato; Celeste e Nadir traggono la loro forza da quel fratello, da soli zoppicano, cadono e faticano a rialzarsi, e quando di Pietro non si avranno più notizie la loro fragilità esploderà in tutta la sua evidenza.
Ci sarebbe solo un modo per sopravvivere:
"Attraversare le cose, senza lasciarsi attraversare."
L'unico modo impraticabile. Perché a volte succede che siano i sentimenti peggiori, come il livore, il rancore, l'odio, a mantenerci a galla.
Valentina D'Urbano con questo romanzo si conferma la regina del #mainagioia creando tre protagonisti sfaccettati e tormentati e sbattendoli in mezzo alla peggiore delle tempeste senza nulla a cui potersi aggrappare. 
E proprio questo aspetto mi ha impedito di godere a pieno della lettura: pur considerandolo un bel romanzo, ho percepito una sovrabbondanza di pathos e un eccessivo rigore stilistico, che mi hanno portata a metterlo, nella mia scala di gradimento, un gradino sotto ad Acquanera e Isola di Neve.




Commenti

  1. Non il mio preferito di Valentina, ma mi ha commosso moltissimo.
    Comprendo, in ogni caso, le tue riserve!

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    1. Io mi sono emozionata molto sul finale, ma mi è rimasto quel senso di fastidio che non me lo ha fatto godere a pieno. Rimane comunque una bella storia

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