Titolo: La spinta - Autore: Ashley Audrain - Casa editrice: Rizzoli - Anno pubblicazione: 2021 - Pagine 347
Ultimamente sono fortunatissima con gli audiolibri. Dopo Klara e il sole volevo qualcosa di più "adrenalinico" e mi sono indirizzata verso questo libro pensando fosse un thriller. A fine lettura non so dirvi se si tratti o meno di thriller (sicuramente non lo è in modo canonico), ma non ho dubbi che sia potentissimo ritratto della maternità, di quella più scomoda e difficile da raccontare.
L'io narrante è Blythe, una donna segnata. Facciamo la sua conoscenza alla vigilia di Natale, mentre nascosta in macchina, spia dalle finestre la nuova vita del marito. Guarda la figlia Violet, la nuova compagna e il figlio che hanno avuto insieme dopo che lei è stata lasciata. Guarda questa esistenza perfetta che le è preclusa perché lei ha dentro l'inferno. A ritroso, sempre guidati dalla sua voce che non sentiamo mai completamente affidabile, riscostruiamo la sua infanzia di figlia non amata, di moglie, di madre. E poi ancora un po' più indietro, arriviamo fino alla nonna di Blythe, altra donna senza pace come se tutta la linea femminile della sua famiglia avesse dentro la tara di non saper amare le proprie figlie. Così come lei non riesce ad avere un rapporto sereno con Violet, della quale intuisce aspetti oscuri, mentre il marito la reputa la figlia perfetta.
La tensione cresce ad ogni capitolo, ci assale la sensazione di essere di fronte a qualcosa di profondamente sbagliato e guasto. Ma possiamo credere all'io narrante? Oppure dobbiamo cercare indizi al di fuori per riacquistare obiettività?
Tutta la vita, anche la nostra, spesso scorre in bilico tra normalità e tragedia, tra routine e paura, anche quella di non riconoscerci nelle nostre reazioni e sensazioni. Partorire e poi accudire non sono abilità innate, ma richiedono fatica, equilibrio e e grandissimo impegno. Leggendo mi sono tornati in mente piccoli particolari dei primi anni dei miei figli, pesi che sembravano enormi e sensazioni così viscerali da non aver voglia di tornare indietro a pensarci. Questo romanzo strappa un velo su molte dinamiche familiari, su quello che ci si aspetta da una donna e su quanto sia difficile corrispondere a queste aspettative. E poi c'è la parte di thriller psicologico (direi che questa definizione potrebbe adattarsi). Quel dubbio che serpeggia per tutta la narrazione e che poi si scioglie nell'orrore dell'ultimissima riga. Un disvelamento che a ritroso mette in chiaro tutto, con un drizzarsi non metaforico di peli sulle braccia.
Mi è piaciuto e mi è piaciuto molto. Consigliatissimo, ma non alle mamme in attesa.
Anche questo è già il playlist 😉😘
RispondiEliminaMerita!!!! ❤️
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