Nessuno resta solo - Alessandro De Roma


 

Titolo: Nessuno resta solo • Autore: Alessandro De Roma • Editore: Einaudi • N.pagine: 207 • Data di pubblicazione: 13 aprile 2021 • Copertina flessibile € 17,50 • Ebook € 9,99

TRAMA

Nei discorsi di Guido, Tonio viene a malapena nominato. È un figlio inquieto, vagabondo, omosessuale, che il padre fatica a contattare perfino quando deve dirgli che la madre è malata e il tempo rimasto è poco. Del resto anche Guido, per Tonio, non andrebbe messo al corrente di nulla: neppure del suo dolore più grande. Le loro strade si sono sempre incrociate a distanza, attraverso gli occhi degli altri, i discorsi riportati, i racconti che risalgono all'infanzia di uno o alla giovinezza dell'altro. Eppure sono padre e figlio, e i tratti del viso lo testimoniano: una somiglianza che per Tonio, quando se ne rende conto, è «come spalancare una porta sul vuoto». Entrambi sopravvissuti a chi amavano di più al mondo, Tonio e Guido sceglieranno ostinatamente di non cercarsi, resistendo. Almeno finché è possibile. Perché quando ormai non c'è più nulla da chiedere – sembra suggerirci Alessandro De Roma con una voce schietta e profondamente intima – anche chi si è sempre detestato può deporre le armi. Guido e Tonio sono padre e figlio, ma la sola cosa che hanno in comune è il cognome. Per due come loro, abituati a rispettarsi soltanto nel rancore reciproco, l'unico modo per non farsi del male è rimanere lontani. Mentre Guido sceglie di trascorrere con sua moglie la quotidianità di ogni giorno, Tonio, dopo tanto girovagare per il mondo, conosce Nicola e se ne innamora. Nicola per Tonio diventa il centro di ogni cosa: l'amore capace di dar senso a un'esistenza passata a nascondersi, un amore che Guido, se solo sapesse, non accetterebbe mai. Padre e figlio vorrebbero invecchiare accanto alla persona che amano più di ogni altra. Ma non hanno fatto i conti con l'imprevedibilità beffarda del destino. Un romanzo capace di restituire, d'un tratto, l'unica bellezza possibile: c'è sempre modo di fermarsi e scegliere di ascoltare.



"Un figlio non è un amico. Un figlio è solo un'entità biologica. Una incerta emanazione."
Soprattutto se il figlio è come Tonio. E se il padre è come Guido.
Guido e Tonio, padre e figlio, uno spazio siderale a dividerli. Tonio e Guido, figlio e padre, un abisso che nessuno dei due vuole colmare.
Guido è un professore universitario, più odiato che stimato, ma comunque onorevole nel suo essere ligio al lavoro e alle istituzioni. Tonio invece è un animo alla continua ricerca di se stesso, sempre in viaggio, che si accontenta di situazioni precarie pur di non legarsi a un posto, perché in fondo nessun posto è quello giusto quando quello sbagliato sei tu.
Tonio è "uno di quelli là", quelli che non guardano le femmine, e non lo nascondono. Come può un figlio così rendere orgoglioso un padre? Impossibile, inamissibile, soprattutto in casa Floris. 
Guido non trova altra soluzione che cancellarlo dalla propria vita, concentrandosi sul lavoro e sulla relazione con Lucia, l'amore della sua vita.
Tonio dal canto suo fa la stessa cosa, cancella e dimentica. Tanto più da quando è entrato nella sua vita Nicola, una persona solare, buona, genuina, così diversa da lui.
"Di lui non avrebbe avuto la confidenza con gli animali, la fiducia nella natura, nell'acqua, negli alberi; la conoscenza dei venti, dei momenti della semina, della bontà o meno dei frutti, che in un asettico supermercato con merce di importazione, dava a Nicola un'immediata superiorità sulla massa degli acquirenti ignari"
Il destino però a volte è beffardo e in questa storia decide di togliere ad entrambi l'unico scopo di vita: Nicola muore in un incidente stradale, mentre Lucia si ammala gravemente fino a spegnersi.
Guido e Tonio rimarranno entrambi desolatamente soli, con il proprio dolore, più simili l'uno all'altro di quanto non possano immaginare. Per quanto cerchino di riempire quell'enorme vuoto, più fanno e più lo allargano.
Che differenza c'è tra il vuoto di Guido che ha perso la donna della sua vita, che lo ha reso padre, anche se di un figlio così,  e il vuoto di Tonio, che ha perso l'unica persona che lo abbia mai veramente amato?
L'unica differenza è che Guido può gridarlo al mondo, Tonio invece deve piangere in silenzio, non visto, perché non sarebbe normale una tale disperazione per un amico, un coinquilino.
La cosa più dolorosa è che Tonio non si arrabbia, ma si rassegna, tristemente, a vedersi negare la possibilità di vivere apertamente le proprie emozioni.
Arrivati a questo punto della loro vita, a Tonio e Guido non resta più nessuno a cui rivolgersi se non la persona che più detestano al mondo.
Lascio a voi scoprire se il dolore riuscirà a riavvicinarli o li allontanerà ulteriormente.
Dal canto mio vi posso consigliare la lettura di questo che è un racconto malinconico, triste, senza veri e propri sprazzi di luce, ma intimo e sentito, un viaggio nei sentimenti di un padre e un figlio che si respingono perché troppo simili, un romanzo sull'elaborazione del lutto, un ottimo spunto di riflessione perché non assume mai una posizione giudicante: durante la lettura, infatti sarà semplice perteggiare per il personaggio che più si avvicina al nostro modo di essere.
Ringrazio la Casa Editrice per avermi fornito la copia cartacea





Commenti

  1. Lo avevo notato, ma non mi ero soffermato sulla trama. Sembra una storia familiare, dolorosa, molto nelle mie corde. Grazie.

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