Recensione "Lady Chevy" - John Woods



 Titolo: Lady Chevy • Autore: John Woods • Traduttore: Michele Martino • Editore: NN • Data di pubblicazione: 21 gennaio 2021 • Copertina flessibile € 18,00 • Ebook € 8,99

TRAMA

Amy Wirkner ha diciotto anni e tutta la vita davanti: intelligente e determinata, vuole andare al college e diventare una veterinaria, per lasciarsi alle spalle i bulli, che la chiamano Lady Chevy per il suo fondoschiena massiccio come una Chevrolet, e i suoi genitori, eredi di un retaggio culturale razzista e responsabili di pessime scelte. Come molti altri cittadini di Barnesville, Ohio, i Wirkner hanno infatti venduto i diritti di estrazione mineraria delle proprie terre alla Demont, che sta avvelenando l’acqua e gli abitanti, incluso il fratellino di Amy. Una notte, alla porta di Lady Chevy bussa Paul, il ragazzo di cui lei è innamorata, che vuole far saltare in aria una cisterna della Demont. Amy si lascia coinvolgere e dovrà fare i conti con un omicidio spietato, un assillante senso di colpa, e con l’enigmatico agente Hastings. Intrecciando toni noir e atmosfere di horror quotidiano, John Woods racconta un’America violenta e maltrattata, devastata da irrimediabili ambiguità morali. E ci regala Lady Chevy, una protagonista indimenticabile, che non ha paura del mostro nascosto nella sua anima ed è pronta a liberarlo pur di conquistare il cielo aperto del futuro.

Torno dopo un po' di tempo con la recensione di un libro che non lascia speranza né ai suoi protagonisti, né al lettore.
Barnesville era una cittadina circondata da boschi, immersa nella natura, della quale l'autore ci restituisce descrizioni decisamente poetiche; una cittadina dove il marcio era strisciante nell'animo dei suoi abitanti,  emergendo solo in alcuni individui. 
Il suolo di Barnesville però nascondeva ricchezze minerarie che avrebbero potuto arricchire chi le avesse sfruttate al meglio. Alcune ditte, quindi, offrirono somme allettanti a chi possedeva terreni da poter sfruttare. Chi, fino a quel momento, aveva condotto una vita al limite della povertà non si sarebbe mai perdonato di aver perso un'occasione simile, tanto più che le informazioni sulle modalità di estrazione dei minerali erano rassicuranti: tutti sistemi rispettosi dell'ambiente e degli abitanti.
Dicevano.
Che dal momento in cui sono iniziate le trivellazioni l'acqua sia diventata imbevibile, è un dettaglio trascurabile. Che quella stessa acqua sia inutilizzabile anche per una semplice doccia, anche.
Nel momento in cui facciamo la conoscenza di Barnesville, la situazione è già al limite del collasso: in ogni pagina scorre un'acqua putrida, maleodorante; c'è chi fa chilometri per procurarsi acqua decente da poter bere, chi spende fior fior di quattrini per mettere un impianto di depurazione. E chi non fa né questo né quello, beve e muore, lentamente.
È in questo scenario che incontriamo Amy, una diciottenne con un solo scopo nella vita: diventare veterinaria e affrancarsi da una vita che le ha riservato solo il peggio. Figlia di un uomo senza spina dorsale e di una donna ai limiti della ninfomania, che esce la sera con tizi improbabili, rientrando poi appagata ma con un carico infinito di sensi di colpa. Nipote di un ex Gran Dragone del Ku Klus Klan, con uno zio che ha combattuto a Baghdad e ora guida dei furgoni portavalori. Sorella di un bambino preda di violente crisi epilettiche. Vittima di ripetuti episodi di bullismo fin dall'infanzia.
"Da quando avevo sei anni, alzarmi e andare a scuola è sempre stato un atto di forza, di resistenza. Mi prendevano in giro perché ero giovane, perché ero povera. Non si stancavano mai di giudicarmi. Sapevo che ridevano alle mie spalle, che ero lo zimbello di tutti. Perché andavo in giro con i vestiti macchiati che non mi entravano nemmeno.  Perché avevo i capelli arruffati. Una ragazza non dovrebbe presentarsi così, non dovrebbe essere così."
Sopravvive, Amy, soprannominata Lady Chevy per il suo "bagagliaio" imponente, in attesa di poter finalmente vivere una vita che la soddisfi, lontana dalla marea di degrado e disperazione nella quale cerca di mantenersi a galla. Dell'infanzia ha conservato l'amicizia con Paul e Sadie e sarà proprio in nome di questa che la sua vita prenderà una piega inaspettata e che metterà in pericolo tutto il futuro che ha minuziosamente progettato.
“La cosa più bella sarebbe non essere mai nati.”
In uno spaccato di storia americana, una cultura nata sulle ceneri di un genocidio, con una forte componente razzista, l'autore ci mostra il lato nascosto, la polvere sotto il tappeto di una nazione che ha fatto della libertà e dell'opportunità di riscatto, il suo baluardo, conquistate a caro prezzo.
Il racconto alterna capitoli numerati nei quali è Amy a svelarsi, a capitoli contraddistinti dalla lettera H, narrati in terza persona,  nei quali entreremo nella vita di Hasting, un poliziotto enigmatico, ombroso, ossessionato dall'ordine e tutt'altro che onesto.
Verremo travolti in una spirale discendente di dannazione nella quale il solo scopo di ogni personaggio è la sopravvivenza, dove ognuno agisce per raggiungere questo unico obiettivo, facendo ciò che è necessario, male compreso.
Un libro nel quale la parola speranza è bandita, dove non ci sono appigli per risalire, dove l'animo umano viene inesorabilmente annientato. Una lettura che vi trascinerà nel gorgo dell'annientamento, dove faticherete a empatizzare con i personaggi, perché ognuno di loro è meritevole di biasimo, ma che vi travolgerà e vi sbalordirà, al termine del quale ringrazierete di avere la fortuna di vivere in una realtà molto lontana, con la speranza di non dovercisi avvicinare mai.
Una scrittura che conquista nel suo crudo realismo, un esordio che sorprende, per un altro titolo azzeccato da questa casa editrice che non delude mai.









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