Ragazza, donna, altro - Bernardine Evaristo

 

Trama: È una grande serata per Amma: un suo spettacolo va in scena per la prima volta al National Theatre di Londra, luogo prestigioso da cui una regista nera e militante come lei è sempre stata esclusa. Nel pubblico ci sono la figlia Yazz, studentessa universitaria armata di un’orgogliosa chioma afro e di una potente ambizione, e la vecchia amica Shirley, il cui noioso bon ton non basta a scalfire l’affetto che le lega da decenni; manca Dominique, con cui Amma ha condi­vi­so l’epoca della gavetta nei circuiti alternativi e che un amore cieco ha trascinato oltre­oceano… Dalle storie (sentimentali, sessuali, familiari, professionali) di queste donne nasce un romanzo corale con dodici protagoniste: etero e gay, nere e di sangue misto, giovani e anziane; impiegate nella finanza o in un’impresa di pulizie, artiste o insegnanti, matriarche di campagna o attiviste transgender. Cucite insieme come in un arazzo, le loro vite (e quelle degli uomini che le attraversano) formano un romanzo anticonvenzionale e appassionante che rilegge un secolo di storia inglese da una prospettiva inedita e necessaria.

Titolo: Ragazza, donna, altro
Autore: Bernardine Evaristo
Casa editrice: Sur
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 523



Ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo viene presentato in diversi blog letterari come libro rivelazione per la sua originalità, di tematiche e scrittura, e per l'alto valore letterario. Dopo averlo letto non posso che confermarlo. Tanti libri sono puro intrattenimento, altri sono semplicemente dimenticabili o addirittura brutti, molti sono buoni e alcuni, ma pochi (e il libro della Evaristo é uno di questi) prendono quello che tu pensi di aver capito sul mondo e su te stesso e lo portano ad un livello superiore, tanto che ti chiedi se mai smetterai di imparare e di allargare i tuoi orizzonti. Sono i libri migliori, quelli indispensabili, quelli che ti fanno comprendere che tutta la tua vita è un percorso senza punto d'arrivo. Mai perfetta, ma sempre perfettibile.
E' un romanzo ammaliante nel quale le varie protagoniste che si alternano nel narrare le loro esistenze  sembrano quasi tirarti per la giacca: ne sospendi la lettura e fai altro, ma non resisti e ti concedi un'altra storia e poi un'altra e all'improvviso, senza capire come, ti ritrovi all'ultima pagina e ti senti stringere dalla commozione.
Ma in concreto di cosa parla di questo romanzo? Di 12 donne nere, che vivono o hanno vissuto in Inghilterra, di provenienza sociale, professione ed età diverse. Alcune di loro sono omosessuali, alcune odiano gli uomini, altre sono vittime di razzismo o violenza, una è gender-free e ognuna di loro ha una storia unica e interessante che getta una luce diversa, più vera su quello che pensavamo di sapere o sui fraintendimenti del politicamente corretto. Raramente sono riuscita ad entrare con tale intensità in vite così differenti dalla mia solo per rendermi conto che tanto diverse in fondo non lo sono. Viviamo forse avvolti in idee precostituite, nonostante le migliori intenzioni e il costante tentativo di essere obiettivi. I condizionamenti sono troppi e l'unico atteggiamento possibile è quello di interagire con gli altri trattandoli semplicemente come persone e non inserendoli in categorie. Quante volte succede? Il comunista, il buonista, il fascista, il maschilista, la femminista... L'autrice già dalla prima pagina chiarisce il concetto con la dedica:
 
per le sorelle e le donne / e i nostri fratelli e i nostri uomini / e i membri LGBTQI+ / della famiglia umana
 

Si tratta di un romanzo corale, polifonico, forse anche di impianto teatrale: ho letto recensioni di chi ha avuto la sensazione che le protagoniste le sfilassero davanti come un in un monologo teatrale. Io ho sentito di sottofondo anche una musica o forse un ritmo che legava le diverse storie, in modo che si svela solo alla fine, con un movimento circolare. Alcune vicende sono fortemente disturbanti per la violenza, altre per l'ipocrisia o il razzismo, oppure per il ribaltamento di prospettiva e alcune invece sono piacevolmente ironiche. Ogni protagonista si racconta e successivamente riappare in secondo piano nella storia di un'altra e abbiamo modo di rivederla da una diversa angolazione e questi sguardi diversi, introspettivi o descrittivi, ci restituiscono un'immagine a più dimensioni, molto veritiera che investe non solo la persona, ma anche il suo essere parte di una società. 

La scrittura, quasi priva di segni di interpunzione, che all'inizio lascia sorpresi, poi si modula con le nostre sensazioni e accentua il fluire di una narrazione originale e di valore. Un libro da leggere e  rileggere.








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