Le catastrofi del giorno - Cilla Jackert

 

Trama: Majken vede catastrofi ovunque: nel cibo, nell’aria, nelle persone. Sul suo diario annota scrupolosamente notizie di tragedie lette sui giornali, tiene alla larga i germi quanto i potenziali amici. Ma un cane grasso e una signora anziana e un po' pazza possono far breccia anche nel pessimismo più granitico. 

Titolo: Le catastrofi del giorno
Autore: Cilla Jackert
Casa editrice: Camelozampa
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 170



Dopo aver apprezzato (e molto) l'autrice con "Ci si vede all'Obse"* ero curiosa di leggere il suo nuovo romanzo. Avevo la certezza che non mi avrebbe delusa. Cilla Jackert ha stile e tematiche che non lasciano indifferenti e una freschezza gioiosamente viva e al tempo stesso irriverente. E' un'esplosione di autenticità senza filtri, ti fa venire in mente certe amiche, delle quali non potremmo fare a meno, ma che al tempo stesso  temiamo per la sincerità con la quale ci mettono con le spalle al muro su argomenti che non vorremmo affrontare.
In questa nuova storia, sempre ambientata a Stoccolma, la protagonista è Majken, una preadolescente  fuori dagli schemi. Vive da sola con la mamma e le  sue idee fisse sono la morte, le malattie e le catastrofi. Ha un quaderno speciale in cui le annota e cataloga

Il rosso era la scelta più ovvia per gli omicidi, mentre sugli altri colori aveva dovuto riflettere più a lungo. Ora però si era decisa: marrone per le malattie, rosa per le violenze fisiche e le rapine, giallo per le violenze fisiche sui minori, verde per gli incidenti, azzurro per gli incidenti in cui erano coinvolti i bambini, viola per le catastrofi naturali, grigio per i pericoli ambientali, arancione per le cose che non rientravano nelle categorie precedenti e vinaccia per quelle per quelle che non rientravano nelle categorie precedenti e in cui erano coinvolti i bambini


Majken, forse non serve specificarlo visto le premesse, non ha moltissime amicizie. E' una ragazzina di carattere, con priorità tutte sue, totalmente diverse da quelle dei coetanei. E' appena diventata vegetariana e vivere in una città tanto grande non la entusiasma, preferirebbe trasferirsi in campagna e respirare aria sana. Non comprende neppure perché la madre, vedova da dieci anni, possa desiderare di avere al suo fianco una compagnia maschile. Non basta la sua, di  compagnia, a renderla felice?  Non si tratta di una ragazzina accomodante e carina, ma il lettore non le nega mai il suo sostegno, per la sua forza di carattere e le sua, a volte involontaria, simpatia. Qualcosa di grave deve esserle successo per renderla tanto sensibile a quelle tematiche che non sono esattamente le preoccupazioni caratteristiche dei giovanissimi. Certo Greta insegna che l'amore per l'ambiente è importante soprattutto per le giovani generazioni, ma è un po' diverso dal preoccuparsi incessantemente per la propria futura e possibile morte per le cause più disparate. 

La madre le regalerà un cagnolino per tenerle compagnia durante la lunga estate in cui lei, cuoca e proprietaria di una ristorante, è forse troppo spesso lontana da casa. Majken però non è molto sensibile alle attrattive di Blunder: un cane che sbava, che ha l'alito fetido, che scorreggia e prevalentemente divora di tutto,  cose commestibili o meno. Un cane che ovviamente non è per nulla attento all'igiene, quindi veicolo di tanti possibili virus e malattie. Orrore! Il confronto tra i due regala un sano divertimento e mette Majken in relazione con tante altre persone che diversamente non avrebbe conosciuto. Tra tutte spicca Maja, una vecchina molto distante dall'iconografia classica degli anziani. Blunder le rosicchierà la dentiera e dopo le scuse e un gelato alla spina riparatore la nuova amica fuori età dichiarerà la sua personale filosofia di vita

La vita è una lunga serie di separazioni. Dobbiamo imparare ad accettarlo, altrimenti non saremo mai felici e non sapremo il perché

Per poi salutare Majken con un lapidario, in tutti i sensi E sai dove trovarmi. O sopra o sotto terra.  Sarà un'estate di crescita per  la protagonista del libro, di maturazione, per venire a patti con l'origine di tutte le sue paure.

Tutta la storia viene narrata con un piglio autoriale che mescola grandi verità e sofferenze (mai completamente espresse) a battute fulminanti, che ridimensionano la commozione. Stoccolma sullo sfondo, resta una protagonista secondaria, ma non trascurabile.

Un romanzo che mi ha completamente convinta, dalla prima pagina a quel finale così perfettamente scorretto e divertente: Che estate di merda.

Ringrazio l'editore per avermi omaggiato della copia cartacea di questo libro. Non ho intenzione di compilare la mia personale lista delle catastrofi, ma di sicuro ho inserito la Jackert in quella degli autori che mi piacciono. 

* Non cercate nel blog la recensione del primo libro, non l'ho ancora scritta, se non nella mia testa. ;-)











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