[Bookswiffer] Recensione "Dolcissima abitudine" di Alberto Schiavone


 Titolo: Dolcissima abitudine • Autore: Alberto Schiavone • Editore: Guanda • N.pagine: 250 • Data di pubblicazione: 10 gennaio 2019 • Copertina flessibile € 17,00 • Ebook € 9,99

TRAMA

Torino, 2006. Piera, sessantaquattro anni, sta partecipando al funerale del suo ultimo cliente. Per gran parte della sua vita Piera Cavallero è stata Rosa, una prostituta. Ha avuto molto. Ha avuto niente. Ha avuto soldi, tanti, un piccolo impero economico insieme a una sua emancipazione personale. E ha avuto un figlio, che però non la conosce. Ma Rosa negli anni non ha mai perso di vista questo figlio. Gli è stata accanto passo dopo passo senza farglielo sapere. Ora, giunta a fine carriera, sente che è arrivato il momento di chiudere i conti con il passato. Un passato che ripercorriamo dai primi anni Cinquanta, quando nella Torino in espansione del dopoguerra Rosa inizia il mestiere in casa con la madre, che le ha trasmesso la professione appena adolescente. Seguiamo le sue vicende e la sua caparbia evoluzione. Gli uomini incontrati, le cadute, la solitudine rotta dai pochi amici e dai clienti che l’hanno accompagnata. La storia di Rosa, minuscola eppure incredibile, ispirata a figure e ambienti reali, si mischia con la storia del Novecento fino ad arrivare ai giorni nostri, insieme alla necessità spietata di trovare una difficile pace.


Il primo #bookswiffer dell'anno mi ha riservato una lettura decisamente appagante, vera, intensa.
Dolcissima abitudine ci racconta la storia di Piera, ragazza, figlia, e di Rosa, donna, prostituta. Piera e Rosa convivono nello stesso corpo, nella stessa testa, pur essendo due entità diverse con un unico punto in comune: l'essere madre. Piera diventa mamma molto giovane, viene obbligata a vendere il figlio e per tutta la vita agisce in funzione del momento in cui si sentirà pronta per affrontarlo, per mostrarsi a lui.
"Libertà è una bellissima parola e spesso ci si riempie la bocca. Io stessa l'ho ripetuta urlando, perchè me la sono costruita io da sola, la mia libertà."
Rosa si è costruita la sua libertà nel corso degli anni, esercitando la professione da indipendente, affrancandosi dal sistema dei papponi, decidendo in autonomia quali clienti accogliere e quali respingere, quali richieste soddisfare e quali no, come investire i propri guadagni, rimanendo però intrappolata in un ruolo che è convinta essere l'unica scelta, la più ovvia, per lei che padroneggia il potere sugli uomini. 
Conosce bene il potere che può esercitare su di loro, Rosa, fin da quando ha iniziato a studiarli dal buco sulla parete attraverso il quale, fin da bambina, spiava la madre mentre lavorava, dandole lezioni per imparare il mestiere.

Lo ha imparato molto bene, Rosa nata Piera, ne ha fatto un impero, per affrancarsi da una vita di miseria e  di compromessi, forte del fascino che il suo corpo splendido esercita. E quando il corpo inizia a perdere la freschezza ci saranno i ritocchini e la sua maestria a sopperire.
Tutte le sue azioni sono guidate dalla razionalità nel gestire il suo impero, contrapposta all'impulsività degli appostamenti per conoscere quel figlio strappato dalle sue braccia senza che potesse opporvisi, parte del suo corpo, venduto come il suo corpo. 

L'unica parte di sé che Rosa non ha mai messo in vendita è il cuore, destinato all'unico uomo che al suo corpo sia appartenuto realmente, suo figlio.
Attraverso la storia di Rosa, Schiavone ci racconta anche la storia dell'Italia del dopoguerra, del boom economico, di una Torino che si trasforma; con uno stile pulito, diretto e asciutto, senza mai scadere nella volgarità, nonostante il tema affrontato a tratti sia reso anche in modo esplicito, riesce a conquistare il lettore.
Una lettura che mi ha appassionata, coinvolta, appagata.







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