Bookswiffer - Recensione "Il quaderno dell'amore perduto" di Valérie Perrin

In extremis, all'ultimissimo giorno utile, arrivo con la recensione del libro scelto per me dalle mie compagne di avventura La Libridinosa e La Biblioteca di Eliza per la rubrica Bookswiffer, che ci aiuta a rispolverare titoli dimenticati in libreria, frutto di acquisti compulsivi. La loro scelta è caduta sull'esordio letterario di Valèrie Perrin, balzata all'attenzione dei lettori con il celeberrimo "Cambiare l'acqua ai fiori"

Titolo: Il quaderno dell'amore perduto • Autore: Valérie Perrin • Traduttore: Giuseppe Maugeri • Editore: Edizioni Nord • N.pagine: 348 • Data di pubblicazione: 2016 - Nuova edizione: 16 luglio 2020 • Copertina flessibile € 14,90 • Ebook € 11,99

TRAMA
La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l'una uguale all'altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere a Milly - un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia - e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène. Arrivata al capitolo conclusivo di un'esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza. Per Justine, salvare quei ricordi - quell'amore - dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Hélène e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi. Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l'amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d'impugnare la penna per scrivere il proprio destino?


Questo è un romanzo che parla di amore, di perseveranza, di solitudine e di memoria.
Valérie Perrin, attraverso uno stile ammaliante, racconta con delicatezza il senso di smarrimento che segue una perdita e il conforto di un ricordo felice. 
Il romanzo si snoda tra la vita presente di Justine, assistente in una residenza per anziani, e la vita passata di Hélène, una delle residenti che assiste.
Justine ha un passato tragico alle spalle: quando aveva quattro anni i suoi genitori sono morti in un incidente insieme ai genitori di Julien, suo cugino; i loro padri erano gemelli e in seguito all'incidente i due bambini si sono ritrovati a vivere dai nonni come fratelli. I nonni sono una presenza/assenza nelle loro vite, non fanno mancare loro niente, tranne l'affetto.
"Non si può certo dire che ci trattino male: sono assenti e basta. Sono sempre in casa, ma mai nelle stanze. Sono sempre a tavola, ma mai sul menu del giorno."
Il vuoto lasciato dai genitori di Justine e Julien è ingombrante, assordante, la loro assenza è la presenza più forte in casa loro e Justine, nel tentativo di riempire un vuoto che la avvolge, passa più tempo possibile alle Ortensie, la casa di riposo dove lavora, e quando non lavora cerca distrazione in un locale dove può sentirsi una delle tante e non una con un passato disgraziato. 
Fa straordinari su straordinari e, quando il suo lavoro è terminato, passa a salutare Hélène: per qualche strano motivo Justine si sente attratta dalla storia che quella donna conserva nel cuore, tanto da decidere di annotarla in un quadernino azzurro. Mentre Hélène lascia andare lo sguardo a delle onde che si rifrangono solo dentro la sua testa e si ripara all'ombra di un ombrellone che non esiste, si aggrappa all'unica certezza della sua vita: l'amore di e per Lucien.
La storia di Hélène è quella di una ragazza che fugge dalla vergogna di non riuscire a leggere, che un giorno incontra un giovane ragazzo dagli occhi meravigliosi, terrorizzato dalla possibilità di rimanere cieco e non poter più vedere il mondo, né leggere. Lucien è figlio di un musicista cieco, con la maledizione della cecità nel sangue, e di  una donna che non riesce ad accettare questa possibilità, preferisce fuggire prima di averne conferma. 
Lucien non crede nel matrimonio, ma è sicuro che Hélène sia l'unica donna che vorrà avere al suo fianco. Il loro non è un amore travolgente, ma un sentimento che cresce piano nutrendosi di piccoli gesti e piccole conquiste. 
Nella quieta quotidianità di questi due innamorati irrompe la guerra, con i suoi stravolgimenti.
Mentre Justine annota i ricordi di Hélène nel quadernino azzurro, qualcuno decide di animare la monotonia della residenza

 “Se fa bel tempo, portiamo i non autosufficienti nel parco, all’ombra dei tigli. Il vento tra gli alberi, le api, le farfalle e gli uccelli ripagano le loro attese. Diamo loro un po’ di pane da gettare ai passeri e ai piccioni. Ad alcuni piace, altri hanno paura, altri ancora tirano calci agli uccelli. Allora cominciano a volare gli insulti. Ma, fintanto che litigano, smettono di aspettare. A casa o altrove, tutte le belle giornate si somigliano.”

Un misterioso Corvo fa delle macabre telefonate ai familiari dei residenti dimenticati da tutti, che di norma non ricevono visite, comunicando un decesso mai avvenuto. Mentre la polizia indaga sull'identità del buontempone, Justine scopre dettagli fino a quel momento sconosciuti sulle circostanze dell'incidente occorso ai suoi genitori.
Durante la lettura vi ritroverete avvolti tra le spire del racconto, a voler sapere cosa sta succedendo a Hélène, come si comporterà Lucien, cosa è avvenuto la sera dell'incidente, senza riuscire a smettere di leggere, sfruttando ogni momento per sapere.
Valérie Perrin riesce ad avvincere il lettore senza sensazionalismi, con delicatezza ma anche con il ricorso a qualche termine più esplicito, quando il momento lo richiede; un romanzo sull'importanza della memoria, sulla forza dei sentimenti e sul bisogno di ognuno di noi di avere uno scopo per alzarsi al mattino e al quale appellarsi per arrivare a sera.
Un esordio decisamente convincente, una lettura che consiglio a chi ha voglia di sentimenti semplici ma indispensabili.





Commenti

  1. Ce l'ho anche io, ma nella nuova edizione! All'inizio non avevo capito che fosse lo stesso! È stato un regalo, per ora non ha la massima priorità, ma quando sarò in vena terrò presente!

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    1. Una lettura da tenere da parte per quando avrai bisogno di una storia tenera, ma non banale

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  2. “Il quaderno” è un libro bellissimo, che rapisce per come è scritto e per la storia - le storie – che racconta, che nel corso della lettura incuriosisce e commuove per gli amori che descrive e per i loro diversi (talvolta tragicamente diversi) svolgimenti, per i pensieri che fa nascere e per i messaggi che, con leggerezza, trasmette, come quel bellissimo (ma è solo uno degl’innumerevoli che meriterebbero di essere citati) “Bisogna sempre mettere un po’ di verità nei propri sogni, oppure il contrario”.

    Ecco: mettere un po’ di sogni nella verità della vita: ognuno si può chiedere se e quanto lo abbia fatto, nel corso della propria. Per non rischiare di annoiare chi legge queste note, che potrebbero continuare molto a lungo per i molti pensieri che quelle 350 pagine fanno nascere, concludo dicendo: acquistare, o comunque leggere, questo libro sulle tante possibili forme dell’amore, che può nascere svolgersi concludersi in mille forme diverse, è un magnifico regalo a sé stessi. Perché ha ragione chi ha detto che “Valérie Perrin è un grande talento letterario”, e la buona letteratura dà sollievo alla vita, la arricchisce e spesso le dà un senso impensato.

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