Nives - Sacha Naspini


Titolo: Nives • Autore: Sacha Naspini • Editore: Edizione E/O • Data di pubblicazione: 2 settembre 2020 • Copertina flessibile € 15,00 • Ebook € 11,99

TRAMA
Dopo la morte del marito, per Nives è un problema adattarsi alla solitudine e al silenzio di Poggio Corbello. Prendersi cura del podere senza scambiare una parola con anima viva la fa sentire come un fantasma. La notte è il momento più difficile. Poi ecco la soluzione: Giacomina. E la sua chioccia preferita, la vedova comincia a tenerla con sé. Tutte le angosce svaniscono d'incanto. Nives è sollevata, eppure non sa darsi una spiegazione: ha sostituito il marito con una bestiola? Arriva addirittura a pensare di essere felice... Una sera si verifica un incidente che mette a repentaglio la salute della gallina. Dopo vari tentativi di soccorrere l'animale, s'impone l'ultima soluzione: chiamare Loriano Bottai, il veterinario. Quella che segue è una telefonata lunga una vita. Con l'occasione di una piccola emergenza, lo scambio tra Nives e Loriano devia presto altrove. Tra riletture di fatti lontani nel tempo e vecchi rancori si scoprono gli abissi di amori perduti, occasioni mancate, svelamenti difficili da digerire in tarda età. Finché risuonerà feroce una domanda: com'è scoprire di aver vissuto all'oscuro di sé?


Chi è Nives? 
Nives è una donna di campagna, cresciuta tra i confini di Poggio Corbello, all'interno dei quali ha vissuto amori e gelosie, ha sfogato istinti e covato risentimenti, ha cercato il suo equilibrio e si era illusa di averlo trovato.
Una mattina Anteo, suo marito, esce per riempire la mangiatoia di Ciclamino, il loro maiale, e non rientra più, vittima di un infarto.

Nives ha un modo tutto suo di manifestare il dolore per la perdita, che non contempla lacrime né un fremito di tenerezza verso i nipotini venuti dalla Francia per salutare un nonno che conoscevano appena e confortare una nonna che brama la solitudine.
Quando finalmente rimane sola, Nives si rende conto che Anteo scandiva le sue giornate e che ora, senza un ripetersi di gesti e consuetudini, qualcosa si è rotto dentro di lei, nel letto vuoto la crepa si allarga, mentre il sonno non arriva. 

Memore dei racconti di sua madre che aveva colmato la mancanza raccontando storie a un grillo domestico, decide di portarsi in casa Giacomina, gallina zoppa e rintronata, alla quale ogni sera affida le sue narrazioni strampalate.
La gallina compie il miracolo, pacificando i sensi di Nives e restituendole il riposo. Una sera però Giacomina si imbambola davanti alla tv e niente riesce a smuoverla, nemmeno il fragore di una pentola sbattuta.  
Urge aiuto, qualificato, e chi meglio del Bottai, il veterinario di fiducia, può prestarglielo?

Tra un convenevole e un consiglio, una battutaccia e una frecciatina, quella telefonata si trasforma in un viaggio tra ricordi comuni, esperienze condivise in gioventù, occasioni mancate e rancori mai completamente sopiti. 
Nives è una donna dalla scorza dura, caustica nelle esternazioni e crudele nelle riflessioni, e durante la conversazione si toglie più di qualche sassolino, arrivando anche a rivelazioni inaspettate condite da una vena di acida cattiveria.
"Nives si accorse che stava facendo una cosa fuori dalla grazia di Dio: stava perdonando. Le veniva così, spontaneo. Lo capiva: era una galera nuova, cui non era per niente abituata. Un po' la pacificava; d'altro canto la sconquassava: lei, senza la rabbia, era nulla."
È talmente un bel personaggio, Nives, nel suo essere gretta e grottesca, che a mio avviso avrebbe meritato un respiro più ampio. 
In questa pubblicazione, che io definirei un racconto lungo più che un romanzo, ho percepito una sensazione di incompiuto, avrei apprezzato maggiormente che venisse disegnata più a fondo la psicologia dei vari personaggi che ruotano attorno a Nives, alcuni decisamente interessanti, a partire da Anteo, del quale intravediamo solo qualche sprazzo, passando per Laura, la figlia che lascia intuire un distacco forse riconducibile ad un episodio spiazzante e disturbante accennato verso la fine del libro (vero momento in cui ho ritrovato le sensazioni forti "alla Naspini").
Dai precedenti lavori di questo autore, della sua scrittura mi ha colpita la capacità di raccontare le peggiori nefandezze con naturalezza, facendo provare al lettore la sensazione di venir colpito da un pugno allo stomaco, di quelli che lasciano senza fiato, e questa era la sensazione che mi aspettavo di ritrovare tra le pagine di Nives. Invece ho percepito lo spostamento d'aria che precede il pugno, in un paio di occasioni, cosa che si è poi dissolta in un fugace schiaffo. 
Anche la conclusione della storia mi ha lasciata con non poche perplessità, mancando di quella nota amara che ben avrei visto a coronamento di una racconto su una vita vissuta nella negazione di se stessa.
Lo stile di Naspini rimane comunque inconfondibile, anche se in questo caso un po' trattenuto dalla eccessiva brevità della narrazione.
Ringrazio E/O per la copia cartacea del libro.










Commenti

  1. Recensito oggi. Concordiamo su tutto, come ci siamo già detti in privato. Peccato.

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    1. Già, purtroppo è mancato qualcosa. Attendiamo fiduciosi il prossimo ;)
      Stefi

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  2. Ciao! Ammetto che non mi ispira più di tanto! Non credo che lo leggerò! :)

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