L'ottava vita (per Brilka) - Nino Haratischwili

Trama: La famiglia Jashi deve la sua fortuna (e la sua sfortuna) a una preziosa ricetta per una cioccolata calda molto speciale, destinata a essere tramandata di generazione in generazione con una certa solennità. Gli ingredienti vanno maneggiati con cura, perché quella bevanda deliziosa può regalare l'estasi, ma porta con sé anche un retrogusto amaro... Al tempo degli ultimi zar, Stasia apprende i segreti della preparazione dal padre e li custodisce nel lungo viaggio che, da una cittadina non lontana da Tbilisi, in Georgia, la porta a San Pietroburgo sulle tracce del marito, il tenente bianco-rosso arruolatosi pochi giorni dopo le nozze. È convinta che quella ricetta, come un amuleto, possa curare le ferite, evitare le tragedie e garantire alla sua famiglia la felicità. Ma allo scoppio della Rivoluzione d'ottobre, quando il destino della stirpe degli Jashi cambierà per sempre, capirà che si sbagliava. Tra passioni e violenze, incontri, fughe e ritorni, sei generazioni e sette donne – da Stasia, nata nel 1900, a Brilka, che vedrà la luce nel 1993 – attraversano l'Europa, da est a ovest, fino all'inizio del nuovo millennio, inseguendo i propri sogni e arrendendosi solo alla Storia. Alla ricerca del proprio posto nel mondo, le discendenti del famoso fabbricante di cioccolato percorrono il "secolo rosso", dando vita a una saga familiare avventurosa e tragica, romantica e crudele, in cui per il lettore sarà dolcissimo perdersi, e ritrovarsi.
Titolo: L'ottava vita
Autore: Nino Haratischwili
Casa editrice: Marsilio
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 1129
Meglio essere subito chiari: rispetto alle altre letture del periodo (o forse dell'anno o degli ultimi anni)  "L'ottava vita" giganteggia. Risulta persino ingeneroso fare dei paragoni perché questo è un romanzo come non ne leggevo da anni, destinato a rimanere. Fuori dal tempo per valore, assolutamente dentro al suo tempo per contestualizzazione, con un io narrante che tesse una storia, dal passato al presente, con una voce intima, dolente e partecipe. Ci accompagna in un viaggio unico

Le storie si sovrappongono, si intrecciano, si fondono e io cerco di districarle, perché le cose bisogna raccontarle una dopo l'altra, non è possibile esprimere a parole la simultaneità del mondo

Ci prende per mano Niza e anche se all'inizio siamo disorientati e non capiamo, dopo 35 pagine, con il primo libro dedicato a Stasia, entriamo nel romanzo e lo facciamo in modo tale che poi per le successive 1100 pagine restiamo avviluppati in quel fluire. Le donne (e gli uomini) della famiglia Jashi ci vengono presentate a partire dal 1900, con gli ultimi zar, passando attraverso il comunismo di Lenin e di Stalin, per arrivare ai giorni nostri. Sette donne indimenticabili e l'ottava che ne raccoglierà l'eredità incarna il futuro, la storia ancora da scrivere. In questo romanzo le storie dei singoli si mescolano con la Storia con la S maiuscola, così come il caso trascina i personaggi in percorsi inevitabili e spesso tragici. Tra le pagine vengono  raccontati episodi, particolarmente quelli ambientati durante la seconda guerra mondiale, così truci che si leggono quasi a fatica, con senso di nausea. Ogni tanto bisogna chiudere occhi e libro e respirare, per poi riprendere con la consapevolezza che le vicende narrate sono lo specchio di quanto è realmente avvenuto. E' bene leggere, ricordare, sapere e confrontarsi con diverse voci. Mi ha colpita ad esempio la visione che abbiamo noi occidentali del comunismo russo e di alcuni suoi protagonisti. In particolare la figura di Gorbaciov, vincitore di  premio Nobel per la Pace, da noi viene considerato persona illuminata, mentre questo romanzo ci racconta qualcosa di diverso. E' importante, come scrive Chimamanda Ngozi, evitare  "Il pericolo di un'unica storia".
 
Quando avevo la tua età, Brilka, mi chiedevo spesso cosa sarebbe successo se la memoria collettiva avesse trattenuto cose differenti. Se avessimo dimenticato tutte queste guerre e questi innumerevoli re, sovrani, comandanti e mercenari e nei libri avessimo letto solo di uomini che hanno costruito una casa, curato un giardino, scoperto una giraffa, descritto una nuvola, cantato la nuca di una donna. Mi chiedevo se quelli di cui era sopravvissuto il nome dovessero essere considerati i migliori, i più intelligenti, i più interessanti solo perché avevano resistito al tempo. Che ne è di quelli dimenticati?
Quelli dimenticati, posso dirvelo, tornano in un romanzo storico come questo dove amore, guerra, vita e morte si mescolano e si impastano tra loro e la bravura dell'autrice si manifesta ad ogni pagina, per la bellezza della scrittura e la capacità di tenere sempre alta l'attenzione e poi, alla fine, di chiudere rimanendo all'altezza, salutandoci con dolcezza e malinconia.
A dirla tutta quello che manca al libro è solo la ricetta della famosa cioccolata, ma considerati gli effetti che produce sulle persone che la assumono forse è meglio così.
Una lettura sorprendente.




Commenti

  1. Un 5, quindi da leggere assolutamente. Mi spaventa un pò la mole, anche emotiva, ma segno! Baci.

    RispondiElimina
  2. Secondo me, se segni fai bene, se lo leggi fai meglio!

    RispondiElimina

Posta un commento