Ricordati di Bach - Alice Cappagli


Titolo: Ricordati di Bach • Autore: Alice Cappagli • Editore: Einaudi • Data di pubblicazione: 30 giugno 2020 • N.pagine: 256 • Copertina flessibile € 17,50 • Ebook € 9,99

TRAMA
Esistono passioni così potenti da cambiarti la vita. Da rovesciarti la testa, i pensieri, lo sguardo. Per Cecilia la musica è esattamente questo: un modo di vivere, il solo che conosce. «Fai finta di dover parlare di tutto quello che è finito in un abisso, - le dice il suo maestro. - Della gioia e del pianto, della vita e della morte. Fai finta di dovermi raccontare qualcosa che non ha mai avuto parole per essere descritto. Rimane Bach. Tolto tutto rimane solo lui: la lisca del tempo». Ma il tempo che cos'è? Cecilia ha otto anni quando un incidente d'auto le lede per sempre il nervo della mano sinistra e si mette in testa d'imparare a suonare il violoncello. E ne ha diciannove quando tenta i primi concorsi. In mezzo, dieci anni di duro lavoro con Smotlak, un maestro diverso da tutti gli altri, carismatico, burbero, spregiudicato. Per arrivare a scoprire qual è il senso di ogni sfida e della sua stessa vita. Cecilia è ancora una bambina, quando a dispetto di tutto e di tutti - in particolare dei suoi genitori -, entra all'Istituto Mascagni di Livorno, un conservatorio, e di quelli seri. Scoprirà a poco a poco cosa significa segarsi i polpastrelli con le corde, imparare solfeggio e armonia, progredire o regredire, scoraggiarsi o meravigliarsi. Educare la sua mano, sfidarla. E trovare una forza inaspettata, un'energia che sembra sprigionare direttamente dalla fatica. Il suo insegnante, Smotlak, spirito spericolato e grande scommettitore, capace di perdere a un tavolo da gioco un Goffriller del 1703, punta su di lei come si può puntare su un cavallo, e mira a farla diventare come gli altri, «quelli senza cuciture». Intorno a loro, una schiera di personaggi che impareremo a conoscere pagina dopo pagina: Odila, compagna di corso e unica amica, la terribile prof. Maltinti, il «sovietico» Maestro Cini... Ma «le vere lezioni non sono quasi mai a lezione», e Cecilia non tarderà a capirlo, scoprendo che una scommessa ben piazzata può portarti lontano e che un vero maestro insegna veramente tutto: perfino a vivere.

Circa un anno fa, con "Niente caffè per Spinoza", mi innamoravo della scrittura di Alice Cappagli, perciò quando ho saputo dell'uscita di un suo nuovo romanzo l'ho desiderato senza nemmeno sapere nulla della trama.
Mi sono ritrovata tra le mani una storia intensa, la storia di Cecilia Bacci (non potete immaginare la sensazione straniante che ho provato leggendo che veniva chiamata "la Bacci").

Sul retro di copertina possiamo leggere "Questa è la mia storia, Cecilia sono io".

Alice Cappagli si racconta, consegna al lettore la sua storia d'amore, iniziata per caso e per necessità, con la musica, compagna di una vita nel bene e nel male, una compagna esigente e totalizzante.

Cecilia è una bambina esuberante e testarda, quando, a otto anni, subisce un incidente d'auto che la obbliga ingabbiata in un gesso per lunghissimi giorni,
a vivere una costrizione mentale ancor prima che fisica, giornate in cui le pareti stesse si stringono addosso a lei e alla sua voglia di libertà; un incidente che le lascerà un dono ingombrante: la lesione del nervo radiale sinistro. Durante una visita dai nonni materni scoprirà il passato musicale della sua famiglia, del quale sembrano tutti vergognarsi, e l'incontro con il violoncello che fu del nonno segnerà l'inizio di un percorso doloroso, a volte frustrante, a volte gratificante, ma sicuramente mai semplice, ancor meno per la sua mano incapace di premere e muoversi come dovrebbe.
La descrizione del suo incontro con il violoncello, tolto dalla sua custodia, è uno dei passi più belli del libro, nei quali si esprime tutto l'amore e la poesia di Cecilia/Alice.
"Lo stesi sopra le lenzuola e lo girai per guardare com'era fatto dietro. Così, nudo come un bruco, pesava molto meno. Aveva qualcosa che mi somigliava: si sentiva solo, era indifeso e scontroso, avrebbe voluto cantare ma non poteva perché l'avevano smontato, magari dopo un passato felice. Aspettava anche lui tempi migliori.
Uno strumento nuovo. Il mio.
Lo rimisi in piedi con cautela, posai da una parte il pezzetto caduto a forma di ponte che avevo identificato come naso, e me lo portai verso la sedia. Studiai bene la foto in cui si vedeva in che posizione andava tenuto e mi dissi che da quel momento sarebbe stato quello il posto in cui incastrare cuore, cervello, polmoni. Lí fra le mie braccia era a suo agio, la mano sinistra perfetta per quel collo di legno liscio e rotondeggiante.
Ci appoggiai la testa, esausta."
Da quel primo incontro, il suo violoncello avrebbe accolto il suo cuore giorno dopo giorno, l'avrebbe vista più volte esausta che sorridente e avrebbe accompagnato le sue giornate scandite da lezioni estenuanti e frasi perentorie, oltre che criptiche del suo maestro, Smotlak.

Smotlak conta molto su di lei e sul superamento dei suoi limiti, lui che sembra essere un maestro fuori dall'ordinario, ma non in senso positivo, quasi un ripudiato. Un personaggio criptico, che fino all'ultimo capitolo non riusciremo ad inquadrare a pieno e che susciterà, una volta inquadrato, un'ondata di emozioni sulla cui natura non vi voglio dire nulla, lascio a voi scoprirlo.

Alice Cappagli, con la sua scrittura lieve ma incisiva, ci consegna la sua storia, fatta di incomprensioni familiari, relazioni difficili, successi conquistati con i denti, tragedie e sofferenze, ma anche tanta forza di volontà e perseveranza, una storia di riscatto che dura da più di quarant'anni, che ci sussurra come la musica sia sempre sinonimo di salvezza.
"È facile che la musica faccia da lente qualcosa che non va. Ma forse anche a qualcosa che va, quando va."

Se amate le storie intense, di riscatto, e il mondo della musica, questo è il romanzo giusto per voi.
Ringrazio Einaudi per avermene inviato la copia.



Commenti

  1. Altri titolo Einaudi che mi ispira moltissimo. Ultimamente, non ne sbagliano uno!

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  2. Tra uscite Einaudi e Neri Pozza, sto pensando di vendere qualche oggetto di famiglia 😂

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