Titolo: Il sogno • Autore: Franck Thilliez • Traduttore: Federica Angelini • Editore: Fazi • Data di pubblicazione: 2 luglio 2020 • N.pagine: 600 • Copertina flessibile € 18,50 • Ebook € 12,99
TRAMA
Se non fosse per le sue cicatrici e le strane foto che tappezzano le pareti del suo ufficio, si direbbe che Abigaël sia una donna come le altre. Se non fosse per i momenti in cui sprofonda nel mondo dei sogni, si giurerebbe che dica il vero. Ma Abigaël, la psicologa che tutti si contendono per risolvere i casi criminali più intricati, soffre di una grave narcolessia che le rende tutto più difficile. Spesso per lei il confine tra sogno e realtà si confonde, ed è costretta a ricorrere a bruciature e tatuaggi per assicurarsi di essere sveglia e che quello che vede stia realmente accadendo. L'indagine a cui sta lavorando insieme al fidanzato poliziotto Frédéric riguarda un rapitore seriale di bambini, Freddy. I piccoli scomparsi finora sono tre, a quattro mesi di distanza l'uno dall'altro. Ogni rapimento viene annunciato con uno spaventapasseri che indossa gli abiti del bambino rapito precedentemente. Intanto, Abigaël è l'unica sopravvissuta a un terribile incidente d'auto di cui non ricorda nulla e dove hanno perso la vita suo padre e sua figlia. Presto capirà che molte cose di quell'episodio non tornano. E si renderà conto che Freddy sa più di quanto dovrebbe. E non è il solo. Ma per Abigaël il nemico più pericoloso rimane uno: se stessa.
Dopo aver letto "Il manoscritto" ed essermi sentita presa in giro dall'autore in maniera magistrale, Franck Thilliez è entrato di diritto tra gli autori da tenere d'occhio, per poter mettere le mani (anzi gli occhi) quanto prima su eventuali suoi nuovi scritti. Potete quindi immaginare la mia gioia alla notizia che sarebbe uscito questo romanzo. Ho immediatamente contattato la Casa Editrice, che molto gentilmente mi ha inviato l'ebook alcuni giorni prima dell'uscita, e mi ci sono fiondata come un'aquila su un topo.
Ho iniziato la lettura sentendomi ancora una volta coinvolta completamente nelle vicende narrate, grazie alla scrittura ipnotica di Thilliez.
Si tratta di una storia nella storia: da un lato un caso di rapimento seriale da parte di un individuo soprannominato "Freddy", come Krüger, perché a distanza di tempo dal rapimento dei bambini fa in modo che gli inquirenti ritrovino dei fantocci con gli abiti dei bambini scomparsi, il petto squarciato da numerosi tagli e imbrattato di sangue, e in testa i capelli della vittima successiva. Non è chiaro perché li rapisca, cosa faccia loro, e soprattutto come li scelga, dato che non ci sono elementi che li colleghino.
Dall'altro lato abbiamo la storia personale di Abigaël, psicologa, membro della squadra che da nove mesi sta indagando sui rapimenti: all'inizio di questa storia è vittima di uno strano incidente stradale nel quale perdono la vita il padre, poliziotto di frontiera in pensione, e la figlia preadolescente. Abigaël ha una particolarità: soffre di narcolessia e cataplessia, e quando si addormenta è preda di strani e terribili incubi, in una sorta di realtà alterata, tanto da non riuscire mai a capire se quello che sta vivendo sia una situazione reale o piuttosto uno dei suoi incubi.
Nel tentativo di mantenere un minimo equilibrio psichico annota su un quaderno tutti i suoi incubi, numerandoli; il lutto, il ricordo dell'incidente e l'avanzare delle indagini, le rendono sempre più difficile distinguere i sogni dalla realtà, arrivando a farle sentire la necessità di trovare un modo per capire: dal momento che nel sogno non percepisce dolore fisico, arriva a ferirsi in modi sempre più cruenti, in un crescendo di disordine emotivo. In più, il farmaco che è costretta ad assumere per controllare il sonno, le causa perdita di memoria, a volte anche importante."Cosa siamo senza memoria, senza ricordi, senza i volti e le voci che hanno accompagnato la nostra vita? Solo un puntino sulla curva del tempo? Un fiore che si è dischiuso, ma senza profumo né colore?"
Spesso leggendo mi sono posta la stessa domanda della protagonista: su quale piano ci troviamo? Nell'onirico o nel reale? Thilliez sa perfettamente come trasferire al lettore l'angoscia dei suoi protagonisti, in questo si conferma maestro, dando spesso la percezione di trovarsi a vivere un loop, o di essere in una di quelle stanze zeppe di specchi dove non si riesce a capire quale sia il riflesso reale e quale quello distorto.
Ma... c'è un ma, purtroppo!
Come sempre mi accade (e come penso accada ad ogni appassionato di libri thriller e gialli) durante la lettura faccio mille congetture e altrettante ipotesi su chi sia il "mostro" e su come siano realmente andate le cose, con la speranza di concludere la lettura pensando che l'autore sia stato talmente bravo da avermi portato dove voleva per poi fregarmi alla grande. Se questo è esattamente quello che mi era successo durante la lettura de Il manoscritto, purtroppo questa volta la magia non si è ripetuta. Da poco oltre metà lettura, ho iniziato ad avere la sensazione che le mie intuizioni fossero esatte, che non ci sarebbe stato l'effetto "mascella a terra" che mi aspetto da Thilliez, e così è stato. Non so se mi aspettassi troppo, o se il fatto di aver letto tanti thriller mi abbia reso più attenta ai particolari, ma in questo caso avevo intuito almeno due degli "scoop" su cui si basano gli intrecci narrativi.
Rimane comunque un bel thriller, ben scritto e molto coinvolgente, ma la mancanza dello "schiaffo" finale mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca.
Alla fine della lettura Thilliez coinvolge nuovamente i suoi lettori in un gioco che restituisce un po' di brio all'esperienza nel suo insieme, e questo è un merito che gli va assolutamente riconosciuto.
Ora, qualora decideste di leggerlo, aspetto di sapere da voi (in sede privata, onde evitare spoiler) se vi sia successo di capire prima della fine dove la narrazione vi avrebbe condotti.
Ultimo appunto: se vi è possibile, evitate la versione digitale, perché all'inizio di alcuni capitoli troverete la rappresentazione grafica di una linea temporale che vi indica in quale momento è collocato il capitolo, rappresentazione estremamente piccola e impossibile da ingrandire (almeno sul mio ereader) tanto da costringermi a tenere costantemente a portata di mano una lente di ingrandimento (e no, non è la cataratta!)
Ringrazio Fazi per avermi permesso di leggere questo romanzo in anteprima, omaggiandoli della copia digitale.
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