Colpo su colpo - Riccardo Gazzaniga

Trama: Una volante pattuglia le strade di Genova. Mentre un fiume di vestiti colorati, bandiere arcobaleno e cartelli sui diritti dell’amore scorre nel centro della città, Paolo Pastorino – quarantasei anni e la divisa da sempre – cerca con gli occhi sua figlia. Se lei lo vedesse lì, dall’altra parte della barricata, andrebbe su tutte le furie. Giada ha sedici anni e ha appena trovato il coraggio di dirgli che le piacciono le ragazze. Ma non che a scuola viene bullizzata. Con una madre troppo occupata nel lavoro e un padre che sta affrontando una crisi di coppia senza fine, Giada sembra in pace con se stessa solo in palestra, dove il maestro De Roma – un ex savateur dai trascorsi drammatici e un passato poco limpido – la prepara al suo primo combattimento. Tra duri allenamenti e racconti sui grandi campioni del ring, solo a lui questa esile ragazzina insieme durissima e fragile rivelerà il segreto più inconfessabile: cosa è successo nel bagno della scuola. E solo lui potrà cercare di aiutarla ricordandole che la vendetta non è mai la soluzione. Perché se lo sport è la migliore cura, riuscire ad accettare se stessi rappresenta la vera vittoria. Ma presto, per i due, arriverà, imprevedibile, il momento di separarsi. E Giada, ancora una volta, sarà costretta a fare i conti con il mondo degli adulti.
Titolo: Colpo su colpo
Autore: Riccardo Gazzaniga
Casa editrice: Rizzoli
Anno pubblicazione: 2019
Pagine: 448

Perdonate il facile gioco di parole, ma la lettura di questo libro, emotivamente, mi ha messa al tappeto. Letteralmente. Non piangevo sulle pagine di un romanzo da questa estate, ossia per "Cambiare l'acqua ai fiori" e dico tutto.  La trama è stata per me, da subito, un forte richiamo. Argomenti come omosessualità, bullismo, rapporti familiari e sport, con protagonisti che nelle varie età comprendono me stessa e i miei figli, mi chiedono di essere indagati, letti e meditati, come se potessero fornirmi una bussola comportamentale o una mappa per non sbagliare. La vicenda di Giada, la situazione drammatica in cui il lettore la coglie, provoca lo stesso fastidio di un'unghia che striscia sulla lavagna. Lei infatti ha appena confessato ai genitori di essere lesbica e questa rivelazione ha sconvolto tutti gli equilibri. Una rivelazione estorta, a dire il vero, perché la madre ha trovato i messaggi dell'amica di lei sul telefonino. Varie cose sin dall'inizio disturbano: la reticenza di Giada ad ammettere la propria sessualità la si può comprendere, vista la sua giovane età, ma l'atteggiamento della madre che rifiuta questa realtà è molto più difficile da digerire. Su questo personaggio si è concentrata la mia antipatia, per quanto l'autore sia riuscito a descriverlo a tutto tondo, con diversissime sfumature. Questo romanzo ha la capacità di tenere tutti i personaggi, principali e secondari, dentro alla storia in modo forte e credibile restituendoci un'immagine d'insieme vivida e vibrante. Il padre di Giada che fa il poliziotto, la madre che lavora per un imprenditore e futuro politico di estrema destra, la ragazza di Giada, Erica, molto più sicura e meno tormentata di lei perché cresciuta in un'ambiente familiare che ha accettato la sua omosessualità ed infine il suo allenatore di savate De Roma, forte e al contempo debole per tutte le ferite che la vita gli ha inflitto. E su tutti Giada, con i suoi desideri, le sue insicurezze, il suo bisogno di affetto e di essere accettata, mille volte frustrato e mille volte riaffermato, con un riscatto che passa attraverso lo sport e la disciplina attraverso la guida di De Roma, uomo che lei stima, ma che non conosce fino in fondo. Solitudini che non si incontrano perché nessuno riesce a mettere le proprie carte in tavola: il desiderio di affermazione sociale  della madre, la stanchezza del padre dovuta al logorio di anni di lavoro in un ambiente psicologicamente e fisicamente logorante, la composta disperazione di De Roma, la facilità con cui Erica riesce ad affermare se stessa perché protetta dalla rete familiare, i soprusi subiti da Giada, inconfessabili a tutti tranne che al proprio allenatore.
Ci sarebbe tantissimo da scrivere su questo libro, la parola che lo contraddistingue per me è ricchezza. Di contenuti, di emozioni, di tensione narrativa.  Un concentrato di sentimenti, tutti delineati nitidamente, contraddittori tra di loro e potenti. Un magma emotivo. Posso accennare ad un episodio di bullismo quasi insopportabile da leggere, alle scene che si svolgono al commissariato, alla dolcezza del padre di Giada che cerca di tenderle una mano e infine al ponte Morandi crollato, emblema di una città ferita, ma sempre orgogliosa ed indomita, una Genova che è essa stessa un personaggio di questa storia. Posso dirvi anche di De Roma, della sua figura che giganteggia, di questo sport da combattimento chiamato anche boxe francese e della lenta crescita e presa di coscienza della protagonista, ma anche di sua madre e di tutti quelli che la circondano, ma non purtroppo dei suoi aguzzini. Perché il mondo è storto, ma non per questo dobbiamo smettere di tentare di camminare dritti.
A fine libro, anzi oltre la fine c'è una rivelazione che mi ha gelata e ha gettato una luce diversa su tutta la parte più cupa del romanzo legata proprio alla figura del carismatico allenatore di Giada. Ringrazio Riccardo Gazzaniga per aver condiviso con i propri lettori una parte così intima e vulnerabile di se stesso. Tanta fiducia non può che essere ripagata con l'affetto più sincero e l'invito a continuare a scrivere libri potenti ed importanti come questo.


Commenti

  1. Ciao Lea, come sempre mi fai venire la voglia di leggere ciò che recensisci... spero arrivi anche in biblioteca e spero che apriate presto.. Complimenti per la sensibilità con cui hai raccontato la storia.. Women's strength ;-)

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  2. Ciao! Anche io ho letto questo romanzo in questo periodo ed ammetto che mi è piaciuto moltissimo… sicuramente finirà tra i preferiti di aprile! Concordo con tutto quello che hai detto :-)

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  3. Sembra bellissimo. Mi ispirava anche molto il romanzo di Riccardo uscito con Einaudi!

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