La ricamatrice di Winchester - Tracy Chevalier


Trama: Winchester, 1932. A trentotto anni Violet Speedwell sembra ormai inesorabilmente destinata a un’esistenza da zitella. La Grande Guerra ha preteso il suo tributo: il suo fidanzato, Laurence, è caduto a Passchendaele insieme a migliaia di altri soldati, e ora le «donne in eccedenza» come lei, donne rimaste nubili e con scarse probabilità di convolare a nozze, sono ritenute una minaccia, se non una vera e propria tragedia per una società basata sul matrimonio. Dopo essersi lasciata alle spalle la casa di famiglia di Southampton, e le lamentele della sua soffocante madre, ferma all’idea che dovere di una figlia non sposata sia quello di servire e riverire i genitori, Violet è più che mai intenzionata a vivere contando sulle proprie forze. A Winchester riesce in breve tempo a trovare lavoro come dattilografa per una compagnia di assicurazione, e ad aver accesso a un’istituzione rinomata in città: l’associazione delle ricamatrici della cattedrale. Fondata dalla signorina Louisa Pesel e diretta con pugno di ferro dall’implacabile signora Biggins, l’associazione, ispirata a una gilda medievale, si richiama a un’antica tradizione: il ricamo di cuscini per i fedeli, vere e proprie opere d’arte destinate a durare nei secoli. Sebbene la Grande Guerra abbia mostrato a Violet come ogni cosa sia effimera, l’idea di creare con le proprie mani qualcosa che sopravviva allo scorrere del tempo rappresenta, per lei, una tentazione irresistibile. Mentre impara la difficile arte del ricamo, Violet stringe amicizia con l’esuberante Gilda, i capelli tagliati alla maschietta, la parlantina svelta e un segreto ben celato dietro i modi affabili, e fa la conoscenza di Arthur, il campanaro dagli occhi azzurri e luminosi come schegge di vetro. Due incontri capaci di risvegliare in lei la consapevolezza che ogni destino può essere sovvertito se si ha il coraggio di sfidare i pregiudizi del tempo. Due incontri che insegnano anche che basta a volte un solo filo per cambiare l’intera trama di una vita.

Titolo: La ricamatrice di Winchester
Autore : Tracy Chevalier
Casa editrice: Guanda
Anno pubblicazione: 2019
Pagine: 287


Da quando ho iniziato a scrivere su questo blog, oltre ovviamente alla Bacci, ho sempre avuto un'interlocutrice speciale, un'anima affine non solo per gusti letterari, ma anche per il modo di vivere nella blogsfera. Il nostro motto, con il quale concludiamo spesso le conversazioni in chat, è "Peace, love e ...sticaxxi!" .. nel senso che il valore primario è la gentilezza (ci mancherebbe!), ma in certi casi un chissenefrega è sempre una buona soluzione. Sto parlando di Roberta del blog La libreria di Tessa. E' lei il mio riferimento principale per quanto riguarda la letteratura per adulti e dopo un periodo di letture non sincronizzate, finalmente abbiamo affrontato un romanzo nello stesso momento e quindi oggi regaliamo due recensioni al prezzo di una! Un affarone! Se poi il libro a lei sia piaciuto e quanto lo scopriremo cliccando qui.
Il romanzo è l'ultimo della Chevalier. Con il penultimo devo dire che non eravamo state molto furtunate, ricordo moltissime mele e tanto sidro, al punto che io nemmeno l'ho terminato (Roby è stata più disciplinata e se cercate da lei trovate la recensione). Però avevo molto gradito Strane Creature, per non parlare del famosissimo La ragazza con l'orecchino di perla e quindi qualche mela di troppo non poteva di certo tenermi lontana dalla ricamatrice di Winchester. Il valore aggiunto, ai miei occhi, era l'alto tasso di zitellaggine contenuta nel libro. Non scherzo: amo i libri dove ci sono donne sole, autonome e se a fine libro restano tali è ancora più interessante. A questo proposito il mio testo di riferimento è "Per guarire un cuore infranto" di Barbara Pym. Che bei ricordi: indici bibliografici, tazze di cioccolata calda e di the, uomini barbosissimi e stile molto english. Forse dovrei rileggerlo.
In questo libro della Chevalier, la protagonista Violet, è quella che all'epoca veniva definita "donna in eccedenza". Il fidanzato è morto in guerra (la prima) come il il fratello maggiore, il padre non c'è più e lei vive con una madre anaffettiva e irritante. Ha un altro fratello sposato con figli, anche abbastanza simpatico, ma che ha un non troppo celato timore di doversela prendere in carico quando sarà anziana e ancora (ovviamente) nubile. Violet in questa non felice situazione si sente in gabbia e cerca e trova lavoro in una cittadina, Winchester, a distanza di sicurezza da tutti i condizionamenti familiari. Una scelta che ha un prezzo che si traduce nel soggiorno in una camera di una pensione gestita da una vedova irritante quasi quanto sua madre, pranzi e cene che non saziano mai e un lavoro ripetitivo e mal pagato in un ufficio freddo. Una diversivo sembra quello di entrare nel gruppo delle ricamatrici della cattedrale di Winchester, che stanno lavorando a dei cuscini da preghiera dai ricami elaborati e preziosi. Venir accolta da queste donne permette a Violet di ampliare i propri interessi e  di stringere  nuove amicizie, in particolare con la poco convenzionale Gilda e con il campanaro Arthur, sposato e molto più anziano di lei, ma al cui fascino non è insensibile.
Nella prima parte del romanzo non accade molto e ci si dilunga spesso sul ricamo tanto che ad un certo punto Tessa, dall'altro lato della chat ha sbottato "ma qui il ricamo ha preso il posto delle mele!",  ma superata la metà si sente una netta accelerata e non mancano i colpi di scena. Forse anche troppi.
La cosa strana del libro è che non mi ha convinta del tutto, soprattutto in alcuni snodi narrativi, ma che è stata comunque una lettura gradevole. Credo che questo sia dovuto alla qualità della scrittura della Chevalier, al suo tocco sicuro e al fatto che riesce a intrecciare Storia e romanzo in modo mirabile. Il punto di forza è  nella descrizione dei rapporti familiari di Violet con nuora, fratello, nipoti e quel terribile dragone di sua madre. In questo l'autrice è acuta ed attualissima. I tentativi di Violet di affrancarsi dagli impegni e da quel che ci aspetta da lei sono presenti e ben descritti: le vacanze da sola, la rivendicazione di un riconoscimento sul lavoro e di una gratificazione, anche sessuale e non solo sentimentale. La fame, le lunghe serate di noia in condivisione dello spazio con le altre donne affittuarie della pensione in cui vive Violet, tutto questo ci permette di avere un assaggio di un passato non troppo lontano in cui da sempre la  famosa "stanza tutta per sé" è una necessità fisica e psicologica. Quello che non mi ha convinta è tutta la parte più "movimentata": l'innamoramento nei confronti di Arthur, la presenza di un molestatore che sembra essere entrato per caso nel libro, giusto per creare l'ostacolo, fino al finale abbastanza moderno, ma che non mi ha coinvolta. Il ricamo però resta il filo conduttore e su questo non voglio sembrare insensibile e poco ricettiva. Ho ben compreso che in quel periodo storico poteva essere un modo per lasciare un segno, piccolo, ma tangibile, di un passaggio, di un subbuglio che poi porterà a ben altro. Ago e filo restano oggetti chiave, risolutori addirittura in certi passaggi.
Ho molto apprezzato invece il personaggio di Gilda e la mia empatia ed attenzione sono andate tutte nella sua direzione, quasi fosse in realtà lei il personaggio principale a cui è stata "scippata" la storia.
Questa volta il mio è un consiglio di lettura confuso e non tanto definito. Mi è piaciuto senza entusiasmi, ma resta comunque un libro che regala alla descrizione della condizione delle donne nel tempo una sfumatura in più, nuova e interessante. A voi la scelta.

















Commenti

  1. L'ho prenotato in biblioteca perché sembrava disponibile, invece devono avermelo "scippato" mentre lo prenotavo. Mentre aspetto mi godo le vostre sempre garbate e frizzanti recensioni!

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    1. Cose che succedono in biblioteca...intendo lo scippo di prenotazioni. A volte errore umano e altre mancanza di sincronizzazione. Spero comunque tu possa entrarne in possesso (temporaneo) molto presto così ci confrontiamo su questa lettura che non mi ha soddisfatta quanto avrei sperato. Un saluto da Lea

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  2. Alla fine, tra un permalink che non funziona , cuscini e campane in ogni dove...ce l'abbiamo fatta. E mi hai pure fatto commuovere, mannaggia a te!

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    1. Le campane! Si impara sempre qualcosa di nuovo, no? Un abbraccio da Lea (non commuoverti! abbiamo ancora tantissimi libri da leggere insieme)

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