Questo libro mi ha incuriosita fin dalle prime volte che l'ho visto girare sui social per la sua sinossi così particolare, ma mi intimoriva il genere letterario nel quale veniva collocato: distopico, un genere che mi piace leggere saltuariamente, a patto che non sia troppo tendente al fantascientifico.
Ora, complice la rubrica #bookswiffer, Laura de La biblioteca di Eliza lo ha scelto per me e finalmente sono riuscita a leggerlo.
Titolo: 83500 • Autore: Michela Monti • Editore: Triskell Edizioni • N.pagine: 261 • Data di pubblicazione: 24 febbraio 2018 • Copertina flessibile € 12,00 • Ebook € 5,99
TRAMA
ReBurning Prison, carcere di massima sicurezza, anno 2020 circa. Melice Redding è una condannata a morte, ma non ricorda il perché. La causa dell'amnesia è la separazione da sua figlia appena partorita e per questo Mel entra in stato di shock. Grazie a Gabriel uscirà dalla catatonia e, sempre grazie a lui, avrà la possibilità di tornare indietro, prima che il crimine per cui è condannata venga commesso. Melice viaggia nel tempo per rivivere il suo passato senza nessun ricordo dell'arresto, senza condizionamenti. Tutto procede regolarmente, fino alla notte di Halloween.
Inizio subito con il dire che l'elemento distopico è limitato veramente al minimo e cioè all'ambientazione in un prossimo futuro (per l'epoca in cui è stato scritto, ora presente, e cioè anno 2020) e per il fatto che ad alcune persone siano stati sostituiti pezzi di corpo con impianti elettronici, rendendole di fatto cyborg. Uno di questi è Gabriel, guardiano nel carcere di massima sicurezza dove è rinchiusa Melice, condannata a morte per omicidio e con un unico ricordo degli anni precedenti il suo arresto: sua figlia Sadie, partorita in carcere.
A Melice viene però data un'opportunità: ritornare indietro nel tempo e cercare di evitare gli eventi che hanno portato al suo arresto.
Conosciamo così due Melice, una cupa e introversa che mal sopporta le provocazioni di Gabriel il quale cerca di stimolarle i ricordi, nel tempo presente, e una solare, positiva e piena di voglia di vivere, nel tempo passato.
Questo cambio di atmosfere, esterne e interne, è fortemente marcato attraverso la scrittura di Michela, che riesce a far arrivare al lettore gli stati d'animo della protagonista in maniera netta e precisa. Insieme a lei proveremo l'angoscia dell'oblio, la voglia disperata di sapere cosa ne sia stato della sua bambina, più che del motivo per cui sia stata condannata a morte; vivremo l'attrazione e allo stesso tempo il senso di fastidio per il guardiano che la provoca ogni volta che gliene si presenta opportunità, in una perenne semioscurità che riveste non solo gli ambienti, ma anche la sua anima.
Quando torneremo al passato vivremo anche giornate di sole e speranza: nonostante i difficili rapporti familiari, Melice vuole ottenere il meglio dalla vita, conosceremo il suo meraviglioso rapporto con Bea, la sua migliore amica, la sua confidente, la sua valvola di sfogo e la sua compagna di abbuffate davanti alla tv, Bea che ha un grave problema di salute, Bea che non ne fa un dramma, Bea che raccoglie i pezzi di Mel quando un evento devastante la riduce ad un mucchietto di disperazione.
E sapremo. Ci indigneremo, urleremo, e piangeremo. Io ammetto di aver dovuto asciugare gli occhi a ripetizione per poter andare avanti con la lettura, per un determinato episodio che mi ha fatto male al cuore.
E poi arriveremo all'ultima pagina dove tutto quello che eravamo stati indotti a pensare, viene ribaltato. La bravura di Michela sta anche nel far appassionare il lettore ai personaggi, a farglieli vivere in un modo e scardinare tutte le sue convinzioni nel giro di un paragrafo. E farlo piangere. Di nuovo. Oltre a fargli bramare di avere tra le mani il secondo volume della trilogia per sapere.
Questo è un romanzo che declina i sentimenti nelle sue varie sfaccettature: quelle di una figlia verso i propri genitori, quelle di una madre verso la propria figlia, quelle di una donna verso il proprio uomo, quelle di due amiche che si amano tanto da arrivare anche a compiere scelte sbagliate.
La parte che ho più apprezzato in questo romanzo è stata proprio il racconto di un'amicizia di quelle vere, di quelle che ti portano ad essere brutale quando è l'unica scelta possibile, a renderti ridicola se serve, a prodigarti in tutti i modi possibili per far star bene l'altra persona. In queste righe ho riconosciuto la Michela con la quale converso tutti i giorni, la sua grande empatia e il suo desiderio di vedere serene tutte le persone che ha intorno.
Mentre la parte che mi ha forse messa un po' più in difficoltà è stata la flessione romance (genere per il quale non nutro particolare predilezione), che per fortuna è limitata veramente a poche pagine.
Quindi ringrazio Laura che mi ha dato la possibilità di leggere questo libro e Michela per averci messo un pezzettino di sé. Non mi rimane che leggere quanto prima il seguito e poi il volume conclusivo che uscirà a breve!
Se amate le belle storie, questa trilogia fa per voi.
Seguo Michela su Facebook da tempo, abbiamo amicizie virtuali in comune, e sono proprio curioso di leggerla prima o poi! :)
RispondiEliminaUh, grazie mille!
RispondiEliminaE grazie infinite a #labacci, per aver letto tutto quello che si poteva trovare, in questo libro ❤️
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