Finalmente ce l'ho fatta a recuperare il terzo romanzo di Gigi Paoli e di questo devo ringraziare le due disgraziate Laura (La Libridinosa e La Biblioteca di Eliza) che me lo hanno assegnato per la rubrica Bookswiffer. Vi basti sapere che in un mese per me disastroso a livello di letture (in ventiquattro giorni ho letto DUE libri), ho divorato questo romanzo in un giorno e mezzo.
TRAMA
Titolo: La fragilità degli angeli • Autore: Gigi Paoli • Editore: Giunti • N.pagine: 300 • Data di pubblicazione: 19 settembre 2018 • Copertina flessibile € 16,00 • Ebook € 8,99
TRAMA
Sono giorni di angoscia per Firenze dopo la misteriosa scomparsa di un bambino di quattro anni che stava giocando nel giardino della sua casa in collina: di lui rimane solo la piccola bicicletta grigia, appoggiata a un albero. Mano a mano che passano i giorni, le speranze di ritrovare Stefano in vita si affievoliscono, e in città si torna a respirare lo stesso terrore dei tempi del "Mostro", il famigerato serial killer che uccideva e mutilava le coppiette appartate in campagna. Per il giornalista di cronaca giudiziaria Carlo Alberto Marchi e il suo collega della "nera", l'Artista, sono ore di ansia e lavoro frenetico fra la redazione, i luoghi del delitto e un Palazzo di Giustizia sempre più cupo, proprio come il suo soprannome: Gotham. Un'inchiesta serrata che non dà tregua agli inquirenti, la tenace pm Simonetta Vignali, grande amica di Marchi, e il capo della Mobile Settesanti, segnato da un passato violento che non gli concede sconti. A dare una svolta alle indagini sarà l'inaspettata confessione di uno studente di psicologia: è stato lui a uccidere Stefano, per poi abbandonarne il corpo sulle rive dell'Arno. Sta dicendo la verità? O si tratta solo di un mitomane? E mentre le sponde del fiume vengono battute a tappeto, un altro colpo di scena riaccende la paura. In una celebre basilica sulle oscure colline di Firenze viene ritrovata una lettera anonima che annuncia nuovi orrori: Stefano è stato il primo, ma non sarà l'ultimo... Poi, il caos si trasforma in silenzio, finché un'intuizione ribalta tutto, anche le storie personali, anche quella di Carlo Alberto Marchi, che si ritrova davanti a qualcosa che mai aveva visto prima. Sullo sfondo di un malinconico autunno fiorentino, Gigi Paoli ci regala il suo libro più toccante e intenso.
Questo è uno di quei libri che una volta iniziati è impossibile mettere giù: non solo per il suo protagonista, non solo per le vicende narrate, ma anche, e soprattutto, perché Gigi Paoli sa scrivere e incatenare il lettore alle sue pagine.
Posso dire con assoluta certezza che questo sia il migliore dei tre romanzi, nel quale ho ravvisato una maturazione nella scrittura e un ritmo che coinvolge in maniera totale.
In una Firenze meno protagonista rispetto ai romanzi precedenti, ma viva e pulsante nel ricordo del mostro che l'ha abitata, un'eco che risuona ancora tra i suoi palazzi, la paura si fa palpabile e assume i contorni del peggiore degli incubi, quello in cui le vittime sono le più indifese, i bambini, angeli fragili tanto facili da sopraffare, quanto difficili da proteggere.
In questo scenario si muove Carlo Alberto Marchi, il giornalista protagonista dei romanzi di Paoli, un personaggio perfetto nella sua umana imperfezione e un conduttore ideale perché le indagini le segue stando al suo posto, senza indossare le vesti di un improbabile investigatore, ma sapendo mantenere saldi i confini del suo lavoro, lasciando che gli inquirenti svolgano il loro senza interferire.
È proprio questa, a mio avviso, la forza di questa serie: ogni personaggio è credibile, rimane nel proprio ambito senza sconfinare e senza perdere la propria identità. Tanto più in questo caso, dove le vittime meritano un'attenzione e un rispetto maggiore e le forze impiegate devono essere decuplicate.
Tra un caffè con un magistrato, una telefonata inopportuna e un pezzo da mandare in stampa in tempi impossibili, il nostro Marchi deve destreggiarsi anche tra lavatrici, fornelli e il compito di crescere Donata, una tredicenne che inizia a sfuggire alle maglie di un genitore poco presente, ma comunque attento.
Sono proprio gli intermezzi tra Carlo e Donata le parti più spassose che aiutano a stemperare la tensione di una vicenda emotivamente intensa. Donata non è più un'undicenne perennemente imbronciata, si è trasformata in una tredicenne che a colpi di "Bella zio!" cerca di conquistarsi un po' di libertà, e al primo accenno di festa con amici maschi Carlo reagisce molto pacatamente:
"Ho una figlia bella e intelligente, ma presto avrò anche una pistola, una pala e un alibi di ferro.Che si sappia."
Con il suo stile scorrevole e ironico, ma non privo di profondità e mai giudicante, Gigi Paoli ci conduce ad un epilogo spiazzante, dove il mostro prende sembianze inaspettate con motivazioni insospettabili.
Terza prova brillantemente superata, caro Gigi, e ora non mi resta che scoprire cosa ci riserverà "Il giorno del sacrificio" il quarto romanzo in uscita il prossimo aprile.
E se voi non aveste ancora fatto la conoscenza di questo autore, correte subito ai ripari!
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