L'estate del coniglio nero - Kevin Brooks

Trama:  un'estate torrida e Pete ha già passato diverse settimane senza fare altro che ciondolare per casa. Fino a quando una telefonata gli cambia la vita per sempre. È Nicole, gli chiede di vedersi. Presto si separeranno, ognuno per la propria strada, il college, Parigi... Sarebbe bello incontrarsi per l'ultima volta con il gruppo dei vecchi amici, solo loro quattro: Pete, Nicole, Eric e Pauly. Pete le chiede di Raymond, anche lui è un vecchio amico, fa parte del gruppo. È vero, è un tipo strano, sembra vivere in un mondo tutto suo al cui centro c'è un coniglio nero; ma Pete gli è molto legato e vuole che sia con loro. Quella notte, però, quando si trovano al luna park, Raymond scompare. E anche Stella Ross, una ragazza del loro liceo diventata famosa. Tutti pensano che i due eventi siano collegati, che Raymond lo strano sia il colpevole. Pete vuole dimostrare a ogni costo che si sbagliano, ma quando segreti, rancori e vecchie gelosie mettono gli amici uno contro l'altro, anche le sue certezze cominciano a incrinarsi...
Titolo: L'estate del coniglio nero
Autore: Kevin Brooks
Casa editrice: Piemme
Anno pubblicazione: 2014
Pagine: 427

Torna puntuale la rubrica "Questa volta leggo..." ideata dai blog La lettrice sulle nuvole  e  Le mie ossessioni librose. Per il mese di novembre è stato scelto un thriller. In prima battuta avevo pensato di scrivere la recensione del libro "Il manoscritto" di Thilliez, ma ne aveva già parlato Stefi e non volevo proporre un doppione (anche se devo dire che non mi è piaciuto quanto è piaciuto a lei), poi ho deciso di provare con "La casa che era nostra" di Louise Candish, ma... lunedì 18 novembre ho seguito un corso interessantissimo sulla letteratura per ragazzi tenuto da Roberta Balestrucci Fancellu e non ho avuto dubbi: il thriller che mi aspettava era "L'estate del coniglio nero" di Kevin Brooks!


Il romanzo è rappresentato benissimo dalla cover: a tratti grottesco, crudele, assurdo e allucinato. Crudamente vero. Vero in un modo sgradevolissimo, come quando la realtà prende la deviazione del film horror ed è tanto più horror perché non ci sono mostri, perché in certe situazioni i mostri possiamo diventare anche noi.
Sono partita in medias res, in mezzo al vortice e al caos, ma è colpa dell'autore perché la sua prosa riesce a trascinarti, è mimetica, ti stordisce come se a tua insaputa avessi fumato o bevuto qualcosa di molto forte e cattivo. Allora cerco di schiarirmi le idee,  provo a camminare dritta, infilando la sequenza sintattica giusta, ma sento la voce sfasata, lontana e mi rendo conto di non ingannare nessuno. Leggendo un po' di sporcizia e di squallore mi sono rimaste appiccicati addosso.
Peter, il protagonista, il ragazzo normale, sta trascorrendo un'estate di assoluta apatia, di noia feroce, quella che ti assale solo (spero) quando sei adolescente e non sai veramente che fare con il tempo che hai la fortuna di avere. In questa estate immobile, asfittica come i suoi pensieri, riceve la telefonata di Nic, un'amica con la quale c'è stato qualcosa quando erano più piccoli. La proposta della ragazza è quella di riunire la vecchia banda prima che ognuno di loro prenda una strada diversa, adulta. Ritrovarsi nel vecchio covo e poi andare al luna park.
All'appuntamento ci saranno Eric (gemello di Nic),  Pauly il buffone e Raymond lo strano, grande amico di Peter. Raymond che dice di sentire la voce del suo coniglio nero, Raymond che ha due genitori che lo trascurano da sempre e che è per questo forse è un disadattato o un'anima pura. Chissà.
La serata porterà alla luce conflitti, invidie mai sopite, desideri, brame. Il luna park diventerà un non luogo simile all'inferno, tra visioni, sparizioni e allucinazioni.
Al mattino Peter si sveglierà stordito, dimentico di ciò che può essere accaduto. Raymond è scomparso, Stella Ross stellina mediatica della scuola è sparita anche lei e gli amici hanno negli occhi delle ombre difficili da penetrare. Quello che è certo è che nessuno è interessato alla scomparsa di Raymond, solo Peter vuol comprendere realmente cosa sia successo.
Il romanzo è molto ben costruito, tra interrogatori, confronti, momenti di violenza psicologica e fisica. Forse ho compreso a 3/4 la dinamica degli avvenimenti, ma non è stato importante. L'autore ci racconta il passaggio dall'adolescenza all'età adulta come una vera perdita d'innocenza, uno strappo brutale che però è la conseguenza di qualcosa che covava ai margini. Solo Raymond resta un punto luminoso, nella sua assenza. Non ci sono facili soluzioni, si può proseguire solo con il peso di ciò che accaduto, facendoci i conti ogni giorno.
Mi è piaciuto, non mi è piaciuto. Mi sono salvata da giovane, come figlia, non so se avrò la stessa fortuna da madre. Proprio da farsela addosso per la paura, francamente.
Ho fatto bene a leggerlo, ma ora devo riprendermi. Sono certa che presto questa attrazione-repulsione mi chiamerà nuovamente e Bunker Diary sarà la prossima lettura che affronterò di questo controverso e bravo autore. La sua è una voce graffiante, sgradevole e originale. Impossibile ignorarla.
Prima, però, devo incamerare un po' di luce.
 
Ed ora le altre recensioni del mese di novembre:



Commenti

  1. Amo troppo Brooks, e tutto è partito da qui!

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  2. avevo letto tempo fa diverse recensioni, tutte più o meno come la tua. Devo dire che un po' di curiosità è rimasta

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  3. La recensione ha una punta di inquietudine che traspare.
    Si vede che mentre leggevi ti sei messa nei panni della madre e hai provato brividi reali per una minaccia concreta. Questa è una lettura che mi manca, ma recentemente qualcuno mi ha fatto notare che devo accettare che nel mondo esista anche il male, quello vero creato dalle persone, non da fenomeni inspiegabili o da pazzi alieni. Quindi forse fare esperienza di questo tramite una lettura del genere, potrebbe essere uno schiaffo che mi posso somministrare. Grazie per la bella recensione!

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  4. questo è il genere di libri che come madre mi fanno tanta paura. lo leggo nelle tue parole e so che molto probabilmente mi sentirei davvero come te. però la curiosità è davvero tanta e questo libro mi attrae davvero

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  5. Caspiterina, quella cover è inquietante al punto giusto D: Dovrò recuperarlo!

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