La scatola di cuoio - Gianni Spinelli


Titolo: La scatola di cuoio • Autore: Gianni Spinelli • Editore: Fazi • Data di uscita: 24 ottobre 2019 • N.pagine 214 • Copertina flessibile € 16,00 • Ebook € 7,99

TRAMA
Alla fine degli anni Cinquanta, in un paesino sperduto della Basilicata, un frate maledetto dal diavolo più che benedetto dal Signore mette su in maniera poco chiara una notevole ricchezza; in più, a casa di don Pantaleo, si sussurra, avvengono cose strane. «Il demonio è più castigato del Provinciale» affermano i suoi compaesani, immaginando che diverse donne “pittate” passino la notte nella sua casa-convento. Finché, un giorno, don Pantaleo viene ritrovato morto, accasciato su una scatola di cuoio. Parte subito un’indagine ma nel frattempo l’eredità del religioso – soldi, case e terreni – finisce nelle mani dell’arcigna donna Marta, moglie di un nipote e a sua volta non più giovanissima. Da qui avrà inizio una sanguinosa battaglia per l’eredità: tra cause intentate dai parenti, in un Sud all’inseguimento del bottino, la vicenda assumerà un carattere grottesco. Tra colpi di scena e agnizioni, in palio il succoso lascito di don Pantaleo, si snoda l’intera trama di questo libro, a metà tra la favola nera e un vero e proprio giallo, finché il mistero legato al testamento si scioglierà in un sorprendente finale che avrà tutto il sapore di una beffa.
Con uno stile ironico e una scrittura brillante, Gianni Spinelli costruisce una storia piena di sorprese in cui l’eco dei grandi classici del genere favolistico, da Barbablù al Canto di Natale, si mescola alla satira di costume per una riflessione in forma di commedia sui sette vizi capitali, con al centro una misteriosissima scatola.
«La scatola di cuoio vissuto era sistemata da sempre su un cassettone di legno massiccio nello studio di don Pantaleo, a San Clemente. Dal giorno di Natale del 1968 aveva colpito la fantasia di Antonio Forini, trentasei anni, magro, un po’ curvo, quasi calvo, lenti spesse da miope, strampalato, “un tipo che, fra centomila lire e un portachiavi di metallo, sceglie il portachiavi, senza pensarci due volte”».


"La scatola di cuoio" è uno spaccato dell'Italia degli anni '60, quella dei paesini anonimi e sconosciuti dove un forestiero di passaggio poteva dar vita a mirabolanti racconti per i mesi a seguire,

dove le apparenze erano il bene più prezioso da conservare, dove la routine del mattino imponeva, dopo essersi lavati la faccia, di indossare l'abito del perbenismo dietro al quale nascondere ogni più basso istinto, ogni più gretta inclinazione.
Le vicende prendono il via con la morte di don Pantaleo, un frate dalla reputazione tutt'altro che celestiale, un individuo corrotto che dominava il paese tirando i fili del potere datogli dalle ricchezze accumulate in modi arcani. Il suo corpo viene ritrovato riverso su una misteriosa scatola rivestita in cuoio il cui contenuto rimarrà celato anche all'occhio del lettore fino alla fine del romanzo. 
La vera protagonista del romanzo, però, è donna Marta, moglie del nipote di don Pantaleo, donna avida la cui vita è dedicata alla costruzione della sua immagine di degna erede non solo del patrimonio del frate, ma anche del potere che ne consegue.
"Don Pantaleo, avido, furbo, senza scrupoli. Donna Marta, più avida, più furba e più senza scrupoli di lui."
Marta è alla ricerca di una degna erede della fortuna accumulata da don Pantaleo, non avendo avuto figli, nella "casona" si avvicenderanno le figlie dei suoi fratelli, ognuna delle quali incarna un vizio, una debolezza, a comporre un quadro tutt'altro che lusinghiero dell'animo umano indotto in tentazione.

Le vicende si snoderanno attraverso testamenti redatti e poi cancellati, maschere indossate e poi cadute, invidie e gelosie a volte malcelate oppure gridate, fino ad un epilogo che ha il sapore di una beffa, una rivalsa a metà che lascia il lettore con un sentimento fra il godimento e la delusione.
"La scatola di cuoio" è un romanzo che attraverso capitoli brevi e una scrittura scorrevole, che a tratti mi ha ricordato lo stile di Andrea Vitali e le atmosfere create da Guareschi, intrattiene piacevolmente il lettore gettando uno sguardo grottesco ma reale ai vizi e alle debolezze che ognuno di noi, inevitabilmente, porta dentro di sé.
Ringrazio la Casa Editrice Fazi per la copia digitale.



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