Titolo: Il gioco del silenzio • Autore: Rob Keller • Editore: DeAPlaneta • Data di pubblicazione: 24 settembre 2019 • N.pagine 329 • Copertina flessibile € 16,00 • Ebook € 8,99
TRAMA
Cristina era una criminologa, forse la migliore, ma ha lasciato la professione per occuparsi a tempo pieno di suo figlio Leone, che soffre di un disturbo di iperattività. Ma questa è solo la versione ufficiale, che ha creato per ingannare persino se stessa. La verità è che l’ultimo caso della sua carriera l’ha letteralmente distrutta, costringendola a cambiare vita e a rifugiarsi in una routine scandita da rigorose abitudini. Poi, un giorno, il telefono squilla. Uno zio a lei molto caro si è suicidato, nel paese sul lago di Como dove è cresciuta e dal quale è fuggita molti anni prima. Troppi incubi, troppi fantasmi, per Cristina, in quelle acque scure e profonde. Tornare sul lago significa ritrovare suo padre, con il quale ha un rapporto tormentato, e soprattutto rimettere piede nella Villa degli Orologi, la spaventosa tenuta dalla quale i Radlach controllano non solo gli affari di tutta la zona, ma anche le vite di chi vi abita. La donna resiste con ogni forza alla tentazione di indagare sulla morte dello zio, perché intuisce che la verità si annida nel groviglio di segreti che lega la storia della sua famiglia a quella dei Radlach. Ma quando Leone troverà in soffitta un orologio da taschino con una misteriosa dedica, diventerà impossibile non aprire il cassetto doloroso dei ricordi. Tra antiche leggende, strane visioni e pericoli più che reali, Rob Keller costruisce un inarrestabile sistema di ingranaggi narrativi, nel quale le tenebre del lago impallidiscono di fronte a quelle ben più inquietanti dell’animo umano.
"Il gioco del silenzio" è un romanzo che parte da buone premesse, da un'idea di base interessante, ma che, a mio avviso, non è stata sviluppata al meglio.
La narrazione è poco emotiva e forse questo è uno dei motivi che hanno reso la lettura poco stimolante che non mi hanno permesso di entrare in empatia con nessuno dei personaggi, se non forse con Angela, la madre di Cristina, e solo nell'ultimissimo capitolo.
Cristina è un'ex criminologa che ha scelto di abbandonare il lavoro apparentemente per seguire il figlio iperattivo, ma in più punti fa intendere che la motivazione reale sia un'altra, salvo poi non indicare chiaramente quale. Viene citato spesso un caso da lei brillantemente risolto, ma di questo caso ci viene fatto capire poco o nulla, inoltre io non sono riuscita a cogliere l'utilità di queste citazioni (se fosse servito a raccontare il suo vissuto, a mio avviso questo racconto avrebbe dovuto essere più dettagliato).
Anche il rapporto di Cristina con la madre Angela, morta apparentemente suicida tempo prima, viene sviscerato troppo poco, ci viene detto spesso che si trattava di un rapporto forte ma senza che ci venga raccontato per poterlo comprendere a pieno.
Ecco, forse questo è il problema che ho maggiormente riscontrato in questo romanzo, molte cose vengono affermate senza poi trovare un riscontro reale, un più ampio respiro, all'interno della narrazione.
Un altro esempio in questo senso è l'iperattività di Leone, il figlio di Cristina, il suo problema viene spesso citato, viene descritto come l'impossibilità di stare fermo e tranquillo (se fosse limitato a queste manifestazioni parlerei di semplice vivacità, a mio avviso l'iperattività porta conseguenze ben peggiori), ma non ci è dato sapere come questo problema incida sulla quotidianità di Cristina o dell'ambiente in cui Leone vive, si muove, né questo problema trova un reale scopo ai fini della narrazione.
Altro elemento che, pur essendo molto affascinante, non ha uno scopo preciso ai fini dell'evoluzione della storia e dei suoi personaggi, è il mondo degli orologi, il loro funzionamento. Il padre e lo zio di Cristina lavorano per questa potente famiglia che si occupa di orologi antichi, ma avrebbe potuto trattarsi di qualsiasi altro ambito lavorativo che le vicende avrebbero potuto svolgersi nello stesso identico modo.
Infine la rete di segreti che stanno all'origine di tutti gli avvenimenti è stata per me facilmente intuibile già dalle prime pagine, togliendo così pathos e interesse vivo alla lettura.
Il pregio di questo libro è di essere scritto in maniera estremamente scorrevole e di regalare qualche ora piacevole al lettore che ricerchi una pausa di evasione senza grosse pretese.
Ringrazio l'ufficio stampa e la CE per avermi omaggiata della copia cartacea arrivata con un gadget veramente molto carino.
Che sfacelo questo "thriller"...
RispondiEliminaÈ un libro che ha un po' diviso i lettori, ci sono state anche recensioni entusiastiche. Per me è stata una delusione, pazienza ;)
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