Dodici rose a settembre - Maurizio de Giovanni

Titolo: Dodici rose a settembre • Autore: Maurizio de Giovanni • Editore: Sellerio • N.pagine: 271 • Data di pubblicazione: 29 agosto 2019 • Copertina flessibile € 14,00 • Ebook € 9,99

TRAMA
«Mi chiamo Flor, ho undici anni, e sono qui perché penso che mio padre ammazzerà mia madre». Gelsomina Settembre detta Mina, assistente sociale di un consultorio sottofinanziato nei Quartieri Spagnoli di Napoli, è costretta a occuparsi di casi senza giustizia. La affiancano alcuni tipi caratteristici con cui forma un improvvisato, e un po' buffo, gruppo di intervento in ambienti dominati da regole diverse dall'ordine ufficiale. Domenico Gammardella «chiamami Mimmo», bello come Robert Redford, con un fascino del tutto involontario e una buona volontà spesso frustrata; «Rudy» Trapanese, il portiere dello stabile che si sente irresistibile e quando parla sembra rivolgersi con lo sguardo solo alle belle forme di Mina; e, più di lato, il magistrato De Carolis, antipatico presuntuoso ma quello che alla fine prova a conciliare le leggi con la giustizia. Vengono trascinati in due corse contro il tempo più o meno parallele. Ma di una sola di esse sono consapevoli. Mentre Mina, a cui non mancano i problemi personali, si dedica a una rischiosa avventura per salvare due vite, un vendicatore, che segue uno schema incomprensibile, stringe intorno a lei una spirale di sangue. La causa è qualcosa di sepolto nel passato remoto. Il magistrato De Carolis deve capire tutto prima che arrivi l'ultima delle dodici rose rosse che, un giorno dopo l'altro, uno sconosciuto invia. 


Ho conosciuto de Giovanni con il primo romanzo della serie del Commissario Ricciardi, e mi sono innamorata del suo stile, delle atmosfere malinconiche che uscivano dalle pagine, delle pennellate con le quali colorava le pagine rendendole quasi dei quadri vivi, ho letto poi "Il metodo del coccodrillo" riconoscendone la grande abilità anche nel creare una serie meno poetica, ma sempre coinvolgente e accattivante, infine ho conosciuto la sua Sara dove le due atmosfere si fondono a creare un terzo sfondo mantenendo sempre la caratteristica di saper catturare il lettore.
Quando ho saputo dell'uscita di questa nuova serie ho perciò avuto la curiosità di conoscere una nuova protagonista, certa di ritrovare la penna tanto amata da centinaia di lettori. Purtroppo questa volta non è stato così, qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto e ora cerco di spiegarvi quali sono gli elementi che mi hanno fatto storcere non poco il naso.
La protagonista di questa nuova serie è Gelsomina (detta Mina) Settembre, una quarantenne con un divorzio alle spalle che lavora in un consultorio pubblico ai Quartieri Spagnoli come assistente sociale, un lavoro che le dà più frustrazioni che soddisfazioni, e che vive con una madre in sedia a rotelle, scorbutica e dalla lingua tagliente. 
Sono proprio i siparietti tra Mina e la madre che mi hanno strappato più di qualche risata, battute che mi hanno ricordato molto Mara Maionchi, e questa ironia tipicamente napoletana all'inizio mi piaceva molto perché mi faceva facilmente immergere nell'ambientazione, ma con l'andare della narrazione ha iniziato a disturbarmi, l'ho trovata un po' eccessiva e ridondante, e ciò che avrebbe dovuto rendere la lettura più leggera l'ha di fatto appesantita. 

Un altro elemento che ho trovato eccessivamente ripetitivo è stato il continuo porre l'accento sulla fisicità di Mina, una donna che porta con imbarazzo un seno generoso che viene notato e sottolineato, ora con sguardi, ora con battute, da chiunque incontri sulla sua strada e, francamente, a mio avviso  questo particolare non sempre era funzionale alla narrazione. 

Parlando poi del rapporto tra Mina e il nuovo ginecologo arrivato ad esercitare al consultorio, ho notato dei cliché tipici da romanzo rosa: lui, bello come un angelo, ma inconsapevole del suo ascendente sul pubblico femminile (code interminabili di pazienti desiderose di un consulto quasi mai necessario non lo insospettivano minimamente...bello sì, ma non particolarmente arguto, eh?), lei che, al pari di tutte le femmine presenti nella storia (e non solo femmine) ne subisce il fascino ma non lo vuole ammettere neanche a se stessa e di riflesso è sempre scorbutica nei suoi confronti, e vabbè,  ma il particolare che più di tutti mi ha dato l'orticaria è stato il paragone, ripetuto quasi ad ogni capitolo, tra il belloccio e Robert Redford in determinate scene dei vari film da lui interpretati... ho odiato Robert Redford (poveretto...) come neanche la zanzara che ronza nelle orecchie appena ci si addormenta!

La parte gialla invece è molto ben costruita, mi è piaciuta molto, mi ha appassionata, anche se durante la lettura mi suonava un campanello d'allarme. Nel ripensarci a fine lettura ho realizzato quale fosse la stonatura, e cioè la somiglianza di vari elementi presenti ne "Il metodo del coccodrillo", in particolar modo nella caratterizzazione del killer.

Mi è piaciuta molto anche la parte in cui viene raccontata la storia di Flor, la ragazzina che si presenta al consultorio per denunciare la violenza del padre nei confronti della madre, e del contesto in cui le vicende si consumano, l'ho trovata ben costruita e una delle parti che mi ha più emozionata. 

Lo stile di de Giovanni è decisamente la nota positiva di questo libro, sempre inappuntabile e godibile, a prescindere dagli elementi che possono essere più o meno graditi.
In definitiva definirei "Dodici rose a settembre" un romanzo senza infamia né lode, che paga lo scotto di aspettative decisamente alte che inevitabilmente hanno gli affezionati lettori di de Giovanni.





Commenti

  1. Ciao! Io sono una fan di Maurizio De Giovanni e mi piacerebbe leggere questo romanzo. Mi spiace che alcuni aspetti non ti abbiano soddisfatto...forse l'intento dell'autore era creare una lettura più "leggera", non so. Quando lo avrò letto ti saprò dire!

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    1. Ciao Silvia! Sicuramente l'autore voleva creare qualcosa di più ironico e leggero, rispetto alla sua solita produzione, e all'inizio l'ho apprezzato, ma con l'andare della lettura l'ho trovato "troppo". Attendo il tuo parere a fine lettura ;)
      Baci

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  2. Io lo sto leggendo proprio adesso, senza aver mai letto nulla di questo autore. Lo sto trovando molto ben scritto e leggero, che è ciò di cui ho bisogno adesso, ma sicuramente non rimarrà negli annali del giallo 😊

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    1. Sullo stile di scrittura non si può fare nessun appunto, sicuramente. Probabilmente la mia delusione è motivata proprio dalle aspettative create dalla lettura di sue opere precedenti. In effetti è godibile e leggero.

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