Trama: Ellen oggi compie trentanove anni. I buoni propositi per il suo immediato futuro comprendono "lezioni di yoga avanzato", educati "club del libro" in cui è di rigore fermarsi al primo bicchiere di vino, e scambi di moine ai giardinetti sulle "ultime fantastiche vacanze estive". Ellen ha due bambini di sei e otto anni, Peter lo scoreggione e Jane la fustigatrice, e la sua ambizione è quella di diventare una scintillante mammina modello. Ma l’obiettivo continua a sfuggirle, assomiglia di più a una "mission impossible" che deraglia al primo ostacolo. Perché si sa, la vita in famiglia non è tutta rose e fiori, soprattutto quando ci si mettono anche il marito e i parenti a romperti le palle: Simon, che ha conosciuto all’università e poi sposato, ora è diventato un uomo noioso fissato con la sobrietà economica; la sua favolosa sorellina super intelligente Jessica è sempre lì a ricordarle quale madre-moglie-donna scombinata sia; la suocera snob la squadra schifata dall’alto in basso perché lavora e "oltretutto" con i computer. Per fortuna ci sono gli amici: Hannah e Sam, una più depressa dell’altro dopo che entrambi i loro matrimoni sono tragicamente finiti. E Charlie, spuntato fuori dal passato, che forse potrebbe regalare a Ellen quella ventata di freschezza di cui sembrerebbe proprio aver bisogno.
Titolo: Un gin tonic per la mamma
Autore: Gill Sims
Casa editrice: Fabbri
Anno pubblicazione: 2018
Pagine: 374
Con i libri è sempre una meravigliosa avventura, perché non sai mai come ti troveranno e quanto ti piaceranno. A qualche romanzo non sei disposto a concedere nessun credito, a partire dal titolo e dalla copertina e poi invece inizi a leggerlo e ridi e ridi e a p. 100, invece di farti il tè, ti prepari una bella sambuchina ghiacciata e reciti pure tu, come la sboccata protagonista, il mantra "vitadimerda", proprio perché è una vitadimerda veramente bella, la tua, talmente bella che te la tieni con una certa soddisfazione. A fine sambuca la cover non ti sembra nemmeno tanto brutta.
Questo romanzo credo possa definirsi un chick lit e deve molto a Bridget Jones, tanto che la protagonista Ellen potrebbe essere proprio una Bridget quarantenne con due figli a carico e un Mr Dacy come marito. Mi ha fatto pensare anche ai romanzi di Jennifer Weiner, in particolare a "Buonanotte baby" nel quale la protagonista si sente inadeguata rispetto alle perfettissime mamme dei compagni di classe dei figli. Esistono le mamme super perfette? Sono quelle che non lavorano, che hanno tempo per seguire i figli e fare torte straordinarie o sono quelle che lavorano e che hanno sempre dei vestiti alla moda e l'eyeliner applicato alla perfezione con la codina finale? Chi non si è mai sentito inadeguato e fuori posto, con i vestiti stazzonati e l'aria di una sfollata alzi la mano. In fondo la vita è proprio questo continuo gioco (definiamolo così) tra quello che vediamo, quello che siamo e quello che crediamo di essere. L'esistenza di Ellen (una mamma che beve il gin tonic soprattutto di venerdì sera) si divide tra lavoro, figli e impegni familiari in una corsa continua e in un giornaliero scollamento tra quello che lei vorrebbe essere e quello che realmente è. L'umorismo e l'ironia la fanno da padroni e le situazioni divertenti abbondano, in un crescendo che ha il suo culmine nella descrizione di un Natale in famiglia in cui Ellen si trova ad avere come ospiti una ventina di persone, con tanto di cognata e cognato che usano la sua vasca da bagno per una sessione di sesso sfrenato. Ovviamente tutta la narrazione tende all'esagerazione, senza perdere la presa su questioni che invece sono molto attuali e contingenti. Lavorare part time non è forse una fregatura se poi oltre al lavoro ci si deve accollare in pieno anche le responsabilità familiari e gli impegni quotidiani? Quanto sarebbe più conveniente avere un tempo pieno per poi poter tornare a casa e crollare sul divano senza preoccuparsi di altro? Soprattutto quando i figli non sono dei teneri cuccioli, ma due esseri pensanti con un proprio caratterino, che guarda caso rispecchia quello dei genitori. Ellen non riesce a combattere contro il festoso disordine della sua vita perché in fondo è proprio questo gioioso caos a renderla interessante e piena di amore, quello vero, imperfetto, ma tangibile.
Il punto di forza di questo romanzo sono da un lato l'ironia sboccata e maleducata di Ellen che regala al lettore dei momenti liberatori e il fatto che la sua vita abbia molti punti in comune con la nostra, tanto che possiamo comprenderne perfettamente i meccanismi, riuscendo per un attimo a scendere dalla ruota nella quale come criceti corriamo tutto il giorno, per osservarci dal di fuori e farci una risata.
E' un libro in fondo saggio, con una piccola morale, ma non moraleggiante. Per le mamme super perfette forse la mamma trendy che sa fregarsene di tutto siamo proprio noi.
Ringrazio di cuore Giovanna per avermelo prestato: è stato divertente correre nel suo ufficio ogni giorno per commentare le disavventure di Ellen. Temo che ora dovrà prestarlo a tutte le colleghe del Comune, ma per un libro è un bel risultato. O no? Vitadimerda a parte.
Gli attribuisco pure un bel 4 perché ridere è importante, non lo si fa mai a sufficienza. Anzi se siete un pochino tristi, ve lo prescrivo come rimedio... con una bella sambuchina, anche se per noi mamma italiane il titolo più calzante sarebbe stato "Un panino alla Nutella per la mamma!" o "Rubando gli ovetti Kinder dei figli".
Dimenticavo: non ho detto niente sulla parte più importante del libro! E chissene, vorrete mica la pappa pronta?
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