Titolo: La coda del diavolo • Autore: Maurizio Maggi • Editore: Longanesi • N.pagine 352 • Anno di pubblicazione 2018 • Copertina rigida € 18,60 • Ebook € 8,99
TRAMA
È una rara notte di temporali, in Sardegna, quando arriva il mostro. La ragazza era riuscita a fuggire, ma lui, il suo rapitore e aguzzino, l'ha inseguita e l'ha uccisa, incurante del fatto che a pochi metri di distanza ci fosse una pattuglia dei carabinieri. Subito arrestato, il mostro viene portato in carcere. Lì, ad attenderlo, c'è un mondo chiuso fra mura spesse e sbarre di ferro alle finestre. Lì, soprattutto, c'è Sante. E l'arrivo di quell'assassino è forse la sua occasione di redimersi. Sante ha un segreto da nascondere, una colpa da espiare, un passato da cui scappare. Eppure, Sante è in prigione per sua stessa volontà. Perché non è un carcerato, ma una guardia, e la sua è una condanna autoinflitta. Ma quella notte tutto cambia. Il mostro è ricco e protetto, ha agganci altolocati. Se la caverà, dice a Sante l'avvocato della madre della vittima. L'assassino ne uscirà, a meno che Sante non intervenga. E lo uccida. L'avvocato promette a Sante un alibi, una copertura, una via d'uscita e soprattutto tanti soldi. Uccidere è la cosa giusta? si chiede Sante. Può un peccato cancellarne un altro? Ma il giorno dopo, nulla di tutto ciò ha più importanza. Sante è un uomo costretto alla fuga e in cerca della verità. Una verità che emerge poco a poco in un quadro sempre più sconvolgente...
Ho assistito alla presentazione di questo libro a Pordenone Legge, in una sorta di chiacchierata a due tra Maurizio Maggi e Ilaria Tuti, e devo dire che il racconto di questo protagonista molto particolare e dell'ambientazione cupa e inquietante mi aveva molto incuriosita e come spesso accade ultimamente, l'istinto non mi ha tradita.
"La coda del diavolo" è un thriller di quelli che piacciono a me, di quelli che seminano pezzetti di indizi qua e là lasciando al lettore il compito di scovarli e metterli insieme, di quelli che raccontano una storia nella storia, un frammento alla volta instillando dubbi e curiosità, di quelli che durante la lettura lasciano col fiato sospeso a fare gli scongiuri perché le cose vadano come dovrebbero e non ci siano ulteriori intoppi.
I capitoli sono brevi (cosa che apprezzo sempre molto) e si chiudono con un interrogativo al quale il capitolo successivo promette di dare risposta, salvo poi proporne uno nuovo. Il ritmo della narrazione è alto e come dicevo prima spesso il lettore si ritrova col fiato corto.
Il protagonista è Sante Moras, una guardia carceraria arrivata in Sardegna dal lontano Friuli, un uomo criptico, solitario, scostante, con la mania di annotare tutto maniacalmente su dei quadernetti, uno per ogni argomento, con un passato tragico e misterioso, che viene svelato piano piano attraverso brevissimi occasionali capitoli in corsivo. Sante è un orfano cresciuto in un istituto dove le regole erano rigide e ferree e di quel periodo vengono nominati solo due compagni, Anica e Mirko, ma del loro reale rapporto si conosceranno le dinamiche solo alla fine del romanzo.
...non c'è persona meno libera di chi può andare dove vuole ma non sa dove.
Diciassette anni sono trascorsi da quegli eventi e Sante viene assegnato alla custodia dell'assassino di una ragazzina che è stata sequestrata e seviziata prima di venir freddata, dopo essere fuggita e arrivata proprio davanti ad una pattuglia di carabinieri. Ilianu Virdis, il mostro, viene rinchiuso nell'Area Nera, l'isolamento, e Sante è assegnato alla sua sorveglianza. Quando il mostro viene ritrovato morto il mattino dopo, il fatto che a Sante sia stato proposto di ucciderlo e che sia in possesso di una siringa di veleno letale, anche se inutilizzata, fa presumere di essere stato incastrato. Sante non vede alternativa alla fuga, ma sente la necessità di far luce sui motivi per cui Ilianu doveva morire. L'ipotesi che si tratti di un qualcosa di molto più ampio si fa strada nella mente di Sante, nella sua fuga cerca di scoprirne di più. Quello che è successo diciassette anni prima ha instillato in lui un costante senso di colpa che lo porterà a compiere determinate scelte, non sempre ovvie.
Nella seconda parte del romanzo, quando il ritmo si alza, quando la fuga si fa costellata di colpi di scena degni del miglior film d'azione, i capitoli in corsivo in cui i ricordi del passato riaffiorano fino a confluire in un finale al cardiopalma con tanto di colpo di scena finale.
Il tutto immaginatelo immerso in un'atmosfera che si fa via via sempre più cupa con il procedere della narrazione, in una Sardegna ostile, arida e matrigna, ben lontana dalle spiagge bianche e assolate che il nome dell'isola richiama alla mente. È in questo scenario che si muove Sante, un uomo solo e alienato che si imbatte in un mondo in cui la vita non ha nessun valore, che nella fuga dai suoi inseguitori fugge in realtà da se stesso e che nel fare la cosa che gli pare più giusta cerca una redenzione dagli errori del passato.
Un autore da tener presente, sono certa che ci riserverà ancora molte belle sorprese e ringrazio Longanesi per avermi dato la possibilità di conoscerlo.
Purtroppo non lo avevo notato, scambiando non so perché per un romanzo in serie (alla Manzini, per intenderci) e invece ora mi trovo a volerlo, tra le ambientazioni sarde e i toni foschi. Spero di leggerlo presto, che Halloween mi ha reso in vena di storie così!
RispondiEliminaRomanzo autoconclusivo che potrebbe piacerti ;)
EliminaLo voglio!
RispondiEliminaLeggilo!
EliminaCe l'ho in lista anche io e spero di riuscire a leggerlo presto ;)
RispondiEliminaCiao Priscilla. Questa è stata una lettura che mi ha positivamente sorpresa. Spero sarà così anche per te.
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