Oggi, mentre stiamo rientrando alle nostre case da quel di Pontremoli, vi lasciamo ad una puntata speciale della Chiacchiera, nella quale io, la Bacci, disquisisco con Laura Libridinosa del "dietro le quinte" della gestione di un blog.
LL: Baaaaaacciiiiiii
B: Che urli? Ho appena cambiato le batterie dell’apparecchio, così me lo fai scoppiare!
LL: Il cervello dovrebbe scoppiarti… mezz’ora che ti aspetto. Dov’eri?
B: I fatti tuoi mai eh? Stavo appunto cambiando le batterie! Che vuoi?
LL: Ti faccio una domanda seria e importante, quindi pensaci bene prima di rispondere: tu lo sai come lavorano i book-blogger?
B: Oddìo...le batterie al cervello non le ho cambiate...temo siano a mezza carica. Comunque ci provo, però se sbaglio risposta non insultarmi che oggi non è giornata. Direi che lavorano tanto e...gratis!
LL: e fin qua, non ci sono dubbi. Brava! Al posto tuo eviterei di cambiare le batterie al cervello, pare che così funzioni meglio! Ma papale papale, vogliamo spiegare a chi ci legge, cosa facciamo tutto il giorno?
B: Dipende da quanto tempo ha chi ci legge, perché io in una giornata ne faccio settordicimila di cose. Aspetta! Forse ti riferivi a cosa facciamo in qualità di book-blogger! In quel caso...serve comunque un po’ di tempo, perché pare che non facciamo un c...iufolo, ma in realtà è come avere un lavoro a tempo pieno, ma non retribuito! Iniziamo con il leggere, tanto, in ogni momento disponibile, anche mentre giriamo la polenta
LL: Polentaaaaaa… freddo, inverno, cibo, funghi, piumone, tè caldo… ok, torno in me, scusate, ma il caldo di questi giorni mi ha dato la mazzata finale. Dicevamo che sì, leggiamo in ogni momento utile (e sì, per utile si intende pure il tempo trascorso in bagno, inutile che facciate quelle facce, ché tanto lo sappiamo che lo fate pure voi!). C’è da dire, Bacci, che noi mica leggiamo come i comuni mortali, no?
B: Non è che leggiamo in Braille pur vedendoci, eh! Spieghiamo come legge una book-blogger: legge per il piacere di farlo, come tutti i comuni mortali (che leggono), MA mentre legge riflette, prende appunti, attacca segnapagina, sottolinea, tutto in funzione di quello che poi andrà a scrivere nella recensione. E sì, lo facciamo anche in bagno! Per quello le nostre “pause-pipì” sono un tantinello lunghe, perché in bagno ci dobbiamo entrare col trolley: libro, matita, segnapagina, quadernetto...io ho provato con la carta igienica, ma si buca!
LL: cretina! Dovremmo fare lo starter-pack del book-blogger: matita, segnapagina, quadernetto e segnalibro. Comunque le mie pause pipì durano almeno un capitolo (pensa la gioia quando becchi quegli autori che scrivono capitoli lunghi 40 pagine!). Ecco, dicevamo, leggiamo con gli occhi di chi poi deve parlare di quel libro, quindi sottolineiamo (tanto) e prendiamo appunti (tanti pure quelli). Poi, non so tu, ma io cerco anche spunti per le immagini da inserire all’interno della recensione (che se passa sta legge sul copyright, siamo fregate).
B: Se passa la legge sul copyright saremo fregate, ma avremo un sacco di tempo in più per leggere, perché non potremo più fare le nostre belliiiiiiisssssssime foto ai libri, per le quali ci appendiamo come salami per trovare l’inquadratura giusta!
Tornando al nostro modo di leggere, sì, anch’io mentre leggo segno quali potrebbero essere gli elementi visivi da inserire nella recensione (vitto? Ho letto Topolino anche oggi, parlo forbito!). E poi mi appunto le possibili citazioni da inserire (e anche qui, se passa quella m...ia di legge, avremo taaaaaanto tempo in più per leggere)
LL: io quasi quasi prendo in considerazione l’opzione “Telefona in Parlamento” che appariva su Wikipedia. Che poi chi glielo spiega a Consorte che la reflex la userò come fermacarte? Comunque, foto, citazioni e appunti vari… e il libro è stato letto, possibilmente in tempi umani, soprattutto se ci è arrivato da una Casa Editrice. Poi che facciamo? Lo mettiamo in libreria?
B: I tempi umani non corrispondono ai tempi Libridinosi, lo sai vero? Io i tuoi tempi non li raggiungerò mai, E NON C’ENTRA L’ETÀ!
LL: ho detto tempi umani, non libridinosi. E io, notoriamente, non sono umana! Allora, leggiamo e poi scriviamo. Tu come scrivi? (che io lo so, ma il mondo no)
B: Allora, io ho un sistema tutto mio, e qui forse c’entra l’età. Prendo carta e penna (non calamaio, ma penna a sfera o matita, meglio) e inizio a trascrivere tutte le frasi sottolineate, evidenziando quelle che probabilmente finiranno tra le citazioni, e mentre trascrivo lascio andare i pensieri, e solo dopo inizio a buttare giù la recensione, su carta. Sì, su carta, perché a me le emozioni devono passare attraverso la penna, sui tasti non ci arrivano, ci ho provato più volte ma non ci riesco!
LL: e allora confesso di essere anziana anche io, almeno da questo punto di vista, perché, come te, scrivo prima su carta. Ho il mio bel quaderno, graaaaaande e con fogli rigorosamente a quadri (che vai a capire perché a me le righe stanno sul culo!), su cui butto la prima stesura della recensione. Che, lo confesso, solitamente subisce poche modifiche quando viene passata al computer; giusto qualche aggiustatina qui e qualche ritocchino lì. Devo anche confessare che sono una abbastanza fortunata, perché quando inizio a scrivere, solitamente, ho ben chiaro in mente cosa voglio dire e non ci metto tantissimo a scrivere una recensione. E poi, finita la parte cartacea e passato tutto su Mac, rompo le balle a te, la mia Eta Beta!
B: Anch’io correggo poco nel passaggio, ma quando tu dici “non ci metto tantissimo” spieghiamolo che quel “non tantissimo” di solito è un’oretta buona... Finito il passaggio su byte e l’impaginazione, poi anch’io ti uso come Eta Beta, perché i refusi scappano sempre e spesso anche qualche errorino grammaticale, specialmente quando scrivo intorno alle 22 (quasi sempre)! Poi? Finito qui?
LL: che finito? Magari! Allora, un’oretta per scrivere, sì. Dicevo che ci metto poco perché ho visto gente piangere, confessando che impiega anche più giorni per scrivere una recensione. Eta Beta (che non siamo cretine, è un modo simpatico per dire beta reader) perché scappano i refusi, perché un parere esterno e, soprattutto, SINCERO su ciò che si scrive fa sempre bene. E sì, scriviamo spessissimo la sera. E sempre la sera, parte tutto il “dietro le quinte” che c’è per ogni recensione e ogni post che va sul blog: loro, le maledette, le tanto temute CONDIVISIONI. Quanto le ami, tu?
B: Un botto! Nel senso che farei fare il botto a tutti i maledetti social nei quali programmare le condivisioni. Per quanto riguarda Facebook la questione è relativamente semplice, mentre per Twitter la cosa si fa un po’ più macchinosa perché non avendo l’amatissima funzione “Programma” bisogna passare attraverso una piattaforma che ci permette di programmare tutto ciò che non è programmabile di default. Quindi bisogna andare a cercare se gli autori ci sono su Twitter, qual è il loro nome cinguettante per poter inserire i tag. E VOGLIAMO PARLARE DI INSTAGRAM? EH?
LL: allora, io, come te, uso una piattaforma esterna, sia per Twitter che per Instagram, così da poter programmare le pubblicazioni. Poi, visto che siamo in vena di confidenze, vi svelo una cosa che mi farà passare definitivamente per pazza, ma tanto ormai… Visto che ho la buona abitudine (io!) di stilare una tbr mensile, su un quadernetto appunto anche i nomi “cinguettanti” e “instagrammanti” degli autori che ho intenzione di leggere. Così, quando devo programmare le condivisioni, ho già tutto a portata di mano! Brava io, eh?
B: No, sei da ricovero, altro che brava! Tornando a Instagram, quella meravigliosa piattaforma che uso per le programmazioni poco tempo fa mi ha gioiosamente comunicato che il meccanismo di pubblicazione su IG era stato semplificato e che da quel momento in poi le pubblicazioni sarebbero state automatiche (anzichè dover fare la macumba con un sistema che non sto a spiegarvi, ma che prevedeva un doppio passaggio). Ma la semplificazione ha comportato l’eliminazione dei tag automatici e delle simpaticissime restrizioni sulle misure delle foto da poter inserire, tanto che spesso quelle che pubblico io sembrano quelle di Twitter dopo aver mangiato tutto il ristorante di Canavacciuolo, arredi compresi!
LL: quello è perché tu sei cretina: io dopo quello scherzetto ho cambiato piattaforma e non ho più problemi. Certo è che condividere su tre social non è una passeggiata. Poi ora si sono aggiunte pure le stories, che vuoi non farle? No, altrimenti non sei nessuno! E allora, prepara pure quelle, salvale e condividile al momento giusto. E poi, finalmente, vai a dormire che si sono fatte le 2 del mattino!
B: L’hai detto tu che dormire è sopravvalutato! Non ti bastano quelle comode cinque ore a notte? Lo dici tu: dormire è tutto tempo sottratto alla lettura!
Dopo essere stramazzate a letto, abbiamo finito?
LL: premesso che “dormire è sopravvalutato” lo dico riferendomi a te… no, non abbiamo finito, che ti credi? La prima cosa che fai, la mattina in cui va su la recensione, è inviare il link all’ufficio stampa nel caso in cui il libro ti sia stato spedito; poi devi rispondere ai commenti dei lettori, farti un bel giro dei social per essere sicura che tutti i link funzionino (perché blogger è stronzo, ma facebook di più) e poi via da capo! Un altro libro e si ricomincia. Oltre al fatto, non trascurabile, che quando non pubblichi un post sul blog, i social debbano comunque essere attivi, quindi su Facebook si da il buongiorno, su instagram si piazza una bella foto e su Twitter… no, niente, scusate, ma io col pennuto non ce la posso fare!
B: Una domanda: chi ce lo fa fare? Mica l’ho capito io, perché in Banca non entra un centesimo, anzi, escono eurini per comprare librini…
LL: chi ce lo fa fare? La gloria! La passione innata che abbiamo per i libri, il fatto che, come dice anche Rosa Teruzzi, noi lettori ci troviamo e il blog è un ottimo luogo d’incontro. Io, alla fine, ti ho conosciuta così… *faccia perplessa*
B: Ecco, appunto. Abbiamo elencato i lati negativi, ma quelli positivi? … Uh! Volevi dire che una delle cose positive dell’avere un blog è stato conoscere me? Se è così barricatevi in casa SUBBBBBITO! perché sta per iniziare la tempesta del secolo!
LL: effettivamente qui sta venendo giù la tempesta del secolo. Ma tu sei UN’IMMONDA MERDACCIA! E con questo me ne vado e con te non ci parlo più!
B: Direi che su questa inutile minaccia (lo dice quasi ogni giorno, e ogni giorno puntualmente mi parla di nuovo…) possiamo anche salutare i nostri lettori. Ma prima vorrei far loro una domanda: questo nostro racconto, corrisponde all’idea che vi eravate fatti del lavoro di un book-blogger?
Ora mi sento in colpa.
RispondiEliminaTutto questo lavoro, non lo sapevo. O meglio sospettavo che avevi l'amante!
E io che leggevo tutto in pochi minuti, così, con qualche riflessione, spesso arricchito di un sapere nuovo...
Adesso che so quanto impegno profondete e quanto costa, prometto che leggerò almeno due volte ogni recensione e mi soffermerò a riflettere ad ogni periodo. Sarà come mangiare il piatto preparato da un grande chef, non si può ingollare tutto in tre minuti guardando lo schermo del telefonino.
Adesso mi rileggo la recensione qui sopra e se mi viene in mente altro...
:) :"
Sai che riuscirei a gestire anche un amante ;) Ma non ne sento il bisogno, tranquillo. ;-*
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RispondiEliminaAhahahah ho iniziato da poco a seguirvi, ma vi leggo sempre col sorriso e stavolta non ho potuto trattenermi dal commentare perché mi avete fatta ridere veramente di gusto! Mi ritrovo perfettamente in quello che avete scritto, quella del book blogger è una "vita dura" ma ricca di soddisfazioni! :)
RispondiEliminaHai proprio ragione: se si prendono le cose nel modo giusto le soddisfazioni ci sono sempre, questo tuo commento ne è la conferma. Grazie per essere passata 😉
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