Trama: Anna coltiva un unico, profondo desiderio: essere indipendente. E invece, orfana e costretta a vivere a carico della ricca cognata - a sua volta mossa dal solo desiderio di maritarla al miglior partito su piazza e togliersela di torno -, Anna rifiuta i corteggiatori e si convince di esser condannata a una vita dimezzata. Fino a quando non accade l'impensabile: un'inaspettata, cospicua eredità arriva a cambiarle la vita e a garantirle l'autonomia tanto desiderata. Ma arrivano anche le impreviste ma prevedibili difficoltà. Colta da un irrefrenabile impulso di generosità, Anna decide di condividere la sua fortuna, e concepisce un progetto filantropico inteso a donare la felicità a dodici donne provate dalle asprezze della vita. Ma dopo una spassosa girandola di situazioni che l'ingenua Anna non poteva immaginare, tutto precipita... Con la verve che distingue la sua scrittura, Elizabeth von Arnim ritorna a un tema che le sta particolarmente a cuore, l'indipendenza femminile, già al centro di "Lettere di una donna indipendente". Mettendo con delicatezza alla berlina la protagonista e il suo progetto improbabile, Elizabeth von Arnim dà voce al tema del destino delle donne, sempre legato al matrimonio, e di quali concrete alternative si possano davvero presentare a chi desideri restare "fuori dal coro".
Titolo: Il circolo delle ingrate
Autore: Elizabeth Von Arnim
Casa editrice: Bollati Boringhieri
Anno pubblicazione: 2012
Pagine: 393
Non nego, anzi sono fiera, di avere una predilezione per autori del secolo scorso (e di quello prima!) e in particolare per quelli inglesi di fine Ottocento ed inizio Novecento. Elizabeth Von Arnim per me è oramai una certezza, una scrittrice tra le cui pagine mi rifugio quando ho bisogno di ironia tagliente ed intelligenza, per andare a fondo delle cose senza amarezza, ma con un sorriso che non cela la verità, ma la accetta, senza negarsi però un po' di (sano) divertimento. Questo libro nelle sue prime trecento pagine mi ha divertita moltissimo: Anna, la protagonista che vive a carico della ricca ed antipatica cognata, ha un colpo di fortuna e riceve in eredità una rendita ed una casa. Cosa pensa di fare quest'anima bella invece di godersi l'inaspettato dono? Di accogliere presso la sua nuova casa ben dodici donne senza mezzi finanziari per sottrarle alle asperità della vita. Un'idea ben poco ragionevole, considerato che la sua nuova dimora si trova in Germania, in un posto non troppo ospitale, del quale Anna non conosce usanze, abitudini e nemmeno la lingua. Già della selezione delle dodici iniziano i malintesi, per non parlare di tutte le persone, quali vicini, parroco e mezzadri che cercano di sfruttare l'ingenuità della giovane a proprio vantaggio. Il libro è veramente spassoso in tutta la prima parte: Anna è ingenua seppur benintenzionata, la cognata insopportabile, la nipote un'ochetta, l'istitutrice svenevole, colui che gestisce la nuova proprietà prepotente e malevolo. Non fosse per la presenza di Axel, gentiluomo la cui proprietà confina con quella dell'ereditiera, la situazione parrebbe volgere veramente al peggio.
Tra fraintendimenti e buoni propositi le signore di Anna iniziano ad arrivare, ma ... Avete mai sentito parlare della sindrome rancorosa del beneficato? Ecco, non fate mai del bene se non siete in grado di sopportare l'ingratitudine che ne deriverà. Anna lo comprenderà a proprie spese e la disillusione la farà maturare e la aiuterà capire che avere al proprio fianco un uomo, in qualità di marito, potrebbe non essere così sgradevole.
Quello che stupisce è che un libro così arguto e divertente nello snodo finale si trasformi in qualcosa di diverso, come se fosse stato scritto da un'altra persona che non disdegna un tocco tragico e amaro e alla fine quasi sentimentale (peccato imperdonabile). Un'opera che soffre di mancaza di omogeneità. Questa è la pecca che ho riscontrato e che mi ha lasciata perplessa. Forse nell'amarezza che si respira nelle ultime 80 pagine traspare qualcosa di autobiografico, qualcosa che nei romanzi della maturità viene tenuto sullo sfondo, imbrigliato dal mestiere e dalla "saggezza". Per me un grande autore sa sempre trovare un equilibrio, se non nella vita nella sua trasposizione letteraria.
Dopo aver letto quattro libri di questa autrice ho capito che la tematica intorno alla quale ragiona è l'indipendenza delle sue protagoniste, economica ed emotiva. Un argomento importante che non riguarda solo il singolo, e la donna nel dettaglio, ma gli equilibri sottoli che regolano la vita sociale. A tanti anni di distanza ancora non abbiamo risolto la questione, per questo i libri della Von Arnim che nel linguaggio e nelle ambientazioni appartengono al passato, nella sostanza restano incredibilmente attuali.
Non potrei attribuire un voto minore, nonostante il finale non mi abbia convinta, perché le prime trecento pagine sono state eccezionali. La Von Arnim si conferma autrice di pregio e non sarò soddisfatta fino a quando non avrò letto tutti i suoi libri. Nessuno escluso. D'altra parte, eliminando un po' di quel ciarpame che occasionalmente mi tenta, tempo dovrebbe essercene. O almeno me lo auguro.
Un'autrice evergreen, che si legge con piacere, sempre. Recensione impeccabile, come sempre.
RispondiEliminaGrazie Tessa. Un bacio
EliminaSai già che concordo in pieno; Axel, poi, lo si ama e basta. ;)
RispondiEliminaAnna invece è un po' sciocchina. ;-)
EliminaNonostante il finale non ti abbia convinta la tua recensione, al contrario, ci è riuscita benissimo! Questa autrice mi ispira sempre più ;)
RispondiEliminaGrazie Anna, scritto da te ha un gusto dolcissimo.
EliminaLea siamo in due, anche io amo gli autori del secolo scorso, in particolare prediligo la letteratura inglese e l'Ottocento e inizio Novecento sono i miei periodi preferiti! Della Von Arnim ho iniziato a leggere "Vera" e come più volte di ho detto l'ho temporaneamente messo da parte. Il problema a volte sono i tempi del blog, desidero leggere questi romanzi con calma e prendendomi tutto il tempo che ho bisogno e talvolta le nuove uscite e il blog troppo tempo lasciato solo mi frenano. Alla Von Arnim darò un'altra possibilità e tu continua a leggerli che io nel frattempo me li segno! Bella recensione, mi è piaciuto anche la considerazione che hai fatto avendo letto quattro suoi romanzi. Baci Rosa
RispondiEliminaCiao Rosa,
Eliminaa questo punto devo leggere anche Vera! Mi fa sempre molto piacere leggere i tuoi commenti.
bacio da Lea
Splendida recensione!! Questo mese leggerò Un incantevole aprile, il mio primo libro della Von Armin, e spero tanto che mi piaccia!
RispondiEliminaGrazie!!!! Un incantevole aprile è il primo libro della Von Arnim che ho letto. C'è anche il film. Prima o poi lo rileggerò. :-)
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