Orgoglio e pregiudizi - Tiziana Ferrario

Trama: Questo libro comincia una mattina a Washington, il 21 gennaio 2017, giorno della marcia storica di un milione di donne contro il presidente Trump, e attraversa in presa diretta gli Stati Uniti fino ad arrivare in Italia. Un viaggio ricco di incontri e storie appassionanti, spesso difficili, molte delle quali sconosciute. Un racconto intenso, che cattura pagina dopo pagina sempre tenendo ferma l’attenzione sui fatti e su cosa resta da fare per raggiungere una reale parità.
Le donne sono tornate ad alzare la voce chiedendo stesse opportunità di carriera, stessi salari e diritti. Dalle campionesse dello sport alle scienziate più geniali, dalle attrici di Hollywood a tante donne comuni che si stanno preparando per entrare in
politica alla ricerca di una rivincita. Dai corsi dedicati alle bambine sull’autostima alle esperienze nei college, dove si cerca di arginare il dramma degli stupri.
E ancora le giornaliste delle redazioni più importanti al mondo che hanno affrontato sfide eccezionali a testa alta. Leggerete storie di donne famose come quella di Megyn Kelly, star tv di Fox News e Nbc, che ha osato sfidare Trump in diretta tv, e storie di donne sconosciute, ma altrettanto potenti, come la libraia italiana che promuove la
diffusione dei libri di scienza alle ragazze (perché scienza e matematica non sono appannaggio dei maschi, anzi). Sempre con l’attenzione puntata sul nostro paese, dove tanta strada è stata fatta ma tanta ne resta ancora da percorrere per una società più equa.
Questo libro ci aiuta a vedere dove siamo arrivati. Le storie che incontrerete saranno un ottimo spunto di riflessione per riaprire un dialogo e affrontare il cammino che rimane, uomini e donne insieme.
 
La necessità di leggere un saggio come questo per me nasce dal desiderio di documentarmi, di chiedermi "A che punto siamo?", perché vivendo in una realtà, in un certo senso ovattata, a volte mi sfuggono i termini della questione e ci sono attimi in cui arrivo a pensare che tutto vada bene. Questo perché nei rapporti interpersonali e in quelli lavorativi non mi sono mai sentita sminuita o seconda a nessuno. Mio marito infatti molto spesso riesce a gestire la vita familiare e quella domestica con maggior sicurezza ed autonomia rispetto a quanto lo riesca a fare io e nel lavoro (ho scelto un impiego pubblico) gli stipendi sono i medesimi (nelle medesime qualifiche) per uomini e donne. Anzi a dire il vero, credo di aver letto, che  nel settore pubblico noi donne riusciamo da sempre meglio degli uomini...e non me ne stupisco. La mia però è una realtà serena e in un certo senso "addomesticata", seppure la regista sia stata io. Si parte da qui per una donna: scegliere la squadra, scegliere il campo di gioco.
Purtroppo non sempre è possibile: avessi optato per un campo di gioco diverso e avessi voluto fare l'ingegnere, forse non sarebbe stato altrettanto semplice.
Parliamo di pregiudizi, di differenze, di stereotipi, di maschilismo, di interi campi del sapere preclusi alle donne o comunque di loro difficile frequentazione. Non ricordo un presidente della Repubblica donna, in America quanto in Italia, come non ricordo figure di donne in tante posizioni importanti, qui e nel mondo intero. Perché se devo pensare ad una donna famosa, famosissima devono venirmi in mente solo Madre Teresa di Calcutta o Belen (e lasciamo perdere per quali contrapposti meriti)? Accidenti se è triste e quanto è triste. Ditemi di getto il nome di una donna importantissima e famosa che non sia Maria, ditemelo senza pensarci. Dovete pensarci meglio? Avete bisogno di tempo?
Questo libro della Ferrario mi ha scatenato dentro una tempesta di indignazione, di malessere, ma anche di orgoglio e di rivendicazione del mio senso di appartenenza. Perché non vorrei essere altro che quella che sono. Perché ne sono fiera.
 
"Rispetta il passato, cambia il futuro." (cit. Emily's List)
 
E lo scrivo in rosa e come mi pare, pure con i colori dell'arcobaleno perché questa sorte che mi è capitata, di essere donna, mi porta a ricordare ogni giorno che non siamo partite da questo punto e che dove siamo ora, seppure non alla meta, ci siamo arrivate grazie alle donne che ci hanno precedute e che dobbiamo andare avanti consapevoli, sempre avanti fino ad ottenere quello che è giusto, abbattendo gli stereotipi. Un giorno saremo rappresentate in tutte le professioni e avremo gli stipendi uguali a quelli dei nostri compagni/nemici/amici. Un giorno nessuno si stupirà più se una donna sarà più portata per le materie scientifiche che per quelle umanistiche. E soprattutto non esisterà più una giornata contro la violenza sulle donne, come la abbiamo celebrata lo scorso 25 novembre, anche se dirlo ora sembra quasi utopia, alla triste luce delle statistiche.
Quello che ci racconta la Ferrario a partire dalla marcia delle donne del 27 gennaio scorso è una cronaca di sconfitte e vittorie, un lungo e dettagliato racconto di emancipazione e di come le donne sappiano alzare la testa perchè come dice la mamma di Hillary Clinton "Non conta come si cade, ma come ci si rialza".
All'interno di questo libro infine è raccolta una testimonianza importante che mi ha lasciata senza fiato, parlo di una lettera scritta dalla vittima di uno stupro al suo stupratore, letta in aula dopo la sentenza (6 mesi ridotti a tre, giusto per parlare del significato della parola giustizia). Ecco, leggiamola questa lettera per renderci conto di come una donna ferita, distrutta sul piano emotivo e sociale, sia riuscita a riassumere il suo inferno lucidamente mediante un atto di accusa scritto con il bisturi, ma sulla propria pelle.
Una lettera che potrebbe gettare nella disperazione e rinfocolare giustamente la rabbia, non fosse per le ultime splendide parole:
 
"Infine, alle ragazze di tutto il mondo: sono con voi. Sono con voi nelle notti in vi sentite sole. Sono con voi quando le persone dubitano di voi o vi ignorano. Lotto ogni giorno per voi. Quindi non smettete mai di lottare, io credo in voi. I fari non se ne vanno in giro per un'isola cercando barche da salvare; rimangono semplicemente dove sono, a fare luce. Anche se non posso salvare ogni barca, spero che oggi, parlando, abbiate assorbito un po' di luce, la piccola consapevolezza che non possono mettervi a tacere [...] la grande consapevolezza che siete importanti, indiscutibilmente, che siete intoccabili, siete belle, che dovete essere apprezzate, rispettate, innegabilmente, ogni minuto di ogni giorno, siete potenti e nessuno ve lo può togliere. Alle ragazze di tutto il mondo, sono con voi. Grazie."

Ed ora che sono giunta quasi alla fine di questo mio lungo post sento la necessità di prendere tutte le emozioni che mi ha suscitato il libro e metterle insieme per farne qualcosa che vada oltre il sentire, ma che abbia un effetto pratico anche sull'agire. Noi lettori non siamo dei sognatori, leggiamo per documentarci, per sconfiggere l'ignoranza e poi per cambiare il mondo (nientemeno). Quello che posso fare per abbattere i pregiudizi e gli stereotipi, nel mio piccolo, lo posso fare in tre diversi modi: con mia figlia esortandola a trovare la sua strade qualunque essa sia, con mio figlio crescendolo nel rispetto delle donne e lontano dai luoghi comuni e nel lavoro cercando di far leggere alle bimbe quanto ai bimbi non solo narrativa, ma anche testi scientifici e in generale cercando di essere sempre vigile ed attenta nel proporre letture lontane dagli stereotipi di genere.
Ringrazio Amanda Colombo per avermi segnalato l'importanza di questo saggio, la casa editrice Chiarelettere per avermene fornito la copia digitale e infine vi esorto a correre insieme a me a leggere qui la recensione della mia collega #bancarellablogger Deborah del blog Scheggia tra le pagine. Sono curioso di scoprire quale è il sentire di una ragazza tanto più giovane di me ed ugualmente coinvolta dalle tematiche trattate.
E ricordate, che come ha detto l'ex segretaria di Stato americana Madeline Albright, "c'è un posto speciale all'inferno per le donne che non aiutano le altre donne".
 





 
 

 
  

Commenti

  1. Buongiorno Lea e grazie per questo tuo scritto intenso e sentito. E' un argomento che colpisce tanto anche me, e mi sento molto vicina a quello che hai scritto. Nella vita faccio un lavoro che anche qui in Italia, nel 2017, è ancora visto come molto "maschile"; per fortuna non ho subito eccessivamente pesanti discriminazioni o differenze a causa del mio sesso, o forse sono solo stata molto brava a "fregarmene" e a non dar loro peso. Come sono stata molto brava (e non "fortunata") a scegliere come compagno di vita un uomo con cui c'è totale, completa parità nella gestione della nostra vita e famiglia (ho un bambino di dieci anni, e spero che si modelli su di lui perché così saprò di aver fatto del bene al mondo almeno in un modo: aver dato vita a un futuro uomo insieme a un uomo degno di questo nome).
    Credo che molto, nella nostra vita, dipenda dalle scelte che si fanno, anche se troppo spesso purtroppo sono scelte obbligate, ma non è mai troppo tardi per cambiare, per dare la giusta direzione alla nostra vita. Sono vicina alle donne che non riescono, non possono, non sanno riconoscere la loro inestimabile ricchezza come essere umano e si auto-sminuiscono ritenendo di valere solo se riconosciute tali da qualcuno. Nel mio piccolo, contribuisco al "girl empowerment" facendo tantissima divulgazione scientifica, non solo per diffondere la bellezza della scienza di cui mi occupo ma anche e soprattutto per dimostrare con l'esempio che una donna (che chiunque) può fare quello che vuole, anche se all'inizio il cammino è difficile. E che se mi dicono quello che non posso fare, mi stanno dicendo esattamente quello che farò.
    Buona settimana da Eva

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    1. Il tuo commento cara Eva andrebbe aggiungo alla recensione! Grazie
      <3

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  2. tema importante e attualissimo, Lea. Il maschilismo, la violenza, la concezione arcaica del mondo femminile in antitesi ad una società che guarda avanti (e conta sulle donne per farlo). A medicina le donne hanno superato da alcuni anni, per numero, i colleghi maschi in quasi tutte le specialità, eppure solo venti anni fa erano in netta minoranza, e primari femmine erano mosche bianche. Ben venga un libro che ci fa riflettere, e grazie di esserti raccontata come donna (forte), moglie e mamma.

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    1. Con calma, ma arriveremo ovunque. E' scritto.
      :-)
      Grazie del tuo commento Tessa.

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  3. Bellissima recensione Lea!
    È un libro che lascia tanto, che fa arrabbiare e soprattutto fa riflettere. Da madre sai che l’educazione dei figli è alla base di tutto e tutte le persone dovrebbero impegnarsi per insegnare la parità ai bambini, senza relegarli negli stereotipi. D’altronde chi dice che le bambine debbano per forza giocare con la
    Cucina e il ferro da stiro, mentre i bambini possono già sognare di costruire e riparare oggetti? Sono stereotipi che vanno abbattuti però, leggendo commenti sul web mi rendo conto che la strada è ancora lunga...

    Scheggia ��

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    1. Cara Scheggia, sabato notte ho perso un'ora a leggere i commenti sotto la famosa lettera che ci ha tanto toccate e sono andata a dormire con il mal di stomaco. La strada è ancora lunga, ma la si percorre un passo alla volta, senza mai arretrare.
      La tua recensione è stupenda, scritto quasi con invidia (senza quasi).
      Bacio

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  4. Lea le tue parole mi hanno profondamente toccata, perché hai ragione, perché non è giusto, perché bisogna parlarne, sempre. Bravissima

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    1. Grazie Chiara, un libro che offre tanti spunti di riflessione.

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