La figlia del Dottor Baudoin - Marie-Aude Murail

Trama: Sono in due a spartirsi l'ambulatorio. Uno è l'affascinante Jean Baudoin, il fondatore, in piena crisi dei cinquant'anni, infastidito da tutto: il lavoro l'annoia, i figli gli urtano i nervi. L'altro è Vianney Chasseloup, medico alle prime armi, occhi dolci e aria arruffata, pieno di ideali e buoni propositi. Lui cura tutti quelli che Baudoin non vuole più: gli anziani, i derelitti, i poveracci, i casi disperati. Ma un giorno, tra i pazienti del dottor Chasseloup, si intrufola una ragazza dagli occhi blu, quasi viola. Violaine. Una ragazza così graziosa, avrebbe tutto per essere felice. È la figlia del dottor Baudoin.
Titolo: La figlia del Dottor Baudoin
Autore: Marie-Aude Murail
Casa editrice: Camelozampa
Anno edizione: 2017
Pagine: 207

Libro letto nell'arco di un pomeriggio, bulimicamente. Non riuscivo a staccarmene e d'altra parte mi succede spesso con questa autrice, che è in grado di affrontare di temi scottanti e difficili in un modo che sembra ti liberi da un peso. Leggi e pensi che sì, è un argomento spinoso, ma che lei lo tratta con naturalezza e passione. Le cose accadono, le situazioni si creano e bisogna reagire di conseguenza, con i mezzi che hai a disposizione. In Nodi al pettine la Murail  ci ha parlato di stereotipi e di omosessualità, in Oh, boy! di adozioni (e di omosessualità e di conseguenza di stereotipi) e in questo libro di aborto. Il meraviglioso protagonista del romanzo, il dottor Chasseloup con i suoi dolci occhi che ricordano quelli di un asino (ma quanto teneri sono questi animali?) dal collega Baudoin è giudicato un perdente ed incarna invece qualcosa di utopico, il medico che ascolta e cura, che ha a cuore il benessere del paziente sopra ogni cosa. Mi sono innamorata di questo personaggio e del modo vivido e poetico in cui viene descritto: se lo incontrassi per strada correrei ad abbracciarlo. Rappresenta la resistenza pura contro le brutture del mondo. Una persona che è uscita da una realtà squallida e ha reagito, con sentimento ed integrità, ricordandosi ogni giorno di guardare gli altri in faccia con empatia e gentilezza. Ogni mattina rileggendo il giuramento di Ippocrate ricorda a se stesso il senso e la grandezza della sua missione: piccolo strumento nelle mani di un'entità più grande. Proprio per questo non si erge mai a giudice. Chasseloup si sente grato nei confronti del collega più autorevole, espero e titolato che lo ha accolto nello studio medico insieme a lui. Ma il dottor Baudoin forse non è esattamente un modello da imitare. Forse è solo un medico che ha perso le sua vocazione, la sua strada, stanco e infastidito da tutto. Quel tipo di persona che prescrive il Viagra ad un paziente logorante senza fargli fare preventivamente delle analisi, solo per toglierselo dai piedi.
E Violaine, la figlia di Baudoin? Per una "disattenzione",  per aver ceduto e non per passione, ma per conformismo alle avances di un coetaneo si trova incinta a 16 anni. Che fare? Figlia di un dottore trova più facile rivolgersi al consultorio, all'amica, alla sorella di 8 anni, alla madre, a tutti tranne che al proprio padre. Fragile e forte, desiderosa di tenere il bimbo quanto incapace di poterlo fare non sa che decisione prendere e l'unica strada percorribile le lacera il cuore. E il lettore legge e osserva e capisce di dover zittire ogni considerazione, come è giusto che sia: l'aborto non è certamente un metodo contraccettivo, ma ci sono decisioni individuali e private, intime, delle quali si risponde solo a se stessi.
Nel romanzo la massa commenta, giudica e punta il dito: Violaine è stata leggera, è stata colpa sua, è facile, è andata a cercarsela. E l'uomo, responsabile a metà, si dilegua, non si prende responsabilità. Anche questo atteggiamento odioso e schifoso la Murail lo consegna alle pagine del libro, ma il Dottor Chasseloup è diverso. Lui è quel germoglio di umanità, di delicatezza che ancora ci salva e consegna l'uomo alla bellezza. Per lui e Violaine sembra possibile un futuro diverso.
Un bellissimo libro che fa germogliare pensieri e riflessioni, in maniera pacata e rispettosa, come il tema richiede, come è corretto che sia.
Da leggere.







Commenti

  1. Devo, devo assolutamente recuperarlo, nonostante l'argomento delicato, così come tutti quelli che mi mancano della Murail. Qualche giorno fa ho visto in libreria la nuova edizione di Miss Charity ed ho pensato a quanto sarebbe stata fortunata quella persona che l'avrebbe portata a casa con sé.

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    1. Ci penso spesso anch'io a quell'edizione!
      Grazie di essere passata e attendo tuo giudizio.
      Bacione

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  2. Perfetto. Mi è arrivato proprio ieri!

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  3. Questo me lo sono perso..ma non può che essere MIO, subito! Vado a comprarlo. Grazie Lea :)

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  4. "Ma ci sono decisioni individuali e private, intime, delle quali si risponde solo a se stessi". Ecco, direi che la prima cosa, la più preziosa, che impariamo dai libri (o almeno così dovrebbe essere) è che ogni volta che punti il dito non stai giudicando semplicemente un'azione, un costume, una condotta, stai giudicando una persona e se le azioni possono essere classificate, non lo stesso è possibile con le persone.
    Dolce e potente questa recensione. Grazie Lea.

    P.S. Mi è saltato immediatamente all'occhio la tua nuova lettura, "Il gran sole di Hiroshima", perché è uno dei miei preferiti in assoluto. Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi.

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    1. Ciao Rosa, il tuo commento mi era sfuggito! I libri della Murail meritano sempre.
      Per il gran sole ti farò sapere: devono ancora sganciare la bomba e la tensione sale.
      Un abbraccio

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  5. L'avevo già scovato per caso e mi aveva incuriosito. Anche perché la scrittrice è sinonimo di garanzia. Ora voglio leggerlo ancora di più, sembra una di quelle letture che, parlando di un argomento delicato, riesce a scuotere le coscienze. Almeno lo spero.

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    1. Ciao! Hai proprio ragione: la Murail è una garanzia. Ora sono alla ricerca di un altro suo libro che si intitola Cecile, che inspiegabilmente non ho ancora letto!

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