La ferrovia sotterranea - Colson Whitehead

Trama: «La ferrovia sotterranea» è il nome con cui si indica, nella storia degli Stati Uniti, la rete clandestina di militanti antischiavisti che nell’Ottocento aiutava i neri a fuggire dal Sud agli stati liberi del Nord. Nel suo romanzo storico dalle sfumature fantastiche, Colson Whitehead la trasforma in una vera e propria linea ferroviaria operante in segreto, nel sottosuolo, grazie a macchinisti e capistazione abolizionisti. È a bordo di questi treni che Cora, una giovane schiava nera fuggita dagli orrori di una piantagione della Georgia, si imbarca in un arduo viaggio verso la libertà, facendo tappa in vari stati del Sud dove la persecuzione dei neri prende forme diverse e altrettanto raccapriccianti. Aiutata da improbabili alleati e inseguita da uno spietato cacciatore di taglie, riuscirà a guadagnarsi la salvezza? La ferrovia sotterranea è una testimonianza scioccante – e politicamente consapevole – dell’eterna brutalità del razzismo, ma si legge al tempo stesso come un’appassionante storia d’avventura che ha al centro una moderna e tenacissima eroina femminile. Unico romanzo degli ultimi vent’anni a vincere sia il National Book Award che il Premio Pulitzer, è un libro che sembra già destinato a diventare un classico.

Titolo: La ferrovia sotterranea
Autore: Colson Whitehead
Casa editrice: Sur
Anno pubblicazione: 2017
Pagine: 376

 
 
 
Con libri di questo calibro il problema è quello di scrivere una recensione che sia all'altezza e ne restituisca la grandezza. Questo è un romanzo importante che coniuga il valore letterario con quello etico e civile. E cosa c'è di più importante di saper bilanciare al meglio le due cose? Leggendo sei coinvolto a tutti i livelli e vuoi conoscere la fine della storia, ma la storia contemporaneamente ti sta impartendo una lezione, senza che tu te ne renda conto. Il ritmo è adrenalinico, gli episodi durissimi. A tratti mi ha ricordato uno dei miei film preferiti, quel Django Unchained di Tarantino che mi piace riguardare spesso. In Django però la violenza è liberatoria: un bel cervello che salta in aria, la vendetta di Jamie Foxx e come spettatore ti senti felice. Giustizia è stata fatta e il sangue è solo succo di pomodoro. Nella ferrovia sotterranea il sangue e la violenza sono di altro tipo: sono veri e ti impressionano, ti pesano sullo stomaco e ti fanno sentire allo stesso tempo commossa, nauseata, ammirata, disgustata e imbarazzata. Mi sono vergognata e ho sentito il peso del mio retaggio di donna bianca: fa strano scriverlo (e mi imbarazza), ma è quanto ho pensato. Che brutta, brutta pagina della storia la schiavitù e quanto è ancora reale, difficile da cancellare. Ho persino timore a parlane perché è un argomento più grande di me e mi faccio scrupoli di non farlo nel modo giusto, perché per parlarne bisogna averla studiata, essersi documentati e io mi sento ignorante come non mai. Eppure questo libro è un buon punto di partenza, perché racconta anche di quegli uomini bianchi, gli abolizionisti, che a prezzo della propria vita si opposero a quella barbarie. Formavano la "ferrovia sotterranea", quella rete di persone che riuscivano a far transitare i neri dal Sud al Nord dell'America, verso l'affrancamento e la libertà. Non è che fosse cosa da poco: se scoperti venivano appesi al primo albero disponibile, senza processi e con un pubblico degno di quello dell'arena al tempo dei gladiatori. Nessuna pietà.
Colson Whitehead ci presenta tutti i protagonisti della storia senza sentimentalismi, in modo crudo: il nero che schiaccia il nero e si rivela più crudele del bianco pur di sopravvivere, il padrone che tratta i suoi schiavi come delle bestie con le quali trastullarsi, il cacciatore di taglie con la sua filosofia distorta, l'abolizionista con i suoi dubbi e le sue piccolezze (pure con il mito del buon selvaggio da salvare). In tutto questo l'idea azzardata e geniale di rendere la ferrovia reale: come se nelle viscere del Sud dell'America fosse realmente esistita, con treni, macchinisti e linea ferroviaria.
Perché leggerlo se quello che vi ho detto fino ad ora non vi ha convinti?
Per come è scritto, perché al suo interno c'è qualcosa che ti lascia senza fiato, senza prosopopea, ma con il suo contrario. Intrigante e ironico, disturbante e bello, come piace a me. Secco e sconvolgente, vero:
 
"Forse tutto quello che diceva il cacciatore di schiavi era vero, pensò Cora, tutte le giustificazioni erano valide, e davvero i figli di Cam erano maledetti e lo schiavista faceva la volontà di Dio. O forse lui era solo un uomo che parlava rivolto alla porta del cesso, aspettando che una persona si pulisse il culo".
 
Ha vinto il Pulizer, avevo scordato di dirvelo. Non ne sono per nulla stupita.
Sono orgogliosa di avere questo libro in biblioteca, sono grata verso l'autore che lo ha scritto. Un cinque senza esitazioni e senza dubbi.
 


 
 
 
 
 



Commenti

  1. Ciao Lea, non conoscevo affatto né questo libro né il suo autore, ma adesso che ho letto la tua intensa recensione devo assolutamente procurarmelo e rimediare. Adoro i libri che ti insegnano qualcosa e questo ha sicuramente tanto da dire, grazie di avermelo presentato.

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    1. Ciao Nadia, il libro me lo ha segnalato il mio libraio di fiducia e ho fatto bene a seguire il suo consiglio.
      Grazie di essere passata! :-)

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  2. Buongiorno Lea, è un libro a cui sto pensando spesso, ho letto più di una bella recensione (bellissima, nel tuo caso) e credo proprio che me lo regalerò. La CE sarà a PiùLibriPiùLiberi, penso che cercherò di prenderlo lì - insieme a millemila altri libri segnati - approfittando un po' dello sconto fiera...
    Una buona giornata da Eva
    PS E poi, che persona interessante che è l'autore...

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    1. Ma grazie Eva! Come ti invidio: andrai a PiùLibriPiùLiberi. Mi raccomando dopo scrivici un post così mi sembrerà (quasi) di esserci stata. Per impegni familiari perderò anche Tempo di Libri a marzo. Mannaggia.
      Sì, l'autore è molto molto interessante.

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  3. Un cinque, un voto importante per un libro importante. Mi spaventa, ma sicuramente lo leggerò.

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    1. Ciao Tessa, questa volta il cinque ci stava tutto. Non essere spaventata, dopo Svegliare i leoni cosa non possiamo leggere?

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    1. ah si, recensione bellissima, chiara e emotivamente coinvolgente, hai scritto ancora una volta un piccolo capolavoro. Scusa se non lo scritto sopra ma sono stato sopraffatto dalla fretta di accaparrarmi il capolavoro prima degli altri utenti della biblioteca.
      Perdonami. Ciao.
      Ivano

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    2. Grazie Ivano! Il libro sarà tuo. Già messo da parte. ;-)

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  5. Risposte
    1. Grazie Chiara. Però adesso leggerei un Malvaldi.

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  6. Ciao Lea.. Ho sentito veramente tanto parlare di questo libro, e sempre in maniera stra positiva. Hai scritto una recensione davvero bella che mi da ulteriore conferma di trovare tanto dentro questo libro.. Sicuramente non me lo lascerò sfuggire ;)

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    1. Grazie! Sono curiosa di leggere altre opinioni e di confrontarmi.
      Un saluto

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