Dodici ricordi e un segreto - Enrica Tesio


TRAMA
"Vuoi essere l'addetta al ricordo, bambina mia?" Attilio, il nonno che è stato per lei un padre, fa ad Aura questa richiesta sconcertante: non assistere alla malattia che divorerà la mia mente, ricordami nel pieno della vita. Aura è una ragazza speciale, ha il nistagmo - disturbo che fa muovere le pupille incessantemente e che le è valso il soprannome di Signorina Occhipazzi - e davvero il suo sguardo è sempre rivolto a qualcosa di diverso da quello che vedono gli altri, come alla ricerca di un dettaglio che eternamente le sfugge. Ma proprio per questo Aura è coraggiosa, sa stare sola, sa che gli uomini spesso guardano solo la superficie delle cose: così accetta la sfida e parte per un paese lontano. Quando però, al suo ritorno, scopre che Attilio è stato di parola e si è recluso in una casa di riposo, Aura capisce di non voler rispettare il patto e comincia a cercare il nonno ovunque: nei messaggi che lui ha seminato dietro di sé come sassolini bianchi nel bosco, nella memoria di chi gli ha voluto bene, nei propri ricordi e in quelli di sua madre Isabella, inadeguata all'amore eppure caparbiamente ostinata a cercarlo, sempre troppo "leggera" ma forse per questo capace di rialzarsi quando cade. È così che Aura raccoglie frammenti dell'esistenza del nonno ma anche di quelle dei molti personaggi che popolano il romanzo: "cocci" di vite autentiche, spesso dolenti, irrisolte ma capaci di incastrarsi le une con le altre in maniera sorprendente.

Titolo: Dodici ricordi e un segreto • Autore: Enrica Testo • Editore: Bompiani • N.pagine: 272 • Anno di pubblicazione: 2017 • Copertina flessibile € 17,00 • Ebook € 9,99


Ho adorato "La verità, vi spiego, sull'amore" come adoro i post di Enrica Tesio sul suo blog Tiasmo  e quando ho saputo dell'uscita di questo suo nuovo romanzo mi ci sono tuffata a bomba. La domanda che mi sono subito posta è stata "Ritroverò la Tesio che conosco e amo?" e la risposta è no. In questo romanzo non ho ritrovato la graffiante ironia del suo precedente romanzo, non ho ritrovato le battute che mi hanno fatta scompisciare, ma ho ritrovato sicuramente la sua abilità con le parole e la capacità di emozionare, di raccontare i sentimenti in modo da farteli entrare sotto pelle, da provarli con la stessa intensità con la quale li provano i protagonisti. È un romanzo "denso" questo: denso di famiglia, di storie, di dolore, ma soprattutto di amore.
Il maestro Costa Attilio, Stato Civile: padre e nonno, vedovo di Maria Luisa, da qualche tempo convivente con Emme, la Malattia, a cui chiede cose come l'indirizzo o la data di nascita. Purtroppo Emme è molto brava a mantenere i segreti.
Da qui prende il via la storia di nonno Attilio, della sua adorata nipote Aura, la signorina Occhipazzi, e dell'anello che li congiunge, Isabella, figlia di uno e madre dell'altra, che si sente inadatta per entrambi i ruoli.
Una famiglia che si regge su equilibri precari, il cui collante è Attilio, un uomo che si danna per non essere riuscito ad essere un padre adeguato per quella figlia irrequieta, rimasta orfana di madre troppo presto, che quando la sua vita si riempie troppo inizia a sentirsi soffocare, "le sale il Carnevale", e bisogna lasciarla sola a sfogare la troppa vita che sta vivendo, pronti a raccoglierla quando il Carnevale ha finito la sua festa. Attilio che cerca di rimediare crescendo Aura, figlia di una fuggevole passione, che il padre non l'ha mai conosciuto, che si sente più madre che figlia e che soffre di un particolare disturbo, il nistagmo, per cui i suoi occhi si muovono in continuazione. Per fortuna c'è Attilio accanto a lei. Fino al momento in cui nella vita di Attilio arriva una nuova compagna, Emme, la Malattia, una compagna tremenda che piano piano si porterà via tutti i ricordi. Attilio chiede ad Aura di diventare "l'addetta al ricordo", al ricordo di un uomo integro e presente a se stesso. 

"La verità non esiste, se non c'è nessuno a ricordarla."

Le chiede uno sforzo immenso, quello di lasciarlo nel momento in cui Attilio abita ancora quel corpo e farlo ricordare a tutti così. È uno sforzo che Aura pensa di poter compiere, ma quando scopre che il nonno è stato ricoverato in una struttura per suo volere, capisce che non può lasciarlo andare senza più rivederlo. Inizia così la sua spasmodica ricerca del posto in cui è tenuto il nonno, chi lo sa non glielo vuole dire, chi vorrebbe dirglielo non lo sa. A lei rimangono dei biglietti, trovati casualmente nella casa che abitavano insieme, sprazzi di memoria annotati prima che potessero svanire, attraverso i quali Aura ricostruisce una vita della quale scopre di conoscere troppo poco. E scoprirà un segreto, che nasconde un altro segreto, che le illuminerà la via.
A completare il quadro, c'è Tomaso, un'atra anima persa alla ricerca di un posto nel mondo, che  attrae e respinge Aura come una calamita che improvvisamente inverte la polarità. E poi c'è Guglielmo con Giordano, il suo gemello rimasto bambino, e la Tregua, il posto creato da Guglielmo, dove le famiglie di ragazzi "diversamente abili" possono lasciarli per vivere qualche istante di tregua, appunto, dove anche Aura vive attimi di tregua dal pensiero di una promessa troppo difficile da mantenere.
Un romanzo che non si legge in un soffio, ma che si vive e si respira, che vi farà a tratti incurvare le labbra in un sorriso e a tratti spuntare qualche lacrima, ma che vi consiglio vivamente di leggere.

"Non devi abbassare la testa o perderai la dignità, non devi alzarla troppo o diventerai aggressivo, devi essere semplicemente all'altezza."





Commenti

  1. Ooooohhhh vedi a che serve essere amiche di Dio? Finalmente posso commentare! Che dire? Con una recensione così, anche io che, come sai, non ho tutto questo amore verso la Tesio, ho voglia non solo di leggere questo romanzo, ma di averne una copia tutta mia! Chissà che il viaggio a Milano non sia foriero di sorprese!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti auguro di incontrarla! E se non le porti i miei saluti, ti sputo!

      Elimina
  2. Questa recensione è bellissima! Mi è venuta voglia di leggere il libro!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma grazie tessora!
      Devi leggerlo, sono certa che piacerà molto anche a te.
      Bacio

      Elimina
  3. che brividi questa recensione! cavoli complimenti Stefy!

    RispondiElimina
  4. Mi ero persa il post (un giorno di questi perdo pure la testa, lo so!). Mi avevi consigliato l'autrice mesi fa, ed era stata una bella scoperta! Sono curiosa di leggere questo romanzo (sento che Babbo Natale me lo lascerà sotto l'albero!). Bellissima recensione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Tessa! Scusa se rispondo solo ora, ma mi sono persa il commento...Ormai l'hai già letto e con mia gioia, amato. Bacione

      Elimina

Posta un commento